Era il 10 settembre 1952, ore 21, e la Rai, direttore Vittorio Veltroni, mandò in onda il primo Tg sperimenale dalla sede di Milano. Prima notizia trasmessa: la Regata Storica di Venezia. Seguita dai funerali del Conte Sforza, dalla campagna elettorale USA e infine dal Gran premio Formula Uno a Monza, vinto dal mitico Alberto Ascari. Totale 15 minuti di telegiornale. Un evento storico del secolo breve.
A Venezia quell’anno si imposero Strigheta e Ciapate, campioni buranelli e divennero un mito ancora oggi ricordato.
Regata Storica quest’anno
Regata Storica 2024, vinta da Matteo Zaniol e Niccolò Trabuio, e con il trionfo di madre e figlia Luisella Schiavon e Lara Vignotto. La diretta Rai fa oltre il 5% di ascolti con oltre 5 milioni di spettatori. Non male. Mamma Rai ininterrottamente trasmette la Storica fino ai nostri giorni, con cronisti famosi: Paolo Valenti, Vittorio Mangili, Gian Piero Galeazzi, Puccio Corona….
Nota negativa odierna: pochissimi spettatori stipati tra migliaia di balconi in Canal Grande e ancora più desolante l’assenza di veneziani in barca a supporto dei regatanti.
Ce n’è abbastanza per una seria riflessione.
Il presidente Confcommercio, Roberto Panciera, spara il siluro sulla Regata Storica
Orario da cambiare, meglio la sera, forse anche spostare la data di due o tre settimane. Sicuramente dopo la mostra del Cinema del Lido. Replica del consigliere delegato alle Tradizioni Giovanni Giusto: “quello del presidente è un colpo di sole”. La Regata è intoccabile.
Riflessione n.1 sulla Regata
La Regata non è intoccabile. Nacque come evento annuale, e sembra un paradosso, solo con il Governo austriaco che la disciplinò nel 1841, fissando nove gondolini con tanto di numeri e colore. All’inizio si svolgeva in primavera, poi si decise per settembre. Si chiamava “Corsa di barchette”, nel 1856 divenne Regata, solo nel 1899 “Regata Storica”. Con il Regno d’Italia, poco cambiò, divenne l’occasione per i Savoia di esibirsi alla Machina. Durante il regime fascista cambiò diverse volte il nome: da Regata Storica fascista a fascista tout court.
Clamorosa la protesta nel 1929 dei gondolieri che si rifiutarono di esibirsi in maglietta nera. All’epoca i regatanti che partivano dai Giardini, all’andata a Ca’ Foscari solo i primi quattro potevano continuare il percorso. Gli altri si fermavano in rio di San Polo. Bandiere e premi in denaro dunque solo per i primi. Fu Giovanni Volpi, a voler far concludere la gara a tutti e soprattutto a consegnare un premio in denaro anche agli ultimi per onorare le loro fatiche e l’assenza dal lavoro per gli allenamenti. Nel dopoguerra il Comune si inventò la regata delle caorline che rappresentavano l’estuario. Le caorline dovevano essere imbandite a prua di prodotti isolani. Per Murano c’erano i vetri, per Burano i merletti, per S.Erasmo i carciofi, per Pellestrina le reti con il pesce….
Nel 1977 la regata é aperta a donne e giovanissimi per merito di Benito Vignotto. Anche se in realtà ci furono regate femminili antecedenti. Dal 1931 partivano dal Macello, con percorso isola San Secondo, rio di Cannaregio e Rialto. Verranno riammesse in Canal Grande solo nel 1953. Poi sospesa nel 1954 per malore di una regatante . Alla manifestazione partecipavano in barca anche 50 mila veneziani, oggi introvabili per estinzione. I palazzi gremiti completavano il numero di presenze oltre le centomila. Altri tempi. Mi ricordo la lancia dei pompieri che spruzzava acqua ai ritardatari e liberava il Canale. Oggi non serve più.
Riflessione n.2
Come far tornare gli spettatori in barca?
Ci sono migliaia di iscritti alle società remiere che io reputo i veneziani veri. Sono di Venezia, di Mestre, del Cavallino, della Riviera del Brenta, perfino di Padova, Caorle e Chioggia. Bisognerebbe coinvolgerli di più. Magari trasformando l’attesa della Regata Storica in una singolare gara culinaria, oppure chiamare artisti di strada per coinvolgere i bambini. Insomma una grande kermesse sociale in acqua. Altro spunto? Si voga alla veneta dal lago Maggiore, al lago di Garda. A Lazise c’è una bellissima associazione remiera. Ci estendiamo fino a Caorle e Marano. Da ricordare che la “veneziana” Muggia organizza la regata di Carnevale. Assieme all’istriana Pirano organizza la Voga Maxima in batana, tradizionale barca a fondo piatto. Faccio una provocazione: se ci fossero in Canal Grande regatanti da fuori provincia ne sarei felice.
Certo, fare tornare per un giorno il Canal Grande “tutto nostro”, senza turisti, taxi e moto ondoso é già qualcosa di fantastico. Una piccola rivincita di un giorno.
In fondo sognare non costa nulla.
Anche il vecchio leone “Made in Cina” che ci guarda sornione dalla colonna di Piazza San Marco sarebbe d’accordo.
Non è la regata che deve cambiare, ma la gestione della città… abbandonata in primis dai suoi amministratori, che di fatto non si riuniscono più a Ca’ Farsetti, bivacco di turisti e gabbiani. Se tornano i residenti, tornano anche le barche e l’indotto. I miei figli, residenti a Venezia, esperti vogatori (uno selezionato per la gara dei pupparini) non partecipano più neanche alla Voga longa, ormai fagocitata da imbarcazioni foreste che, con gli scalmi in acciaio , rompono le chiglie delle nostre mascherete e tope.