Il nuovo terminal passeggeri di Fusina è in funzione: la struttura è destinata ad ospitare le navi passeggeri di media dimensione che arriveranno a Venezia nei prossimi anni. Nasce come terminal per le autostrade del mare, ossia quelle infrastrutture che mettono in connessione realtà produttive interconnesse attraverso collegamenti marittimi strutturati e collegati alle grandi bisettrici di traffico, con l’ambizione di divenire il nuovo hub portuale logistico intermodale di Venezia.
La sua collocazione è pertanto strategicamente posta nella gronda lagunare, nell’area di Fusina, vicino all’area industriale di Porto Marghera ed alle grandi vie di comunicazione stradale e ferroviaria.
Il terminal
Dedicato al traffico Ro-Ro e Ro-Pax, ossia destinato alle navi traghetto che, con una limitata disponibilità di posti per passeggeri, imbarcano camion e trailers in viaggio tra l’Europa e la Turchia, il terminal è stato parzialmente convertito al traffico passeggeri, con la creazione di area dedicate all’imbarco e lo sbarco e le necessarie strutture di servizio, grazie alla sua collocazione ed alla disponibilità delle banchine sufficienti a ricevere le navi di medie dimensioni.
Il terminal dispone infatti di 1.250 metri di banchine che contornano una darsena con una profondità di 10,5 metri lungo le quali possono essere ospitate fino a quattro navi di dimensioni medie, fino a 245 metri di lunghezza.
In funzione degli spostamenti delle navi da crociera dall’area del Centro Storico veneziano, attraverso la distribuzione del porto diffuso di Venezia, il nuovo terminal rappresenta un ulteriore passo in avanti, contribuendo a mantenere – pur nelle ristrette prospettive attuali – la vocazione di Venezia come home port crocieristico
Il nuovo Terminal dispone di un’area di 2600 metri quadri per i passeggeri che sono stati realizzati con un investimento di VTP, Venezia Terminal Passeggeri, la società che da anni gestisce i terminal crocieristici in città, sostenuta dall’Autorità di Sistema Portuale Veneziana e da Venice Ro-Port Mos, la società di gestione del terminal di Fusina.
I presenti
All’inaugurazione erano presenti Fabrizio Spagna, presidente ed amministratore delegato di Venezia Terminal Passeggeri, il Contrammiraglio Filippo Marini, Comandante della Capitaneria di Porto di Venezia, l’ing. Maurizio Boschiero, amministratore delegato della Venice RoPortMos, e Fulvio Lino Di Blasio, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, oltre a numerose rappresentanze degli operatori marittimi e dei sindacati di categoria.
Di Blasio e il terminal
Il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia ha sostenuto che con il nuovo Terminal l’Hub crocieristico di Venezia cresce, reagisce ai cambiamenti, evolve verso un sistema sostenibile e migliora l‘esperienza del viaggiatore, che rappresenta un traguardo significativo per il sistema portuale veneto, una promessa mantenuta, una notizia positiva per gli operatori, per gli addetti del nostro comparto crocieristico, per i viaggiatori che partono e arrivano via nave”.
Ricordando che l’individuazione di Fusina come possibile scalo sia stata da lui sostenuta già nel 2021, quando in qualità di Commissario straordinario ho promosso l’utilizzo del terminal di Fusina nell’ambito degli approdi diffusi, acquisendo la disponibilità del concessionario Venice Ro Port Mos all’utilizzo temporaneo, e non prevalente rispetto al traffico ro/ro, da parte di VTP di due ormeggi per le navi da crociera, il presidente ha voluto sottolineare la capacità di tutto il sistema portuale di rinnovarsi per dare risposte certe al mercato, senza compromessi sul fronte della sostenibilità ambientale, nell’ambito di una strategia più ampia che ci pone all’avanguardia a livello internazionale nella sperimentazione di nuovi modelli di ricettività crocieristica diffusa.
Le criticità del terminal
Sul Terminal appena inaugurato appaiono altresì esserci alcune criticità, la prima delle quali riguarda la sua proprietà dato che, entro l’autunno dovrà esser avviato il bando di gara per la vendita del terminal delle Autostrade del Mare di Venice Ro Port Mos (Vrpm), al cui interno si trova la nuova stazione croceristica passeggeri di Fusina, secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Venice Ro Port Mos, società di gestione dell’intera struttura Maurizio Boschiero, che ha informato di lavorare alla stesura del bando.
La Venice Ro-PortMos, è una società partecipata da Mantovani che detiene l’84% delle quote, assieme ad Adria Infrastrutture (10%), peraltro cento per cento di proprietà Mantovani, e da un’altra controllato la Alles con il 5%, infine la Venice Terminal Passeggeri chiude la compagine con un simbolico 1%
In questo momento si sta procedendo alla valutazione economico finanziaria della struttura, con un docente della Bocconi, sulla cui base si tratterà con gli investitori interessati con uno specifico bando che garantirà la trasparenza della trattativa.
Boschiero e il terminal di Fusina
Anche se, secondo quanto indicato da Boschiero, il bando non andrà ad incidere sulla nuova stazione passeggeri, per la quale Vtp ha un contratto di sei anni, e la messa in vendita risulta essere stata deliberata dal CdA nel piano concordatario della capogruppo che prevedeva la cessione dell’asset di Fusina, il cambio di proprietà potrebbe comunque comportare delle difficoltà di convivenza, sia gestionale che tecnica, con le eventuali diverse modalità di utilizzo della struttura da parte dei nuovi proprietari.
Secondo quanto trapela il prezzo di vendita potrebbe aggirarsi, attorno ai 50 milioni di euro e potrebbe interessare per le sue banchine, piazzali, gli armatori Grimaldi e Msc, come altri investitori nel campo della logistica marittima, tanto per la sua posizione quanto per la durata quarantennale della concessione.
L’intervento critico di Marchi
A margine dell’evento il presidente della Save, Enrico Marchi, interviene criticamente dicendosi amareggiato per la situazione sconsolante delle crociere a Venezia.
Marchi afferma che si inaugura questo terminal ma è l’unica cosa concreta da diversi anni. Non è stato realizzato il terminal crociere di Marghera, non è stato scavato il Vittorio Emanuele, non ci sono le premesse per un cambio di marcia ma un andamento inerziale e una grande chance persa per Venezia
L’anno prossimo partirà una nuova stagione e mancherà la banchina lato nord, anche se a mio avviso è il luogo meno adatto dove far arrivare le crociere, ma che doveva essere pronta del 2023.
Secondo il presidente Save la flessione del mercato delle crociere ha tolto migliaia di passeggeri al business dell’aeroporto di Venezia ma ha costituito anche una perdita di opportunità per l’intera città.
Tra coloro che non vogliono le crociere e quelli che le vogliono ad ogni costo credo ci sia la possibilità di trovare punti di incontro che concilino rispetto dell’ambiente e sviluppo del territorio, occupazione ed economia.
Le considerazioni di Marchi, condivise da molti operatori del porto di Venezia e spesso sussurrate a mezza bocca, si radicano nella mai risolta vicenda no grandi navi, sulla cui scorta si è di fatto bloccata l’attività crocieristica veneziana con la perdita – mai compensata – di migliaia di posti di lavoro e lo sperpero di professionalità consolidate.
L’analisi di De Marchi
Marchi passa poi alle valutazioni sulle ridotte attività di Vtp. Che giudica in alto mare per le condizioni illogiche che sono state poste, incomprensibili e inaccettabili per il rinnovo della concessione. Che hanno portato il Porto a riconoscere i danni subiti. Ci interessa che il porto metta a disposizione due approdi per le navi di una certa lunghezza, ma siamo indietro.
Il terminal di Fusina infatti non è in grado di ospitare le navi medio grandi. Considerando che le mega navi da crociera di nuova generazione – le più moderne ed efficienti anche sotto il profilo ambientale – non verranno mai più in laguna.
Marchi conclude dicendo che, allo stato attuale, solo la previsione delle banchine in Canale Nord di Marghera potrebbero ospitare navi di una certa dimensione. Ma questo progetto risulta essere in stallo per una serie di condizioni sfavorevoli. Pertanto, l’atto non passerà in Consiglio di Amministrazione a queste condizioni; voteremo contro e chiederemo a VTP di impugnarlo.
Interviene Spagna
A questo proposito il presidente di Vtp Spagna interviene in modo più conciliante. Dicendo che abbiamo preso atto che il provvedimento dell’autorità portuale allunga la concessione di dieci anni. E anche se è vero che alcune clausole fanno riflettere, la concessione diventerò operativa quando sarà firmato il decreto integrativo. E per allora contiamo di trovare il modo di limare le perplessità.
L’appoggio di Di Blasio
Giudizio che trova sponda nelle affermazioni del presidente di Atp Di Blasio. Che si è detto fiducioso del percorso sereno avviato con Vtp, per un adeguamento temporale per ammortizzare gli investimenti per gli adeguamenti infrastrutturali. Ciò verrà recepito nell’atto che verrà sottoscritto. Quando si lavora in modo ragionevole le cose funzionano.
Frasi pur rassicuranti ma che dimostrano la rilevante distanze con il presidente dell’aeroporto, pertanto la divergenza tra i due maggiori player logistici sul territorio veneziano.
C’è chi dice no
In questo scenario si pongono altre dichiarazioni di importanti stakeholder della realtà portuale. Quali quelle formulate da Alessandro Santi, presidente della federazione italiana degli agenti marittimi. Che a riguardo dei rumors ricorrenti sulla volontà governativa di riformare la struttura delle autorità portuali, dice mi rifiuto di pensare che si possa anche solo ipotizzare una ben definita ‘privatizzazione’ dei porti con il solo scopo di fare cassa
Una netta bocciatura della ventilata creazione di una o più società di capitali da mettere sul mercato al posto delle attuali autorità di sistema portuale.
I porti italiani (con tutti i loro difetti) e l’Italia meritano qualcosa di più in termini di politica e di strategia di sviluppo. E deve essere affermata con chiarezza quale sia la strategia nonché gli obiettivi alla base di questo progetto, se di questo si tratta, di privatizzazione”.
È prematuro e fuorviante pensare ad una privatizzazione. Laddove si dovrebbe invece procedere per gradi e realizzare l’ultima riforma portuale. Idea molto diffusa negli ambienti portuali nei quali gli operatori reclamano la piena attuazione delle normative esistenti. Confidando nelle loro potenzialità e ritendo indispensabile il mantenimento del ruolo pubblico delle autorità portuali.
Un terminal pieno di dubbi
Le ipotesi di privatizzazione, per la numerosità dei soggetti privati gestori delle concessioni e le rilevanti differenze territoriali, potrebbe ingenerare potenziali conflitti di interesse. Che verrebbero aumentati dall’eterogeneità dei sistemi portuali, con il portato di potenziale emarginazione di un apprezzabile numero di porti (e delle Autorità che li governano). Che oggi svolgono comunque funzioni anche territoriali importanti.
La comparazione con il sistema aeroportuale è difficilmente applicabile. Anche per gli effetti territoriali ed economici molto meno complessi e profondi di quanto non accada con i porti.
Chi non è convinto del terminal
Anche un manager di lungo corso come Luigi Robba, ex direttore di Assiterminal e oggi consulente dell’associazione terminalistica non è convinto dalla rivoluzione Spa. Sostiene che l’assetto portuale italiano avrebbe bisogno di pochi ritocchi per garantire migliori risultati.
Le difficoltà dei sistemi portuali italiani, di per sé rilevanti, conoscono nella nostra realtà le ulteriori questioni irrisolte della crocieristica veneziana. Fatta anche di interventi frammentari, di mancata programmazione e di sostanziale imprevedibilità dei traffici.
Utilizzando una metafora metereologica si può dire che il clima sullo scalo veneziano, è volto dal brutto allo stabilmente perturbato, cosa diversa dal bel tempo.