Di recente, due giornalisti scientifici, Massimiano Bucchi e Massimo Sideri, hanno ricordato Piero Angela nel secondo anniversario della morte (13 agosto 2022). Impossibile dimenticarlo: siamo stati a milioni suoi fan, e molti di noi hanno avuto la fortuna d’incontrarlo di persona, come è capitato al sottoscritto (c’era anche Alberto, un’estate a Cortina).
Bucchi e Sideri hanno ricordato il suo capolavoro popolare, cioè Quark, questa specie di università “leggera”, – domestica in fondo, – che diffonde, e difende, la parola della scienza contro il semplicismo magico degli incalliti “so tuto mi” e ci raccoglie in un club di curiosi della realtà e dei suoi misteri che, svelati, diventano nostro patrimonio culturale e, importantissimo, coscienza dell’infinità del vivente sulla Terra e nel cosmo.
Ricordando Piero Angela
Ricordare oggi Piero Angela e la sua creatura televisiva è – se posso esprimere la mia convinzione personale – una necessità, un dovere sociale: proprio oggi, passaggio storico in cui l’oscurantismo non è una fiaba progressista ma la somma perversa di Superstizione e Tecnologia.
Ricordare il grande divulgatore è un’occasione per imparare (è la parola giusta…) e apprezzare una forma di comunicazione in cui lo scrittore, e il giornalista e il lettore o spettatore stanno “dalla parte della scienza per i contenuti, e dalla parte del pubblico per il linguaggio” (pensiero di P. Angela).
L’italiano scritto sui social e parlato in Parlamento o al bar Italia dà qualche preoccupazione se – poco tempo fa – nella stessa prima pagina di un grande quotidiano si sono letti commenti preoccupati di due osservatori professionali della realtà italiana pervasa dalla “martellante diffusione di certe parole”, da “polemiche tossiche”, da chi dà “sfogo agli istinti più incivili” ecc. ecc.
Dice il saggio: tornare allo “stile Angela” non è mai troppo tardi.
Prigionieri di una parola
Se ci fate caso, succede abbastanza spesso che “una parola tira l’altra”, e non è un gioco. Il fatto è che certe parole ne contengono altre come la melagrana contiene i grani rossi. Un esempio recente: cercando l’origine della parola cattiveria, di cui il nostro mondo è pieno – e ce n’è tanta, spesso, anche dentro di noi – ho scoperto che bisogna tornare indietro nella storia, quando perfidia, malvagità e malignità si aggrovigliavano in quell’unica parola che oggi chiamiamo cattiveria.
Allora si usava il latino e cattivo si diceva captivum, cioè prigioniero. C’è da meditare. Infatti, la cattiveria ci tiene imprigionati nelle sue spire ferree, ci riveste di una corazza durissima che ci impedisce di agire liberamente (a mente libera…).
Se qualcuno si meraviglia di tanta concentrazione di significati, gli/le ricordo il verso di un poeta che voleva concentrarsi in una sola parola. Nel suo dialetto diceva: stricarm int’na paraula (Cesare Zavattini)
Variazioni
(poesia)
1.
Nel tempo continuo
corrono i treni dei giorni
e spesso, ahimé, non fermano
alla stazione che ci piace:
così, allora, il tempo
ci inganna e ci rapisce.
2.
Nel tempo remoto
tu fosti appena un pensiero,
un brivido fra due istinti
e la Vita ti scelse per sé
e per popolare il mondo.
3.
Nel tempo dei poeti
stiamo seduti sulla riva
del Lete e di tutti quelli
che passano dovremmo dire
il nome: ma non possiamo.
4.
Nel tempo di Utopia
ci consideriamo tutti eroi
ma il vento solare ci porta
a sconfinare in un buco nero
infinito come il pensiero…
5.
Nel tempo nostro, tuo e mio,
c’è un’energia che ci porta
lontano da qui, nell’altrove
dove amore non è parola
ma unica forza del cuore.
Esistere nel domani
è nel nostro programma.
Anonimo ‘24
Caro Anonimo , mi è piaciuta la tua analisi letterale di ” cattivo ” dal latino ” captivum ” .
Quanta gente è cattiva!
Quando stai male e ti aspetti una parola di conforto e di speranza da persone incaricate a farlo e t’imbatti , invece ,in nemici senza scrupoli …allora tocchi con mano la cattiveria!
Per fortuna, le forze del bene alla fine prevalgono . Ricordi ? Resistere resistere resistere.
Grazie per i valori positivi che continui a testimoniare.
Caro Ivo, quanto mi piace il tuo saper giocare con le parole, sei uno splendido poeta; le cose che dici, e come le dici – sei unico, e ti ringrazio x aver l’onore di far parte dei tuoi lettori. La lettura dei tuoi pensieri e considerazioni sono per me un momento quasi “sacro” di approfondimento, di apprendimento e anche di rilassamento. Ti ringrazio di cuore!
Poi avrei un sospetto: l’ANONIMO sei forse tu ??