Ma voi ve lo ricordate Il Grande Mazinga? Per i bambini degli anni Ottanta e della fine degli anni Settanta è stato un cartone animato memorabile. “Il Grande Mazinga” (in originale “Gureto Majinga”) è una serie anime con super robot creata dall’autore giapponese Go Nagai che si inserisce nello stesso universo narrativo di “Mazinga Z” (serie precedente) e “Atlas Ufo Robot” (serie seguente). Contemporaneamente al cartone animato, trasmesso nel 1974 da Fuji TV, fu sviluppato anche il manga che Nagai affidò al suo collega Gosaku Ota.
La trama del Grande Mazinga
La storia inizia in pratica esattamente dal punto dove terminava quella di “Mazinga Z”, anche grazie a un episodio cinematografico che fa da ulteriore ponte fra le due serie, ovvero “Mazinga Z contro il Generale Nero”.
I Mikenes
La Terra è sotto la minaccia dell’impero di Mikenes, un antico popolo mediterraneo che un cataclisma aveva costretto a rifugiarsi per millenni nelle viscere del pianeta, affidando la loro sopravvivenza a un sole artificiale. In età recente, un gruppo di ufficiali guidati dal Generale Nero, che hanno convertito i propri corpi in quelli di giganteschi automi, si impadronisce con la forza del regno e ne trasforma la popolazione (compreso il loro monarca Kerubinus) in soldati robot o in mostri da combattimento, con l’evidente scopo di iniziare una guerra di conquista per tornare in superficie e sottomettere gli abitanti della Terra.
Il capo
A capo dei Mikenes – anche se non prende mai parte ai combattimenti – è un colossale essere di fiamma noto come Imperatore delle Tenebre, probabilmente una potenza infernale. È stata sicuramente la sua influenza a risvegliare i Mikenes da un lungo sonno e a spingerli all’azione, anche se essi sanno (come afferma lo stesso Generale Nero) che solo in questo modo potranno finalmente lasciare il sottosuolo e avere un luogo migliore e più luminoso dove vivere.
Torna il Dott. Hell
I Mikenes avevano prestato dapprima un certo aiuto al Dottor Hell, impegnato nella sua lotta contro Mazinga Z, per fargli fare il cosiddetto “lavoro sporco” nella speranza che togliesse di mezzo quello che ritenevano un ostacolo per i loro piani di conquista. Dopo la sconfitta dello scienziato però, decidono di sferrare un attacco diretto alla Terra. I loro mostri distruggono Tokyo e altre metropoli mondiali e, nell’arco di due violenti scontri, danneggiano in modo gravissimo Mazinga Z, nuovamente intervenuto sul campo di battaglia.
L’arrivo del Grande Mazinga
A questo punto compare un nuovo robot di nome Grande Mazinga, fatto costruire segretamente da Kenzo Kabuto, che tutti ritenevano morto e che invece in gran segreto stava lavorando a questo nuovo potente super robot, che affronta con inusitata energia i giganti micenei e riesce ad abbatterli. Da quel momento ha inizio una nuova guerra.
Il Grande Mazinga riprende ed evolve la tecnologia di Mazinga Z: corazzato con una nuova superlega e meglio armato. Possiede inoltre la capacità di volare da solo grazie a due ali retrattili che porta sulla schiena.
La nuova base
La nuova base di difesa terrestre viene stabilita nella Fortezza della Scienza (o delle Scienze), un complesso sulle rive giapponesi dell’Oceano Pacifico che può anche immergersi e volare con la parte superiore. A dirigerla è proprio Kenzo Kabuto, figlio di Yuzo (l’anziano costruttore di Mazinga Z), nonché padre di Koji Kabuto (il pilota di Mazinga Z, in Italia ribattezzato Ryo e Alcor in Goldrake) e del fratello minore Shiro.
Kenzo Kabuto compare nel Grande Mazinga
Creduto morto a seguito di un incidente nucleare, Kabuto è in realtà sopravvissuto grazie all’adozione di un corpo meccanico. Oltre a costruire il Grande Mazinga in gran segreto, mentre il figlio combatteva contro le orde del Dottor Inferno, egli ne ha anche cresciuto e addestrato il pilota, Tetsuya Tsurugi, un orfano dal grande coraggio ma dal carattere molto impetuoso. Kabuto cela per lungo tempo a Shiro la sua reale identità e riversa parte del suo affetto paterno su Tetsuya, fatto che avrà conseguenze drammatiche nel finale della serie.
Il robot femminile
Come in Mazinga Z, al Grande Mazinga viene affiancato un secondo robot di sembianze femminili, ma di minore potenza: si chiama Venus Alfa ed è pilotato da Jun Hono, una ragazza mulatta (è figlia di una giapponese e di un africano) che vive anch’essa alla base, senza che tra lei e Tetsuya nasca un legame sentimentale diverso da un’amicizia/rivalità.
Boss Robot anello di congiunzione tra i due Mazinga
Ai due si aggiungono infine il Boss Robot, che dopo l’esperienza al fianco di Koji e Mazinga Z, si sposta in un capannone a poche centinaia di metri dalla fortezza, e molto più avanti anche il Junior Robot, un automa costruito da Kenzo Kabuto per il figlio Shiro, ma assai raramente impiegato nei combattimenti viste le sue modeste possibilità. La sua apparizione e il suo aspetto si devono a un concorso della casa di produzione, che aveva invitato i giovani spettatori del cartone a disegnare un robot per Shiro.
Agganciamento
Sia Tetsuya che Jun si mettono ai comandi dei robot entrando nella loro testa con speciali navicelle (il Brain Condor per il Grande Mazinga e la Regina delle Stelle per Venus). Tetsuya dispone anche di una speciale motocicletta armata con pugni a razzo.
I primi combattimenti
I combattimenti vedono generalmente impegnati prima Venus e Boss. I Mikenes dispongono invece di una base sottomarina (cui affiancheranno poi una base avanzata a forma di isola) e si portano sull’area degli scontri con una gigantesca fortezza volante di oltre 600 metri di diametro, chiamata Mikeros. A dirigere l’attacco sono uno o più dei sette Generali del regno, che rappresentano le sette classi dei mostri di Mikenes. Particolare di rilievo: i Generali hanno le stesse dimensioni dei loro mostri.
L’evoluzione del Grande Mazinga
Nonostante riporti spesso danni rilevanti, il Grande Mazinga esce vincitore da ogni battaglia, e sotto i suoi colpi cadono prima il principe Kerubinus (che, indotto dai Mikenes a combattere sotto la falsa promessa di riavere il suo regno, finisce poi per lanciarsi in un attacco suicida contro di loro), quindi Gorgon (al cui posto arriva la Marchesa Yanus, esperta di intrighi) e poi lo stesso Generale Nero, che affronta il robot terrestre in un epico duello all’arma bianca. L’Imperatore delle Tenebre decide allora di richiamare dall’inferno il Dottor Hell (Inferno nella versione italiana), che viene trasformato nel Grande Maresciallo del Demonio e incaricato del comando delle operazioni al posto del valoroso predecessore. I suoi mostri, della cui progettazione – a differenza del Generale Nero – egli si occupa direttamente, si rivelano più potenti dei precedenti, e arrivano spesso a un passo dalla vittoria finale.
Le ultime puntate
Le ultime puntate della serie sono di grande intensità. Usando la nuova base volante Demonica, i Mikenes sferrano un durissimo attacco alla Fortezza delle Scienze, nel corso del quale lo stesso Kabuto resta ferito. In soccorso arriva il dottor Yumi, il direttore dell’Istituto di Ricerche Fotoatomiche dove ancora si trova Mazinga Z. Di fronte al precipitare degli eventi, Yumi gioca l’ultima carta, facendo tornare con un volo supersonico Koji Kabuto dagli Stati Uniti. Il ragazzo si rimette ai comandi di Mazinga Z, ricostruito in gran segreto grazie all’aiuto di Kenzo Kabuto e ripotenziato con la stessa lega del Grande Mazinga e il suo contributo è determinante per respingere i nemici.
La battaglia finale
Usando la nuova base volante Demonica i nemici sferrano un durissimo attacco alla Fortezza delle Scienze, nel corso del quale lo stesso Kabuto resta ferito. Lo stato maggiore di Mikenes scende in campo per lo scontro decisivo. Il dottor Kabuto solleva allora la sua fortezza e la scaglia in un attacco suicida capovolgendo le sorti della battaglia. Malgrado lo sconcerto di Koji per il gesto del padre, i due robot reagiscono e cingono d’assedio la fortezza; ad essi si aggiungono anche Venus e Diana A; la devastante esplosione di Demonica uccide i suoi occupanti e segna la fine della guerra, anche se la sorte dell’imperatore resta avvolta nel mistero. (la sua figura viene ripresa più avanti solamente nel manga di “Ufo Robot Goldrake”, disegnato sempre da Ota).
Il ritiro dei due Mazinga
Resi gli ultimi onori a Kabuto, il Grande Mazinga e Mazinga Z si ritirano dalla scena: nell’episodio cinematografico “Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga” li vediamo collocati nel Museo dei Robot nei pressi di Tokyo, dove sono diventati simboli di pace.
Le sigle
La sigla italiana della serie era cantata dai Superobots, gruppo musicale attivo dal 1979 che, fino al 1984, si è dedicato alla realizzazione di sigle per i cartoni animati tra cui “Jeeg Robot” (cover dell’originale cantata da Fogus), “Ken Falco”, “Guerre fra galassie”, “Daltanious”, “Blue Noah”, “Supercar Gattiger”, “Trider G7”, “Koseidon”, “Starzinger”, “I-Zenborg” e “Megaloman”, “Fantaman”, “Gordian”, “UFO Diapolon”, “Babil Junior”, “Ginguiser”, “Guyslugger”.
La psicologia dei personaggi
Tetsuya, un ragazzo che in seguito alla morte dei genitori fu adottato dal Dott. Kenzo Kabuto, un grande scienziato. Tetsuya diventa quindi il pilota del “Brian Condor“. Per guidare il Grande Mazinga, Tetsuya dopo essere sceso in un sotterraneo, sale a bordo del “Brian Condor” e grazie a una rampa di lancio, fuoriesce da una grotta sul mare, qui chiama il robot con il grido “Mazinga fuori!“, a questo punto il Grande Mazinga emerge da un vortice marino e il Brian Condor si aggancia sulla sua testa. Ma finita la guerra che ne sarà di lui? Tetsuya è stato allevato e cresciuto solo per combattere. La sua unica ragione di vita è la lotta e questo lo rende, a guerra finita, un uomo che non sa che fare del suo futuro. Ogni obiettivo ormai è perso.
Jun Hono
Anche lei adottata dal Dott. Kabuto fin da bambina e addestrata a pilotare un gigantesco robot dalle sembianze femminili, il “Venus Alfa“. Cosi come avviene per il “Brian Condor ” del Grande Mazinga, anche Jun possiede il velivolo chiamato “La regina delle stelle“. Al grido di “Regina delle Stelle, via!” la navetta esce dalla fortezza delle scienze e si dirige verso la cascata di un fiume dalla quale fuoriesce il Venus Alfa. Dopo aver incastrato il velivolo sulla nuca del robot femminile, ne prende i comandi e può cosi iniziare il suo combattimento. Jun ha un profilo psicologico molto complesso. Soffre di inferiorità per il colore della sua pelle e per sentirsi trascurata dal suo padre adottivo, il dott. kabuto. Anche lei addestrata solo al combattimento, figlia di un soldato afroamericano e di una giapponese si sente esclusa. Come emerge nella puntata “Giovane sangue sulla neve”.
L’aiuto
L’aiutante più valido del Grande Mazinga è senza dubbio Mazinga Z, pilotato dall’altro figlio del dott. Kabuto, Koji Kabuto. Questi si mette alla guida del Jet Pilder e si aggancia, come il Grande Mazinga nella testa di Mazinga Z. Dotato di armi potenti simili a quelle del Grande Mazinga, nell’ultima puntata della serie, dopo una estenuante battaglia con l’esercito del male, che vedrà coinvolti tutti i robot della serie, il dottor Kabuto muore. Sacrificando la sua vita, al fine di salvare quella di tutti i suoi figli.
Quello che nessuno vi ha svelato sul Grande Mazinga
Con l’aiuto dell’amico Thomas scalera, andiamo adesso a raccontare la storia del Grande Mazinga che forse molti non sanno. Non quella dell’anime. Ma quella vera!
Mazinga Z Infinity
Una citazione particolare la merita Mazinga Z Infinity un film del 2017 diretto da Junji Shimizu. Terzo film anime tratto dalla serie manga e anime Mazinger Z di Gō Nagai, è il primo ad essere realizzato in forma di lungometraggio. Prodotto dalla Toei Animation in occasione del 45º anniversario della serie, il film è stato proiettato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2017 e distribuito nei cinema italiani tre giorni dopo. Mentre la distribuzione in Giappone è avvenuta il 13 gennaio 2018 da parte della Toei Company. Un peso non indifferente per un lungometraggio. Dal momento che deve unire i fili (dieci anni dopo lo scopriremo) tra due Mazinga che si sono ormai ritirati dalle scene.
La storia
Dieci anni dopo la sconfitta dell’Impero sotterraneo di Mikene, la Terra e tutti i suoi abitanti hanno finalmente trovato la pace. Grazie anche all’energia fotonica, una fonte energetica pulita e praticamente infinita.
Durante alcuni scavi sul Fuji, viene rinvenuta una gigantesca testa appartenente ad un colossale Mech Mazin (successivamente denominato Mazinga Infinity, ovvero Divinità Demoniaca Infinita); Koji Kabuto, ora divenuto un ricercatore sull’energia fotonica, viene chiamato ad investigare sulla presenza di una forma di vita all’interno del gigante. Il giovane si avvicina al gigantesco robot dal quale esce una ragazza, chiamata poi Lisa (acronimo di Large Intelligence System Agents) dallo stesso Koji.
L’entrata in scena del Grande Mazinga
Qualche mese dopo, un centro per l’energia fotonica in Texas viene attaccato da decine di redivivi mostri meccanici che mettono a dura prova i difensori della base. Questi ultimi vengono tuttavia salvati dal provvidenziale intervento di Tetsuya Tsurugi, che scende in campo alla guida del Grande Mazinga. Con il quale riesce a distruggere molti assalitori, ma all’improvviso compare il malvagio barone Ashura alla guida del suo robot. Un’esplosione rende impossibile vedere l’esito dello scontro tra i due.
La verità
Nel frattempo Jun Hono, ora moglie di Tetsuya e in dolce attesa, va a fare visita a Koji e Sayaka, ora a capo del centro ricerche dell’energia fotonica sulla struttura eretta sul monte Fuji. Gli scavi hanno riportato alla luce il busto del gigantesco Infinity (assieme a delle rovine micenee), studiato da Koji e i vari ricercatori che hanno anche capito che Lisa, in realtà un androide (anche se lei si definisce principalmente organica), è la chiave di attivazione del colosso di metallo. Mentre Koji teorizza che l’aumento di energia fotonica abbia teletrasportato lei, il robot e le rovine, da un’altra dimensione.
Tetsuya ancora vivo?
Mentre arriva la notizia dell’attacco in Texas e della scomparsa di Tetsuya, il centro in cui si trovano Koji e compagni viene assediato dall’esercito delle croci di ferro capitanate dal perfido conte Blocken, ma grazie a Lisa gli eroi riescono a fuggire . Il governo giapponese manda le forze armate, con il supporto morale di Koji e con Shiro (divenuto un pilota di mecha) a capo della squadra d’assalto di mech simili a Mazinga per riconquistare la base dove era situato l’Infinity. Ma l’attacco termina in un disastro nel momento in cui da uno strano portale esce fuori il colossale mech, ora attivo, che spazza via le forze d’occupazione. Tra i pochi sopravvissuti ci sono Shiro e Koji, nel frattempo giunto sul posto a bordo di una delle unità. Lì si accorge che sulla testa dell’Infinity è imprigionato il Grande Mazinga con Tetsuya al suo interno vivo, ma privo di sensi.
Torna ancora il dottor Inferno
Ricompare il malvagio dottor Inferno, la nemesi di Mazinga Z, che annuncia al mondo di voler convivere pacificamente con la razza umana, a patto che gli venga fornita una certa quantità di energia fotonica. Pena la distruzione totale del pianeta. La notizia riaccende la discordia tra i vari governi del mondo, che sono divisi tra chi vuole assecondare le richieste del folle scienziato e chi, invece, vuole fermarlo.
I segreti del Mazinga Infinity
Poco dopo, Koji e Lisa vanno a trovare Bossper poi cercare di capire cosa ha davvero in mente il dottor Inferno. In questo frangente, Lisa riferisce a Koji ciò che le era stato detto da chi le aveva affidato l’Infinity. Ovvero che chiunque controlli il Mech può attivare il “Goragon” (strana parola pronunciata dalla ragazza quando era appena stata ritrovata), un potere che chi lo giudica necessario, può distruggere l’universo e rimpiazzarlo con uno a propria scelta, dato che il mech altro non è che un’arma per riplasmare il cosmo.
Inoltre, l’attivazione è ormai vicina. Koji rivela a Lisa le ultime parole del nonno morente: “Chi pilota Mazinga Z può diventare un dio o un demonio”. Il ragazzo decise di non diventare quest’ultimo e, temendo che le battaglie gli avrebbero infuso questo desiderio, smise di pilotare il robot diventando uno scienziato. Ma la ragazza gli fa capire che lui non è e non sarà mai un mostro.
Mazinga Z in soccorso del Grande Mazinga
Koji capisce che il dottor Inferno ha rapito Tetsuya per usare lui e il Grande Mazinga come alimentatore per l’Infinity, senza dover usare Lisa come chiave d’attivazione. Il vero scopo del folle scienziato non è il controllo del mondo, ma di studiarlo e, una volta stancatosi, di ricrearlo a proprio piacimento.
Koji escogita un piano per fermare Infinity e salvare Tetsuya grazie ai suoi compagni e vari scienziati al vecchio Centro fotoatomico dove è conservato Mazinga Z. Koji intende affrontare l’esercito dei mostri meccanici dopo aver riparato il robot. Lisa lo accompagnerà per fermare Infinity. Non appena si sparge la notizia, l’umanità riacquista la speranza. Mentre Boss Robot e una macchina pilotata dai professori Sewashi e Nossori tengono occupate la maggior parte delle forze nemiche, grazie anche all’intervento delle Mazin-Girls, un gruppo di piloti femminili alla guida di una squadra di Venus Ace (il robot che una volta era pilotato da Jun), Mazinga Z entra di nascosto da un tunnel. Si apre la strada verso la sommità di Infinity con una serie di combattimenti spettacolari, riuscendo a distruggere nuovamente i mostri meccanici e Blocken e Ashura con i loro rispettivi robot.
L’ultimo scontro
Raggiunta la cima dell’Inifnity, mentre è intento a liberare Tetsuya dalla sua prigionia, Koji viene attaccato dal Gran Maresciallo del Demonio. Il robot personale del dottor Inferno, con il quale ingaggia una furiosa battaglia. Mazinga Z sta però per soccombere, venendo gravemente danneggiato. Lo scienziato rivela all’eroe che questa pace lo ha rammollito e che la vera natura del ragazzo è la guerra, poi chiede a Lisa qualcosa in una strana lingua. Fortunatamente, Shiro, a bordo del suo mech, libera il Grande Mazinga ed entrambi si uniscono a Mazinga Z nella lotta. Riuscendo così a danneggiare il Gran Maresciallo del Demonio, ma il dottor Inferno si sostituisce al Grande Mazinga (avendo copiato i dati di quest’ultimo sul suo robot) come fonte d’energia per Infinity, attivando il mech e iniziando il “Goragon”.
La sparizione di Lisa
La situazione sembra disperata, ma Lisa, dopo aver chiesto a Koji se il mondo merita di esistere (le strane parole dette dal dottor Inferno) e aver ricevuto da lui risposta positiva, trova un modo per donare a Mazinga Z poteri simili a quelli di Infinity. Rigenerandolo e rendendolo gigantesco come quest’ultimo, non essendo in grado di bypassare il controllo del dottor Inferno sul mech.
Anche con i nuovi poteri, però, il robot di Koji sembra non essere in grado di reggere il confronto con Infinity, almeno fino a quando Lisa non si sacrifica convogliando l’energia fotonica del Grande Mazinga, del mech di Shiro e tutta quella presente sulla Terra nel corpo di Mazinga Z. Che con un potentissimo pugno a razzo spedisce Infinity nello spazio e lo fa esplodere, provocando la morte del dottor Inferno. Lisa, prima di sparire, mostra a Koji alcuni eventi di una realtà alternativa in cui lei sarebbe stata figlia sua e di Sayaka. Il ragazzo le dice che un giorno si rivedranno.
Il finale
Koji si risveglia in ospedale circondato dagli amici (Jun ha avuto il suo bambino) e chiede a Sayaka di sposarlo.
Nelle scene finali si assiste da lontano al matrimonio di Koji e Sayaka e, in seguito, si vede una bambina somigliante a Lisa che stringe un modellino di Mazinga Z con i genitori (presumibilmente Koji e Sayaka di spalle) passeggiare in un parco mentre la bambina canticchia il tema musicale di Mazinga Z. L’inquadratura si sposta sul robot.
Una curiosità non poteva mancare
Sapevate che il primo gruppo musicale cosplay è veneziano e prende il nome proprio dall’anime? Si chiamano la Mente di Tetsuya e vogliamo omaggiarli con la loro personalissima versione della sigla!!!!!