Un colpo al cuore. In una piazza Ferretto brulicante di persone, che, il venerdì sera, si preparano all’avvio del week end, d’improvviso il suono acuto di una sirena. Stupore e silenzio tra i passanti. Tra chi attraversa la piazza di fretta e davanti a chi sosta sulle piazzole dei bar, si aggirano donne e uomini con una strana maglietta: un cerchio rosso e un simbolo della nonviolenza. La sirena si ferma e in tutta la piazza rieccheggiano le note del Requiem di Mozart. Silenzio e stupore tra i passanti si tramutano in una espressione di sgomento. E’ iniziato il flash mob.
Al flash mob corpi che cadono a terra, immobili, uno dopo l’altro
Cadono a terra, uno a uno, lentamente, le donne e gli uomini in maglietta bianca con il cerchio rosso. Ne cadono anche altri che non indossano nessuna maglietta. I primi che giacciono a terra sembrano rientrare nei gesti imprevedibili di qualche personaggio bizzarro. Forse una performance teatrale di strada. No. Altri si accasciano, formando con il corpo posizioni che sembrano voler dire qualcosa: le mani protese al suolo verso dei cartelli accanto ai corpi.
Il requiem di Mozart avvolge Piazza Ferretto durante il flash mob
Il Requiem va in crescendo, avvolge la piazza cuore della vita mestrina. La abbraccia, con note drammatiche e regali. Le persone continuano a giacere a terra, immobili: le gambe un po’ aperte, leggermente scomposte; i corpi supini, protesi su un lato o con il petto che sfiora il suolo. Incombono le nuvole scure che potrebbero annunciare un temporale imminente, l’aria è improvvisamente fredda, molto fredda, come ad estrarre il momento dalla sequenza primaverile dei giorni precedenti. Non è il 31 maggio, in una piazza che attende trepidante il week end in una città nel cuore del produttivo Nord Est d’Italia. E’ un momento sospeso, ritagliato come un quadro, un fermo immagine che risuona. E palpita.
Accanto ai corpi a terra, cartelli: “basta armi, stop al genocidio”
“Meno armi e più parole”. “Stop al genocidio”. Basta armi”. Sono queste le parole che si leggono sui cartelli accanto alle persone a terra. Di corpi senza vita dall’altra parte del Mediterraneo, a Gaza, se ne sono accumulati 35,mila secondo le stime ufficiali, ma potrebbero essere di più, in maggioranza bambini e donne. Corpi straziati, strappati all’infanzia e alla gioventù, alle promesse di un futuro migliore. Morti tra le macerie, nelle case a pezzi, nelle vie irriconoscibili per la pioggia di bombe. Corpi immersi nel sangue anche nelle ambulanze, negli ospedali, e nei campi profughi. La guerra che non si ferma dal 7 ottobre 2023. In risposta ad altri centinaia di corpi presi prigionieri o massacrati in un attentato brutale.
Dov’è l’anima dei vivi che siedono alla tavola dei potenti?
E l’anima dov’è? Dov’è tra i vivi? Tra coloro che potrebbero decidere di fermare le bombe, i massacri, la fame e la sete, la mancanza di medicine, di scuola, di lavoro e di famiglia e amicizia. In pezzi, a brandelli, i corpi e tutto intorno anime straziate che invocano aiuto senza riceverne. E altri corpi stretti in bei vestiti, attorno a tavole imbandite o a scrivanie ricolme di documenti e con cellulari che squillano incessantemente. Ma la pace NON c’è.
31 maggio: flash mob in tutta Italia per il cessate il fuoco
CESSATE IL FUOCO. Venerdì 31 maggio, in molte piazze d’Italia il movimento pacifista ha messo in scena un flash mob unito alla pratica del digiuno per richiamare l’attenzione sulla guerra a Gaza. La richiesta è sempre la stessa, avanzata ormai da tempo da papa Francesco, da una miriade di associazioni umanitarie, dai movimenti studenteschi nelle università italiane, europee e americane, dall’Onu e da alti rappresentanti a livello internazionale.
A Mestre con il flash mob oltre cento i digiunatori per la pace
A Mestre conta ormai oltre cento persone il gruppo “Digiuno per la pace” partito a metà febbraio con Bernardino Mason, di Pax Christi, 66 anni, uno dei tre digiunatori che, dalla metà di febbraio fino a dopo Pasqua, si era impegnato riducendo le calorie giornaliere a 800-900 insieme a Carlo Giacomini, dell’Ecoistituto del Veneto Alex Langer, e a all’architetto catanese, ma veneziano di adozione, Giovanni Leone. Ora, interrotta la pratica a oltranza, sono decine e decine gli attivisti, dalle “Donne in nero” a tanti altri gruppi, che praticano il digiuno a staffetta come forma di lotta non violenta a sostegno del “cessate il fuoco” immediato.
Nata un rete nazionale per il cessate il fuoco a Gaza
“La pratica del digiuno, anche grazie all’esperienza del gruppo veneziano, ha promosso la nascita di una rete nazionale che vede una quindicina di gruppi aderenti – spiegano Bernardino Mason e Carlo Giacomini. – Il primo obiettivo quindi ora è quello di non disperdere questo patrimonio di relazioni, contatti e capacità di iniziativa anche a livello nazionale. Come coordinamento ci siamo quindi dati degli obiettivi a breve: stiamo raccogliendo le firme anche ad una petizione da indirizzare al Parlamento e a altre autorità.”
Il blog di digiuno per la pace presenta i 4 punti della mobilitazione
Grazie alla rete nata dalla condivisione della pratica del digiuno, oltre all’appello al parlamento, sono maturati altre azioni nelle istituzioni locali, per sostenere i 4 punti, obiettivo dell’impegno di Digiuno per la pace:
– Cessate il fuoco, ogni fuoco di guerra a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Israele, fermate la carneficina tutt’oggi in corso.
– Liberate tutti gli ostaggi israeliani e i prigionieri palestinesi civili detenuti senza processo.
– Attivate l’immediato soccorso alle popolazioni palestinesi con forniture straordinarie di ciò che è necessario (acqua, cibo, elettricità, presidi sanitari e strumenti di comunicazione), con ripristino finanziamenti all’UNRWA.
– Attivazione di una protezione internazionale delle popolazioni palestinesi con la presenza di una forza internazionale, possibilmente con avallo dell’ONU.
Tutte le informazioni alla pagina https://digiunoperlapace.blogspot.com/
Grazie agli amici veneziani! Ho digiunato il 31 maggio con altri qui a Padova e come tanti in tutta Italia! L’emozione che si prova nel video è grande veramente grande! Contro tutte le guerre per la pace sarà il nostro unico grido!
Ciao
Anna Torelli