Sabato, alle 18, c’è la Svizzera, in palio i quarti di finale, magari contro l’Inghilterra, passata per prima ma senza entusiasmare. La nazione elvetica è la più vicina, migliaia di frontalieri ogni giorno in particolare da Como vanno a lavorare nel Canton Ticino. Anche dalla provincia di Varese e dal Verbano-Cusio-Ossola, insomma diventa un derby. Anche più di Italia-Slovenia, perchè da Gorizia e Trieste il numero di italiani che va a lavorare oltre il confine è inferiore.
Bella la notazione di Franco Vanni, su Repubblica
“Contando assist e gol, sono sette le reti a cui ha partecipato un giocatore del Bologna. L’ultima è quella segnata dal laziale Zaccagni su invito del rossoblù Calafiori. Ma la Svizzera è un caso a parte… Il gol contro la Germania a Francoforte lo ha segnato Ndoye su suggerimento di Freuler, secondo uno schema che nella scorsa stagione abbiamo visto fare tante volte alla squadra di Thiago Motta: un centrocampista si inserisce e si allarga, porta via un marcatore e lo supera, riceve palla e la rimette in mezzo per il compagno che segna”.
Il tutto si era già visto nella gara d’esordio contro l’Ungheria.
Il ritiro della Svizzera
Nel ritiro dei rossocrociati, a Stoccarda, c’è la convinzione di poter passare, nonostante la squalifica di Widmer. E’ dal ’93 che non battono la nostra nazionale, dai mondiali americani, qualificazioni, con Roy Hodgson in panchina. Tre anni fa, tuttavia, nelle qualificazioni mondiali, strapparono quel doppio 0-0, con i due rigori sbagliati da Jorginho, che significarono il rimando ai playoff, con lo 0-1 contro la Macedonia, sul finire del match.
La Svizzera non è probabilmente mai stata così forte, con Sommer portiere dell’Inter dallo stile unico, sempre efficace. In difesa, Schar, Akanji e capitan Ricardo Rodriguez, tre stagioni buone, al Milan, meritava di restare, poi uomo forte del Torino.
Xhaka è il regista, mai in discussione per il ct Murat Yakin, origine turca e già difensore del Fenerbahce. In avanti, ha ruotato 5 uomini, nel suo 3-4-3. I 5 gol lo dimostrano.
I due ct si sono già incontrati, nel 2013. Ottavi di finale di Europa league, a Basilea vince Yakin per 2-0, al ritorno 1-0 in Russia, a San Pietroburgo, con eliminazione dello Zenit di Luciano Spalletti, in teoria superiore.
Come siamo arrivati alla Svizzera
L’Italia forse sarebbe passata anche con il terzo posto, con -1 come differenza reti, era sul filo, dal momento che ne passano 4 su 6 e l’Olanda ha 4 punti, la Slovenia 3 con differenza reti 0, restavano altri due posti.
Il gol in extremis di Zaccagni ha spazzato via i fantasmi, come due volte negli ottavi di finale ai mondiali: nel recupero di Italia-Nigeria, al mondiale del ’94, segnò Roberto Baggio e poi gli azzurri passarono sul rigore; nel 2006, il penalty procurato da Grosso con l’Australia evitò appunto di far decidere la gara a eliminazione diretta con i tiri dal dischetto.
Zaccagni ci regala la Svizzera
In queste ore si sono accesi i riflettori sulla famiglia Zaccagni, noi avevamo conosciuto il padre di Mattia, che ci aveva rivelato la sua professione. “Ho un albergo, a Bellaria-Igea Marina. L’hotel Fabio”.
Proprio come si chiama lui.
E da un anno ha ottenuto in concessione per 20 anni anche un bagno, il 33, spiaggia green e aperta anche in inverno.
Mattia Zaccagni meritava di essere in rosa già agli Europei del 2021, quando ancora giocava nel Verona, dal passaggio alla Lazio. Meritava di essere titolare, con Mancini, invece giocò una sola volta. Anche con Spalletti era in dubbio, Orsolini veniva da una stagione più brillante, con il Bologna, non ha convinto nell’amichevole al Dall’Ara, con la Turchia, sennò probabilmente Mattia sarebbe rimasto escluso.
La tristezza della Croazia
Ricordiamo che spesso l’Italia ha faticato a superare la fase a girone, raramente ha brillato e, soprattutto, che il girone era il più difficile, con Spagna e Croazia si poteva perdere. Si doveva soffrire molto meno con gli iberici ma con i croati il match è stato equilibrato, contro la squadra vicecampione del mondo nel 2018 e terza 4 anni dopo, oltrechè seconda in Nations league.
I commenti sull’Italia prima della Svizzera
Fra i tanti commenti disfattisti, come le pagelle in Rai di Tony Damascelli, zeppe di 4 per provocazione, scegliamo da facebook Renzo Parodi, per una vita a Il Secolo xix, di Genova, ora firma di Tpi e autore di 12 libri.
“L’Italia di Spalletti è morta dentro – titola su facebook -, Ranieri è il ct giusto per resuscitarla”.
“E’ una squadra mediocre diretta da un tecnico presuntuoso e irascibile che vive di rendita sullo scudetto vinto (meritatamente) col Napoli e strologa di possesso palla, aggressività, coraggio offensivo e presenta una squadra di morti che non corrono, non pressano, non aggrediscono un bel nulla. Una squadra rassegnata, molle e senza personalità…
L’Italia di Mancini e Vialli nel 2021 era una squadra viva, coraggiosa che si divertiva a giocare al calcio.
Spalletti ha perso la testa, le sue scomposte sparate post-Croazia in conferenza stampa dimostrano che l’uomo ha i nervi tesi. È un lusso che la Nazionale non può permettersi. Se usciremo malamente dall’Europeo, suggerisco un nome, sir Claudio Ranieri. Ha tutto per essere un grande ct: esperienza, conoscenza, capacità di gestione del gruppo, stile e nervi d’acciaio. Io spero di vederlo presto sulla panchina azzurra. La sua carriera lo merita”.
In realtà rispetto a 3 anni fa mancano Bonucci e Chiellini, mentre Spinazzola con quell’infortunio ha perso smalto e Immobile non convinceva ma ha dato qualcosa in più di Scamacca e Retegui.
Sempre da facebook prendiamo il commento di Adolfo Mollichelli, a lungo firma de Il Mattino, di Napoli
“La zaccagnata allo spirare del match con la Croazia induce a ricordare al Pelato di Certaldo il motto di Brancaleone da Norcia: quando l’abilità contro lo cul combatte, vince lo cul! Per i suoi azzurri, Lucianone aveva evocato il termine di eroi e per fortuna s’era fermato qui indispettendo la Giorgia nazionale che avrebbe gradito l’aggiunta di santi e navigatori, questi ultimi sponsorizzati dal Galilei… Dicono che era un girone di ferro! Ammesso e non concesso, l’Albania l’abbiamo battuta di misura; la Spagna ci ha fatto olé e se non fosse stato per Gigio saremmo stati toreati e ci saremmo pure bagnati le mutande; la Croazia che ama la pallanuoto più del calcio ci aveva affondati ad ogni fraseggio.
Poi, Calafiori, che si chiama Riccardo ed ha cuor di leone, s’è lanciato alla Bechenbauer e ha servito Zaccagni che ha emulato Del Piero a Dortmund: tiraggiro e gran gol! Tutto molto bello, avrebbe detto il mio amico Bruno Pizzul. Sì, ma quanta sofferenza. Allora, caro Lucianone, tu che parli come un filosofo, ascolta. Lo so che ami Platone ed il mito della caverna, le tue formazioni contemplano troppe ombre e sai bene che fuori la realtà è un’altra. Di Lorenzo è in confusione tra Giuntoli che chiama e Aurelio Primo che rompe. Dimarco (pare che abbia un tatuaggio anche lì…) è cotto dopo aver giocato alla Roberto Carlos nell’Inter. Scamacca è vedovo di Gasperini. Chiesa non è più al centro del villaggio. Jorginho, poi…”.
Noi a Spalletti rimproveriamo di avere insistito su Di Lorenzo e anche di avere escluso Chiesa per Raspadori, reduce da una stagione in panchina, al Napoli.
Non brilla la Francia, fermata sul pari dall’Olanda e poi dalla Polonia, e dunque seconda, vince il girone l’Inghilterra con gli stessi 5 punti ma nelle ultime due gare ha costruito poco.
Di certo però i loro ct hanno nervi più saldi rispetto al nostro
Spalletti risponde così a Dario Ricci, radio24-il Sole 24 ore, con il quale poi si scuserà alle 2 di lunedì notte, al telefono.
“Quello che più ha sorpreso – la domanda – è stato il cambio di formazione e modulo, rispetto alle prime due gare, in base a un patto con i calciatori”.
Spalletti: “Mi parla di patto, ma lei quanti anni ha? Io ho 65 anni, le mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza. Lei lo dice perché è quello che le hanno detto. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema? Non si prenda delle licenze che non sono sue, sono debolezze di chi racconta le cose. C’è un ambiente interno e un altro esterno e se nell’ambiente interno c’è chi racconta le cose non vuole bene alla Nazionale.
Qual è la qualità della scoperta in questo caso qui? È una cosa normalissima. Io ho fatto la tesi a Coverciano sul 3-5-2, poi gliela faccio vedere. Patto perché? Alla fine eravamo sei calciatori offensivi e l’abbiamo tenuta in equilibrio. Noi abbiamo già giocato così ma la qualificazione è meritata per quello che s’è visto in campo, per ciò che s’è visto nel primo e nel secondo tempo il passaggio è meritato. Voi avete detto a me che era il girone della morte, non l’ho detto io”.
Che decisioni prenderà Spalletti contro la Svizzera?
Un’altra nota riguarda il tempo per Spalletti. Dieci mesi non sono così pochi, in nazionale comunque fra amichevoli e partite ufficiali un ct non lavora mai quanto vorrebbe. Descamps allena la Francia dal 2012, Southgate l’Inghilterra dal ’16 però i giocatori cambiano e il livello di spettacolo non è così elevato. L’Italia ereditata da Spalletti non era disastrosa, con due semifinali di Nations league e il titolo europeo. Certo c’erano state le due mancate qualificazioni ai mondiali, ma spesso il confine fra successo e insuccesso è molto labile. E per questo Spalletti fa ancora in tempo a rialzarsi, come Lippi nel 2006 e come Prandelli a Euro 2012. Dodici anni fa, sì, la nazionale aveva giocato meglio, sbagliò solo la finale.
Però adesso c’è un Calafiori che a 22 anni ha le stimmate del fuoriclasse, sembra Paolo Maldini, a qualcuno ha persino ricordato Gaetano Scirea! Centrale o terzino sinistro. Eppure in serie A ha giocato solo 43 partite, in nazionale 2. E per una stagione e un pizzico è stato in Svizzera, al Basilea, e così il cerchio si chiude.