La pista salva le Olimpiadi italiane di ciclismo: Vittoria Guazzini e Chiara Consonni oro nella Madison, Elia Viviani e Simone Consonni (fratello di Chiara, d’argento nella Madison e il bronzo del quartetto maschile (quarto quello femminile), sono di gran lunga superiori all’argento della crono di Filippo Ganna, il nono di Elisa Longo Borghini su strada, il quarto del goriziano Luca Braidot nella mountain bike cross country.
L’impresa di Guazzini e Consonni era nell’aria
L’impresa di Vittoria Guazzini e Chiara Consonni era nell’aria subito dopo il via quando, al secondo sprint, hanno centrato subito il bersaglio grosso. Hanno fatto capire che la coppia, per certi versi inedita formata da Marco Villa, era pronta per una delle avventure più belle del ciclismo azzurro alle Olimpiadi. È la prima medaglia d’oro del ciclismo femminile nella Madison e mancava al settore dal successo di Antonella Bellutti nel 2000.
Marco Villa: “una vittoria che si estenda a tutto il gruppo”
Marco Villa: “Un successo che meritano Vittoria e Chiara ma che voglio si estenda a tutto il gruppo, che da anni lavora alla madison, con anche cambi misti uomini donne. Ho scelto di preservare Elisa Balsamo, una delle pedine di questo progetto, e di puntare sulla Consonni, che ha risposto magnificamente. Hanno vinto da outsider ma meritatamente, questo ci lascia ben sperare anche per i prossimi appuntamenti. La nostra Olimpiade non è ancora finita.”
Vittoria Guazzini: “ho attaccato e ho avuto ragione”
L’incredulità di quanto realizzato è il primo sentimento espresso dalle due nuove campionesse olimpiche una volta scese dalla bici. Vittoria Guazzini ha dichiarato: “Ho visto la possibilità ed ho attaccato. Siamo riuscite a prendere il giro e poi abbiamo resistito. Non avevamo un piano prestabilito, ma ci siamo adattate in corsa. Siamo partite bene, poi ci siamo trovate un po’ in fondo al gruppo, non perché ci mancavano le gambe ma perché si andava al massimo. Quando ho attaccato ho pensato che in fondo le altre dovevano essere stanche come la sottoscritta. Chiara è stata brava a capire al volo la situazione e a continuare l’azione.”
I fratelli Consonni vanno a medaglia. Chiara: “ho saputo di correre all’ultimo momento: e andata bene”
Per i fratelli Consonni si tratta del secondo titolo olimpico, dopo quello del 2021 di Simone, quest’anno bronzo nell’inseguimento a squadre e d’argento nella Madison. Chiara è incredula: “Non riesco a capacitarmi di quello che è successo. Ho saputo che avrei corso solo ieri e adesso mi ritrovo con un titolo olimpico. Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno aiutato in questi anni, soprattutto il gruppo di amiche con le quali abbiamo condiviso questi giorni. Elisa Balsamo che doveva essere lei a correre e le altre ragazze del quartetto. Quel quarto posto ci ha lasciato la voglia di compiere questa impresa”
Viviani e Consonni: medaglia dopo 26 anni nella madison
A distanza di 26 anni dal bronzo di Martinello e Villa, Elia Viviani e Simone Consonni riportano la Madison maschile azzurra sul podio alle Olimpiadi. La coppia di amici, prima che compagni, regala uno splendido argento alla spedizione a Parigi completando anche la personale collezione di metalli ai Giochi: con un oro, l’argento di oggi e un bronzo i due veterani del gruppo si accomiatano dalla rassegna olimpica nel migliore dei modi.
Consonni: “è stata dura anche per la mia caduta”
“Ci tenevo a fare bene – ha detto Simone Consonni subito dopo l’arrivo -. Lo dovevo al pubblico, a me stesso e soprattutto ad Elia, che nella sua ultima Olimpiade voleva lasciare il segno. Non è stato facile. Abbiamo provato a cambiare le regole del gioco subito, sperando di sorprendere la concorrenza. E’ andata bene ma nelle ultime tornate, complice anche la caduta, è stata dura. Sentivo dolori da tutte le parti, ma non potevo mollare a 20 giri dalla fine e con un vantaggio da difendere.”
Un oro e un argento della famiglia Consonni
La famiglia Consonni a questi Giochi si porta a casa un oro, un argento e un bronzo. Simone commenta la cosa con la solita leggerezza: “Non sono d’oro le mie, ma sono due, contro una di Chiara. Sono contento di quello che ha fatto lei ieri. Ci ha dato la determinazione per provarci anche a noi.”
Elia Viviani: “volevo l’oro, questa era la mia ultima olimpiade”
Elia Viviani: “Volevo l’oro. Avevo annunciato che ci saremmo inventati qualcosa. Ci siamo detti prima del via che non valeva la pena nascondersi. Ci siamo trovati davanti e abbiamo mantenuto il vantaggio fino a quando abbiamo potuto. Quando sono arrivato ho pensato subito all’oro sfumato. Passata la delusione mi sono reso conto che questo argento è veramente bello. Ci tenevo a lasciare un segno nella mia ultima Olimpiade. In tre edizioni dei Giochi ho sempre portato a casa una medaglia e questa, in fondo, mi mancava. Voglio fare i complimenti ai ragazzi del Portogallo. Ci hanno messo nel mirino quando eravamo in difficoltà e sono riusciti nell’impresa, mettendoci nella condizione di difendere il piazzamento. Onore a loro.”
Marco Villa: “un argento che premia tutti i ragazzi”
Marco Villa è contento anche se lo nasconde nella calma e compostezza di sempre: “Se la medaglia di venerdì premiava un gruppo femminile, ricco di talento e che aveva sofferto per il quarto posto nell’inseguimento, questo di oggi (sabato) premia tutti i ragazzi che in questi anni hanno lavorato per questi risultati. Avevo visto Elia nell’Omnium e qualcosa non mi tornava. Aveva la gamba e la condizione. Quel risultato era bugiardo. Abbiamo visto che le cose stavano diversamente. Non so se la caduta di Simone ci ha penalizzato, certo è che per recuperare la posizione ha dovuto fare uno sforzo supplementare nella parte finale della gara.”
I quattro moschettieri si portano a casa il bronzo
La forza e il talento dei quattro moschettieri azzurri si mischia con l’orgoglio di chi ha vissuto come una sofferenza la sconfitta di ieri e ha prodotto una medaglia di bronzo che conferma Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna ancora su un podio olimpico a distanza di tre anni dall’impresa di Tokyo. Nella finale per il terzo posto hanno superato la Danimarca, schiantata nei metri finali. Oro all’Australia, che ha battuto in finale la Gran Bretagna non senza qualche patema d’animo.
Marco Villa
“Per vincere una Olimpiade bisogna arrivare al top delle condizioni con tutti e quattro gli elementi. Questo non è sempre possibile e non è mai facile. A Tokyo ci riuscimmo. Qui a Parigi, per una serie di motivi legati ai diversi impegni di ognuno, è stato diverso. Il bronzo dimostra però che questi ragazzi hanno classe e talento da vendere.”
Elia Viviani nono nell’Omnium
Elia Viviani chiude al nono posto l’Omnium di Parigi 2024 (97 pt) dominato da Benjam Thomas (164 pt), davanti al portoghese Leitao (153) e il belga van den Bossche (131). L’azzurro raccoglie poco nello scratch e nella tempo race. E’ secondo nell’eliminazione (poi retrocesso al quarto posto) e approda alla corsa a punti staccato di una trentina di punti dalla vetta. Per il veronese, che nel 2016 salì sul gradino più alto e a Tokyo strappò il bronzo al termine di una grande rimonta, questo risultato non è soddisfacente, ma non fa drammi.
Male la gara su strada: Bettiol solo 23°
Non era certo l’Italia ad avere i favori del pronostico a Parigi ma la prestazione degli azzurri è stata certamente poco brillante. Alla fine Bettiol ha chiuso al 23esimo posto, Mozzato 50esimo mentre Elia Viviani, dopo essere stato a lungo in fuga ed essere stato sicuramente il migliore degli azzurri, si è ritirato.
Il vicentino Luca Mozzato: “giornata negativa”
A fine gara, Alberto Bettiol era evidentemente deluso e non è passato in zona mista per parlare con i giornalisti (peccato!), così è toccato al solo Luca Mozzato fare da portavoce della Nazionale e metterci la faccia: «Per noi è stata una giornata negativa, l’obiettivo non era certo quello di partecipare ma di giocarci qualcosa di importante. Purtroppo non abbiamo avuto una buona giornata, Elia ha fatto una bella azione, noi non siamo riusciti ad incidere quando è scoppiata la corsa. Forse ci è mancata un po’ di fortuna, nel senso che io per esempio ho avuto qualche problema tecnico all’ingresso nel circuito, ma sicuramente c’è dell’amaro in bocca per non essere riusciti ad ottenere quello a cui miravamo».