La mostra di Olimpia Biasi Per un’aiuola di stelle, a cura di Myriam Zerbi, ospitata nelle sale del Museo degli Eremitani a Padova fino al prossimo 7 luglio 2024, è una splendida storia d’amore: orchestrata con sicurezza, allestita con estremo gusto estetico, calibrata, mai ripetitiva. Oltre cento opere dell’artista trevigiana, una delle voci più coerenti e significative del panorama italiano contemporaneo, in una composizione che respira.
Il viaggio di Biasi
Biasi ci fa compiere un viaggio emozionante attraverso le meraviglie dell’esistenza umana, laddove l’arboreo, il vegetale si fissano nell’anima e la strutturano nel profondo. Qualcosa di molto simile compie la lirica di Andrea Zanzotto, quasi la linfa del paesaggio, per infinite vie, innervasse la vita degli uomini e le desse ossigeno, affetto, grazia.
Chi è Olimpia Biasi
L’artista si è formata a Venezia con Edmondo Bacci e Luciano Gaspari, esponenti dello Spazialismo, con Giovanni Barbisan per il disegno e Armando Pizzinato per la composizione; ha frequentato la facoltà di Architettura e insegnato materie artistiche nelle scuole statali. Da sempre, la muove la volontà di sperimentare tecniche e materiali eterogenei, dal disegno all’affresco, dalla pittura al mosaico, dal vetro alla ceramica, all’incisione, al collage polimaterico, dal ricamo alla tessitura a mano su rete industriale. Tutto con il medesimo rigore, una vivacità nutrita di senso.
L’atmosfera degli Eremitani
Il percorso agli Eremitani è una vicenda che collega l’immenso al minuto: la dedica a Giotto, alla magnificenza della Cappella degli Scrovegni, contemplata con infinito stupore, si esplicita in una tela scintillante di echi luminose, d’intermittenze del cuore. Olimpia prende il titolo dell’esposizione da un verso della poetessa Louise Glück, Premio Nobel per la Letteratura nel 2020, e mai espressione si potrebbe rivelare più calzante per collegare terra e cielo: Come uomo e donna formano tra loro un giardino come un’aiuola di stelle …
Da lì si dipana un universo di libri d’artista, garze, tele e teleri che s’immergono nell’infinitamente piccolo; garze brulicanti le ha definite la stessa Biasi, esercizio manuale di magistrale sapienza, di pratica paziente. In ogni libro, in ogni erbario, Olimpia dà voce ai versi dei poeti amati: Mariangela Gualtieri, Antonia Pozzi, appunto Louise Glück, Patty Smith, Andrea Zanzotto, Emily Dickinson, la mistica Hildegard von Bingen ed altri. Come se ogni opera, sia tela o garza, arazzo dagli infiniti intrecci o carta, fosse espressione compiuta di quella tessitura complicata e sintetica ad un tempo che è la vita, in ogni sua forma.
Il “giardino” di Biasi
In Olimpia, terra e spirito si compenetrano in una dimensione olistica; l’artista ha creato, nella realtà, il proprio lussurioso giardino, senza seguire rigidi criteri, se non un’elegante, provocatoria casualità. Perché nella vita nulla è veramente in ordine, ma l’esistenza sviluppa un proprio ordine relativo che è magia degli incontri casuali, sorpresa, fantasia. La medesima, incredibile fantasia che Olimpia Biasi conserva nei suoi scrigni artistici, con una traccia memoriale delle radici che ci consola: la nuvola del Tiepolo e la costruzione assennata, ma folle delle architetture veneziane, il rigore di Santomaso e l’energia pulviscolare di Tancredi. E altrettante storie, con le parole di Andrea Zanzotto e Nico Naldini, Claudio Magris e Giorgio Soavi. Un caleidoscopio di emozioni, un tempo di meditazione che riporta a Hildegard von Bingen e al maestro buddista Thich Nhat Hanh, accostandosi anche all’Ecosofia, da Raimon Panikkar a Stefano Mancuso.
Il pensiero di un’arte inverata, vissuta come cammino spirituale; voglia di ricucire la vita, le vite, ripristinando – a piccole tappe – la pace. Come dice Olimpia «tessere la pace è un movimento organico e regolare, fatto con attenzione».
La parole di Myriam Zerbi
Ha esattamente colto nel segno la curatrice di questa grande mostra-omaggio Myriam Zerbi, quando scrive che «il fare della Biasi è clamore e silenzio»: l’acuta energia delle grandi tele e il lavoro quotidiano degli Erbari, carta e garza. Un agire multiforme, eclettico, ma senza perdere di vista l’essenziale, che poi è un canto alla bellezza del mondo, l’aspirazione a riconnettersi con la parte migliore di noi.
Olimpia usa materiali, tecniche e formati diversi: dai teleri lunghi e stretti che pendono a terra ai libri d’artista, ai collages polimaterici di reperti vegetali, ai disegni minuti, alle stoffe di recupero con cui intreccia i suoi Arazzi. Non a caso, Myriam ha ben orchestrato il progetto degli Eremitani come fosse una suite sinfonica: diversi i tempi di fruizione, i ritmi, l’esecuzione. La tonalità, tuttavia, resta la medesima; un’identità d’artista solida, fedele ai propri principi, calda, sensitiva. Un abbraccio, vasto come un’aiuola di stelle.
OLIMPIA BIASI
Per un’aiuola di stelle
Museo Eremitani
piazza Eremitani, 8
25 aprile – 7 luglio 2024
Tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 19:00
Prezzo incluso nel biglietto d’ingresso al Museo Eremitani
Tel. 049 8204551