“È l’Uomo Tigreeeee che lotta contro il maleeeeee…”. Dite a verità, l’avete letta cantando. In effetti la sigla dell’Uomo Tigre è una di quelle che, anche a distanza di anni, ci ricordiamo tutti ancora a memoria.
Chi si cela dietro la maschera dell’Uomo Tigre
L’Uomo Tigre è un anime che, in un modo o nell’altro, è rimasto impresso nell’imaginario collettivo; sarà appunto per la sigla coinvolgente, sarà per le tematiche affrontate (semplici ma di grande impatto), sarà per la violenza inaudita di alcune scene. L’Uomo Tigre (in originale Taiga Maska, storpiatura giapponese di Tiger Mask) è un manga del ’69 noto in Italia principalmente per la sua versione animata, arrivata sui nostri teleschermi nel 1981 (anche se in Giappone si era concluso circa 10 anni prima)
Il successo
Il successo dell’opera è dovuto in gran parte al parallelismo che c’è tra l’Uomo Tigre (che segue il classico percorso di formazione/crescita/redenzione tipico di molti eroi di narrativa) e la società giapponese dell’epoca (una società che ha appena perso una guerra, era alleata con la feccia del mondo, ha subito due esplosioni nucleari e che stava cercando di riprendersi in tutte le maniere). Ma anche qui da noi ha avuto un discreto successo, oltre che numerose critiche per “l’eccessiva violenza”. L’Uomo Tigre ha avuto una fama tale che ancora oggi molti lottatori calcano i ring delle federazioni di wrestling giapponese usando la gimmik (cioè il “personaggio”) di Tiger Mask. Addirittura di tanto in tanto qualche orfanotrofio giapponese riceve delle sostanziose donazioni ad opera di anonimi benefattori, ovviamente tutte a nome di “Naoto Date”.
Trama
La trama è piuttosto lineare, e si racconta in neanche 10 righe: Naoto Date è un orfanello (come metà dei bambini Giapponesi dopo la II guerra mondiale, cosa che ha aiutato molto il pubblico dell’epoca ad immedesimarsi) che vive in un orfanotrofio di Tokio. Un giorno, durante una gita allo zoo, vede una tigre e decide che, in futuro, dovrà diventare coraggioso e forte proprio come lei.
La Tana delle Tigri
Per far questo, inspiegabilmente, decide di fuggire dall’orfanotrofio e finisce dentro una specie di organizzazione che addestra lottatori spietati, la cosiddetta Tana delle Tigri. La Tana delle Tigri ha un ruolo fondamentale nella storia: è un posto in cui si prendono bambini innocenti e li si sottopone ad allenamenti e prove crudelissime per farli diventare dei wrestler fortissimi e senza pietà. L’unica condizione che impone ai suoi lottatori è quella di dare il 50% degli incassi di ogni incontro all’organizzazione.
La carriera dell’Uomo Tigre
Ora, sappiamo bene che i manga, di suo, sono esagerati, specialmente quelli sportivi; il Wrestling poi per definizione è sport-spettacolo, dove tutto è volutamente ingigantito fino ai limiti dell’assurdo. Nell’Uomo Tigre gli incontri sono tutti reali e all’ultimo sangue: trafiggere l’avversario con assi di legno scheggiate è all’ordine del giorno, e l’omicidio sul ring è una cosa sì crudele, ma perfettamente legale. Naoto quindi viene mandato a combattere sui ring di Wrestling americano, facendosi rapidamente strada e divenendo famoso come “il diavolo giallo”.
Il no alla Tana delle Tigri
Naoto Date/Tiger Man, tornato a visitare quello che era stato il suo orfanotrofio, decide di non rispettare l’obbligo nei confronti della Tana delle Tigri e aiutare invece tutti gli orfani con il denaro vinto con gli incontri: decide così di saldare il debito contratto dall’orfanotrofio con uno strozzino e prende a combattere onestamente, appoggiato anche da reali lottatori come Antonio Inoki, Giant Baba e Kintaro Ohki anche per non influenzare negativamente i suoi giovani ammiratori.
Gli avversari
Comincia in questo modo un’interminabile serie di sfide mortali all’ultimo sangue contro i sicari mandatigli dalla Tana delle Tigri, i quali cercheranno in tutti i modi possibili di punire il suo tradimento, avendo difatti ricevuto l’ordine tassativo di ucciderlo sul quadrato. Tiger lotterà con tutte le sue forze per liberarsi dalle spire malvagie di quest’organizzazione criminale.
Come finisce l’Uomo Tigre
L’incontro è stato vinto, ma a quale prezzo? Quale esempio ha dato ai bambini dell’orfanotrofio? Con che coraggio riuscirà a guardarli in faccia? Dando sfogo alla sua ferocia Naoto ha dimostrato di non essere poi così diverso dai carnefici della Tana delle Tigri, e teme che i bambini non riusciranno a perdonarlo per questo. La serie termina quindi con i bambini scioccati attorno alla maestra/direttrice/responsabile dell’orfanotrofio (nonché già a conoscenza della vera identità dell’Uomo Tigre) che si chiedono se Naoto tornerà mai da loro, mentre l’ormai ex-Uomo Tigre sale su un volo verso destinazione ignota, promettendo a se stesso che, prima o poi, tornerà dai suoi piccoli fan.
L’Uomo Tigre II
L‘Uomo Tigre II (che in realtà sarebbe “uomo tigre secondo”, visto che il numero è romano, quindi ordinale) nasce, come certamente avrete intuito, dallo stratosferico successo del suo predecessore: dal manga di Kajiwara nacque l’anime dell’Uomo Tigre che tutti conosciamo, e dopo la conclusione la Toei Animation decise di produrre un seguito (da cui poi fu tratto un manga): l’Uomo Tigre II, appunto.
La storia
La storia inizia nel 1981, 9 anni dopo la sconfitta del megaboss della Tana delle Tigri e la conseguente partenza di Naoto Date. Il protagonista è Tatsuo Aku (Tommy nell’adattamento italiano), un giornalista sportivo cresciuto nello stesso orfanotrofio di cui si occupava Naoto. Tommy sta assistendo alla finale del campionato del mondo di Judo quando un misterioso lottatore mascherato scende dal cielo e stende facilmente entrambi i contendenti. Quest’uomo dice di chiamarsi Uomo Spaziale e per lui quel che conta sono pubblico, fama e telecamere. L’Uomo Spaziale vuole lanciare alla federazione di wrestling giapponese ed ai suoi campioni (primo tra tutti, Antonio Inoki) una sfida che non potranno ignorare.
Il no di Inoki
Inoki (lottare realmente esistito e famosissimo in Giappone) ovviamente non accetta ma alcuni giorni dopo l’Uomo Spaziale, per ribadire il concetto, decide di interrompere un incontro tra due midcarder e di massacrare uno dei contendenti.
L’entrata in scena dell’Uomo Tigre II
Qui fa il suo ingresso in scena, per la prima volta, la seconda incarnazione dell’Uomo Tigre, intenzionato a sconfiggere l’Uomo Spaziale. Lo speaker sottolinea che quell’uomo non può essere Naoto Date, dato che tutti sanno che è morto tempo prima investito da un’auto, nell’eroico gesto di salvare un bambino: ma allora chi può essere?
La Federazione spaziale
L’Uomo Spaziale della prima puntata non era altro che il primo di una lunga serie di lottatori facenti pare della cosiddetta federazione spaziale, una federazione di wrestling di proprietà di tale Arman Hassan. Hassan è un emiro petroliere dittatore di un non meglio precisato paese arabo (in questo ricorda molto il Dottor Destino) intenzionato a strappare la supremazia nelle discipline di lotta ai giapponesi, per poi espandersi anche in altri settori.
Emiro e lottatore
Lo stesso Hassan è un lottatore fortissimo, e sarà ovviamente il boss finale della serie. Hassan minaccia il Giappone di tagliare le forniture di petrolio se la federazione di wrestling giapponese non diverrà sua e stipula segretamente un accordo col governo: se anche uno solo dei suoi lottatori riuscirà a sconfiggere l’Uomo Tigre, otterrà la proprietà della federazione. Ovviamente il proposito si rivelerà più arduo del previsto, tanto che in una delle ultime puntate l’Uomo Tigre si ritroverà nel bel mezzo di una battle royal con altri 7 atleti, ovviamente tutti al soldi di Hassan, ed altrettanto ovviamente tutti alleati contro il nostro eroe.
La sorpresa
A sorpresa l’incontro verrà interrotto dall’ingresso di Andrè the Giant. Andrè the Giant famosissimo campione del wrestling americano è qui solo perché è vuole strappare all’Uomo Tigre la Cintura delle Piramidi di cui è detentore simbolo dato a colui che viene reputato il lottatore più forte.
Cos’è la Cintura delle Piramidi
Si tratta di un misterioso titolo introdotto nella parte centrale della serie che viene messo in palio fin dai tempi dei faraoni. Tutti accettano ma The Strongs, che scopriremo poi essere l’emiro in persona, asfalta the Giant in pochi secondi. È quindi Tigre contro The Strongs, in uno scontro che ha tutto in palio: la Cintura delle Piramidi, il destino della federazione Giapponese, il petrolio… sarà uno scontro all’ultimo sangue, pieno di scorrettezze e colpi proibiti?
La lealtà
In realtà no. Strongs incredibilmente combatte lealmente e con sportività, arrivando a riconosce relativamente in fretta la superiorità di Tigre. Per questo decide di arrendersi e di rivelare a tutti la sua identità. La federazione spaziale non ha più lottatori, ha perso, e la missione dell’Uomo Tigre è conclusa. Ma Hassan ha un ultimo desiderio: chiede che l’incontro riprenda, senza limiti di tempo e senza niente in palio – niente se non l’orgoglio. Tigre accetta e, in segno di rispetto, si toglie anche lui la maschera rivelando al mondo la sua identità. Lo scontro prosegue fino a che Hassan, dopo aver compreso i suoi errori, muore di arresto cardiaco (anche a causa dei colpi subiti). Poco dopo il suo decesso, si sparge la notizia che la popolazione del suo paese ha iniziato una rivoluzione e che sta avendo successo.
Il commento
La serie nel complesso non è male – certo, non può competere con la prima in quanto profondità e tematiche, ma si lascia guardare, quindi il consiglio è quello di vederla, vista anche la sua breve durata.
Chi era Keiichiro Kimura
È scomparso a Tokyo all’età di 80 anni, a causa di un infarto, Keiichiro Kimura, character designer e regista giapponese conosciuto anche come il “papà dell’Uomo Tigre”, l’anime più celebre da lui realizzato nel 1969. A dare la notizia della sua morte è stato il quotidiano giapponese Asahi Shimbun.
Nato nel 1938 nella prefettura di Gunma, Kimura nel 1961 inizia a lavorare per lo studio di animazione giapponese della Toei Animation, dopo aver provato a iscriversi a una scuola d’arte senza però riuscire a passare gli esami di ammissione. Alla Toei inizia a muovere i suoi primi passi di disegnatore, esordendo nel 1964 con due lungometraggi intitolati Sinbad e Little Prince. In veste di character designer e direttore dell’animazione, Kajiwara è una colonna portante nella storia dei manga sportivi, e oltre all’Uomo Tigre ha creato serie storiche come Tommy la stella dei Giantse Akakichi No Eleven (da cui è stato tratto il primo anime calcistico, Arrivano i Super Boys. Sì, quello di Shingo Tamai). Ma soprattutto, Kajiwara ha scritto il manga di Rocky Joe, sotto lo pseudonimo Asao Takamori.
L’uomo Tigre: un atleta della lotta libera
Nel 1981, in concomitanza con l’arrivo sulle TV nipponiche della seconda serie dell’Uomo Tigre, la New Japan Pro Wrestling decide di portare sul ring un personaggio ispirato all’anime. Nasce così il primo Tiger Mask in carne e ossa. Sotto la maschera c’è Satoru Sayama, atleta che calcando i ring messicani della lucha libre ha sviluppato uno stile altamente acrobatico e spettacolare. I suoi match contro Dynamite Kid sono leggenda per gli appassionati dello sport entertainment, così come quelli contro l’alter ego “malvagio” Black Tiger. Il che non solo ha ispirato i personaggi di King e Armor King nella serie Tekken, ma nasconde un’altra curiosità: tra i vari lottatori che hanno indossato la maschera di Black Tiger c’è stato infatti anche il celebre e compianto Eddie Guerrero, icona della wrestling-mania italiana di inizio millennio. Anche i Tiger Mask sono stati diversi: sei lottatori, l’ultimo dei quali ispirato a Tiger Mask W, il terzo anime dell’Uomo Tigre. Più tutta serie di altri tizi mascherati da tigre, dai Super Tiger a una versione femminile del personaggio, Tiger Dream.
W Come vittoria
La storia è ambientata oltre quarant’anni dopo la fuga di Naoto Date. Il Giappone è ora un moderno paese sviluppato e la vecchia Japan Pro-Wrestling Association dei tempi di gloria non esiste più. Naoto Azuma e Takuma Fujii sono due giovani uniti dalla passione per il puroresu e per questo frequentano entrambi la piccola palestra Zipangu Pro-Wrestling gestita da Daisuke Fujii, il padre del secondo. Tuttavia, le loro vite vengono drammaticamente sconvolte un giorno in cui, durante un match organizzato dalla GWM (Global Wrestling Monopoly), una potente federazione di wrestling americana, il malvagio Yellow Devil sconfigge senza pietà Daisuke, lasciandolo invalido e condannando così la Zipangu alla rovina.
La trama
In cerca di vendetta, i due ragazzi finiscono per prendere strade diverse. Naoto, dopo aver scoperto come dietro l’immagine apparentemente pulita della GWM si nasconda in realtà la rinata Tana delle Tigri, che ha ora la sede centrale negli Stati Uniti, viene preso sotto l’ala protettiva di Kentaro Takaoka, ex wrestler di Tana delle Tigri e fraterno amico di Naoto Date, ormai anziano e con una gamba lesa per tornare a combattere, che dopo averlo addestrato alle pendici del Monte Fuji lo sceglie come nuovo Tiger Mask e lo fa iscrivere alla New Japan Pro-Wrestling, rassicurandolo che in questo modo riuscirà prima o poi a spingere l’organizzazione a mandargli contro i suoi migliori wrestler, incluso Yellow Devil. Di contro Takuma, dopo aver subito un infortunio, fa perdere le sue tracce e, nella speranza di trovare a sua volta Yellow Devil, sceglie di unirsi lui stesso all’organizzazione, dove viene scelto per ereditare il nome di Tiger the Dark.
Le sigle
Sigle prima serie: Sigla di apertura originale: Ike! Tiger Mask di Hiroshi Nitta, testo di Nashio Kitani, composizione e arrangiamento di Junsuke Kikuchi. La sigla iniziale degli Shōnan no Kaze nel seguito Tiger Mask W è una nuova versione. Sigla di chiusura originale: Minashigo no ballad di Hiroshi Nitta, testo di Nashio Kitani, composizione e arrangiamento di Junsuke Kikuchi. Sigla di apertura e chiusura italiana: L’Uomo Tigre dei Cavalieri del Re, scritta da Riccardo Zara e pubblicata nel singolo Angie/L’uomo tigre.
Sigle seconda serie: Sigla iniziale giapponese: Tiger Mask Nisei, testo di Kōgo Hotomi, musica e arrangiamento di Shunsuke Kikuchi, è interpretata da Ichirō Mizuki. Sigla finale giapponese: Inochi o kakete, testo di Kōgo Hotomi, musica e arrangiamento di Shunsuke Kikuchi, è interpretata da Ichirō Mizuki. Sigla iniziale e finale italiana: L’uomo tigre, musica, testo e arrangiamento di Riccardo Zara, è interpretata da I Cavalieri del Re.
L’action movie dell’Uomo Tigre
E siamo così giunti al momento triste dell’adattamento live action pietoso. Si è detto già diverse volte, in questa rubrica, che le trasposizioni in carne e ossa degli anime giapponesi sono spesso, al più, materiale da irridere durante una serata alcolica tra amici. Ma il film di Tiger Mask va molto oltre. Una pellicola agghiacciante del 2013 in cui Naoto si trasforma nell’Uomo Tigre indossando una maschera. E calzando una tuta di gomma da avversario dei Power Rangers. Perché sì. Una cialtronata indicibile, interpretata dal noto cantante e attore giapponese Eiji Wentz. Da recuperare se proprio morite dalla voglia di guardare il mondo con occhi più tristi.
La storia segreta dell’Uomo Tigre
Poteva mancare il supporto e la infinita cultura del nostro Thomas Scalera noto a tutti come Vecchio Nerd? Assolutamente no. Allora dopo aver conosciuto la storia dell’Uomo Tigre, cedo volentieri la parola al nostro esperto e amico che ci svelerà i sergreti della Tigre mascherata. A te Thomas!
Devo dire che il tuo articolo mi è piaciuto molto, anche perché sono un grande appassionato dell’uomo tigre, un eroe amato da tutti e tormentato da molti demoni ( soprattutto per quanto riguarda la prima serie). E il fatto che ho apprezzato è che non hai stroncato la seconda serie, cioè uomo tigre secondo, che seppur breve è godibilissima con alcune tematiche relative anche al primo uomo tigre. Tiger Mask w è un prodotto più moderno, ma mi è piaciuto molto anch’ esso. Direi che ogni uomo tigre è un prodotto di ogni tempo, sia che tratti temi come l’alienazione, la solitudine, la povertà e gli orfanotrofi, la lealtà nello sport, o lo spirito di rivalsa contro le ingiustizie del potente di turno ( tana delle Tigri, federazione spaziale e nuova tana delle Tigri). Il film non lo ho visto , ma a sentire molti commenti deve essere stato un insulto alla serie anime e manga. Comunque ottimo articolo.
Che bell’articolo. Il mondo dell’Uomo Tigre raccontato nei minimi dettagli, in grado di far conoscere questo eroe della tv anni ‘80 anche ai più giovani. Complimenti.
Grazie per aver condiviso il mio video!
E complimenti per l’articolo!