Gennaro Sangiuliano ha lasciato il posto di ministro della Cultura dopo “giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico”, come ha scritto nella lettera alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Dimissioni irrevocabili, ma sicuramente tardive e per questo ancora più dannose. Per sé e per il governo. Nonostante la convinzione che il governo, grazie anche a lui, sta “facendo grandi cose” e la fierezza per i “risultati raggiunti sulle politiche culturali in questi quasi due anni… a partire dall’aver messo fine alla vergogna tutta italiana dei musei e dei siti culturali chiusi durante i periodi di ferie, aver incrementato in appena un anno il numero dei visitatori dei musei (più 22 per cento) e gli incassi degli stessi (più 33 per cento)”.
Intanto, il ministro ci fa sapere che a dicembre a Milano aprirà palazzo Citterio acquistato dal ministero nei primi anni Settanta e poi rimasto inutilizzato per decenni. E che sono ben avvianti progetti come l’ex Albergo dei Poveri di Napoli, l’ampliamento degli Uffizi in altre sedi e l’investimento per la Biennale di Venezia”.
Di più: “Per la prima volta in Italia sono state organizzate grandi mostre su autori e personaggi storici che la sinistra aveva ignorato per ragioni ideologiche”.
Gossip e scandalo per Gennaro Sangiuliano
L’ex ministro si dice convinto “di aver toccato un nervo sensibile e di essermi attirato molte inimicizie avendo scelto di rivedere il sistema dei contributi al cinema ricercando più efficienza e meno sprechi”.
Ma il gossip e lo scandalo hanno sommerso tutto, adesso il ministro ha bisogno di “tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno”.
Naturalmente si annunciano querele anche per ribadire che “mai un euro del Ministero è stato speso per attività improprie”.
Giorgia Meloni nella risposta ringrazia “una persona capace e un uomo onesto, per lo straordinario lavoro svolto” e propone il nuovo ministro che ha accompagnato a giurare nelle mani del Presidente della Repubblica. Si tratta di Alessandro Giuli, presidente della fondazione Maxxi.
L’accusa a Gennaro Sangiuliano
Le opposizioni avevano lamentato probabili accessi a documenti riservati da parte di Maria Rosaria Boccia e per l’ipotesi che avesse usufruito di soldi pubblici per i suoi spostamenti al fianco del ministro, presenza testimoniata dalla stessa Boccia con numerose foto. Soprattutto avevano chiesto che il ministro rispondesse in Parlamento nel corso di un dibattito in aula. Dibattito che quasi certamente non ci sarà, superato dalle dimissioni e dalla sostituzione.
Nel suo biennio al Ministero, Sangiuliano ha introdotto il biglietto d’ingresso per il Pantheon di Roma: il 70% dei proventi sono destinati alla manutenzione del sito, il restante 30% va alla Curia per iniziative benefiche. Ha registrato importanti scoperte nel parco Archeologico di Pompei e l’iscrizione della via Appia Antica nella lista dei patrimoni dell’Unesco. A Milano è in dirittura d’arrivo il progetto della “Grande Brera”, l’inaugurazione è prevista in autunno, che prevede il raddoppio degli spazi espositivi che dalla storica pinacoteca milanese si allargheranno all’attiguo Palazzo Citterio, dove ora sono in corso lavori di ristrutturazione.
Quando era giornalista
Di Gennaro Sangiuliano abbiamo ricordi personali, era vicedirettore di Libero, negli anni di Vittorio Feltri e anche chi scrive pubblicava tanto, lì.
Abbiamo tentato di intervistarlo a Villalunga di Casalgrande, non siamo andati oltre il saluto. Questi i video della serata, due anni fa.
Questi, invece, è il suo portavoce, il campano Andrea Petrella, che qui raccontava la sua passione per il Napoli, a una serata Ussi.
Petrella, capo ufficio stampa del ministero rivelava, su La7: “E’ una che si vuole accreditare. Io ho appreso della conoscenza di questa signora attraverso le foto che sono rimbalzate sulle testate online”. La donna pubblica gli screenshot da Whatspp mostrando come sia stato proprio Petrella a rimuoverla dalle chat “Social ministro” e “Monitoraggio ministro” il 16 agosto. Boccia aggiunge anche che non poteva non conoscerla perché hanno presenziato agli stessi eventi e perché c’è stato uno scambio di messaggi, tutti documentati.
Ora il ministero della cultura passa a un polemista moderato, Alessandro Giuli
Era stato una delle prime opzioni per questo dicastero. E’ sempre stato ritenuto un “meloniano doc”, pur nell’autonomia del ruolo da intellettuale d’area. Fu subito ricompensato in qualche modo con la presidenza della Fondazione Maxxi, il museo di arti moderne di Roma, conferitagli proprio da Sangiuliano a novembre 2022.
Chi è Alessandro Giuli
E’ appassionato di vini pregiati, collezionista di sigari e tifoso della Roma. Romano, 49 anni, dopo qualche anno di studi in filosofia alla Sapienza di Roma, si è dato al giornalismo: quotidiani locali, il “Foglio” di Giuliano Ferrara. Nel 2004 è diventato professionista, e sempre nella stessa testata è stato vicedirettore dal 2008 e poi condirettore, fino al 2017. È sposato con una giornalista di SkyTg24, Valeria Falcioni, con cui ha avuto due figli, nati nel 2016 e nel 2019.
Poi la carriera televisiva che lo ha visto, sempre con un taglio da polemista gentile, fra 2019 e 2020 ospite fisso della trasmissione “Patriae”, condotta da Annalisa Bruchi su Rai 2, e nel 2020 al fianco di Francesca Fagnani nella non fortunata esperienza di “Seconda linea”, sempre su Rai 2, ma chiuso dopo 2 puntate.
«Un mio nonno era partigiano – raccontava -, l’altro fece la Marcia su Roma. Da ragazzo ho militato a destra, ora spiego che Gramsci è vivo». E intanto prende il posto di Gennaro Sangiuliano.