“Dobbiamo durare almeno un anno, altrimenti che figura ci faccio?”: era scettico il grande Bepo Maffioli quando mezzo secolo fa, Annibale Toffolo gli propose di iniziare l’avventura di “Vin Veneto”, rivista di enogastronomia, cultura e turismo che oggi si chiama “Taste Vin”. Toffolo è ancora oggi editore di quella rivista che in questi giorni taglia il traguardo dei 50 anni. Questo prestigioso anniversario è stato festeggiato nel corso della Fiera del Vinitaly a Verona, presenti tra gli altri il Governatore della Regione Luca Zaia e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo importante progetto editoriale che ha portato ii successi dell’enogastronomia, del turismo e cultura “tricolore” anche fuori dei confini nazionali.
Taste Vin
Da anni “Taste Vin” è presente alla prestigiosa vetrina internazionale del Vinitaly. Ma ha fatto tappa anche a “Prowein” a Dusseldorf e ad “Anuga” la Fiera mondiale del food and beverage di Colonia. La rivista non si è fermata ai confini regionali. Con il premio “Fogher d’oro Internazionale” è stata promossa la cucina veneta e della Marca anche nei Paesi europei come Austria e Germania. Sono stati, quindi, sonfitti lo scetticismo e i timori del grande e compianto Maffioli. Lo stesso Toffolo nel 2019 in occasione del 45° compleanno di Taste Vin su una locandina fece scrivere “Aspettando il 50° anniversario”.
Annibale Toffolo come sono stati gli inizi?
“Quando nei primissimi anni ’70 approdai in Veneto, Beppo Maffioli era un personaggio nel mondo dell’enogastronomia veneta, trevigiana in primis. E non solo. Di questa sua vocazione mi parlarono due persone che ancor oggi affollano i miei ricordi di vita vissuta in terra veneta: l’allora capo della redazione di Treviso del Gazzettino, Carlo Mocci, e l’allora segretario generale della Fiera di Padova, Livio Sirio Stecca. Entrambi erano estimatori della passione di Maffioli per la cultura veneta della tavola e della tipicità dei suoi piatti che tradusse, poi, per i tipi della Muzzio Editore, in numerosi volumi di cucina”.
Bepo Maffioli
Il Bepo era un personaggio eclettico, fu attore, autore e registra teatrale, conduttore radiofonico e ideatore di originali programmi e pièce teatrali di grande spessore culturale. Ma prima di tutto è stato interprete e cofondatore della prima realtà giornalistica, veneta, proiettata ad esaltare piatti e vini regionali: dal connubio con l’attuale editore e direttore, Annibale Toffolo, è nato nel 1974 il periodico Vin Veneto.
Come nascevano quelle copertine legate all’arte?
“Era una rivista che si impose anche, oltre che per i contenuti, per le suo originali copertine, riproduzione di quadri di artisti affermati. Le copertine erano volute e selezionate da me che mi ero formato culturalmente all’Accademia d’Arte di Venezia. Pensavo che si potesse dare quel tocco di originalità in più tanto da farne un “oggetto” da collezione. Maffioli era sempre d’accordo, del resto aveva pure una cultura artistica notevole. Peraltro la rivista in quel periodo si stava confrontando con un altro grande testimone della gastronomia veneta – “Il Vino” di Isi Benini – ma lo spessore professionale di Maffioli e dei suoi più stretti collaboratori fecero di Vin Veneto un originale strumento esemplare di una cultura che non doveva tramontare”.
I meriti di Maffioli
La tenacia di Maffioli, fedele espressione del suo segno zodiacale – il Toro, simbolo di fuoco e sinonimo di persona testarda, priva di disponibilità al confronto, diffidente verso chi non conosce bene e i cambiamenti – fu il vero motore di un successo che progressivamente baciò questa avventura editoriale. Tra le cose sorprendenti anche la prima identificazione storica, nel 1981, del Tiramisù.
La morte di Maffioli, il 3 giugno 1985, sembrò segnare anche la fine della rivista di questo illustre interprete dell’enogastronomia veneta e trevigiana, sembrava destinata a concludersi. A quel punto fu la determinazione di Toffolo a non cedere e a spingerlo a ricercare un nuovo “volano” che fosse in grado di esaltare una così preziosa identità culturale dei cibi e dei vini del Veneto.
Che cosa è accaduto alla morte di Maffioli?
“Ho individuato il personaggio a cui passare il testimone in Giovanni Vicentini, giornalista di profonda formazione e divulgatore dell’arte gastronomica italiana, direttore della Rai di Bologna e presidente della Fondazione Salieri di Legnago, che era la sua città d’origine. Vicentini nel 1987 assunse la direzione e dopo il naturale rodaggio, senza sconvolgerne l’identità e la sua linea editoriale, mutò, portandola alla cadenza bimestrale, il nome della rivista in “Taste Vin”, di certo più aderente al mutare dei tempi e per continuare ad essere testimone di una enogastronomia che doveva saper coinvolgere le generazioni del secondo ma anche quelle del terzo millennio”.
Come è stato collaborare con Maffioli e Visentini?
“Il mio personale rapporto con entrambi è stato di grande e affettuosa, solidale, amicizia anche se l’inizio, con Beppi Maffioli, fu abbastanza tumultuoso, prodromo di uno scontro di due segni di fuoco zodiacali (lui Toro io Leone) che non intendevano cedere il passo. Ma il tutto si ricompose in occasione di una luculliana e amena cena, in occasione di un Vinitaly, nelle cantine di villa Bolla, in piazza Cittadella a Verona. Ci ritrovammo fianco a fianco a parlare di una delle prelibatezze del buon mangiare, rustico, veneto: pasta e fagioli di quelle “dove il cucchiaio resta in piedi”. Fu un conversare amabile, genuino, fatto di sintonie che hanno lasciato il segno nella mia professione passata e presente che si è sempre uniformata a quel rigore che, non volendo, forse, il maestro Maffioli mi ha inculcato nel nostro proseguo nonostante sia stato troppo breve”.
Annibale Toffolo. Giornalista, trevigiano, esperto di enogastronomia e dei suoi processi culturali e comunicativi, ha approfondito in particolare gli studi artistici a Venezia. Possiede una naturale e stimolante vena artistica, che si è tradotta con successo nella fondazione della rivista “Taste Vin”, della quale è anche Direttore Responsabile.
E’ membro di numerose confraternite e Associazioni gastronomiche. Ha vinto diversi premi per il suo contributo alla diffusione della cultura enogastronomica. A febbraio 2015 ha ricevuto dalla Regione Veneto il premio “Identità Veneta”, nell’ottobre 2008 gli è stato assegnato dall’Accademia Italiana della Cucina, il XXXII Premio Nazionale “Angelo Berti”., nel 2018 gli è stato assegnato il Premio Furore di Giornalismo patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana. E’ oggi Accademico Corrispondente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino.