Non si smentisce l’uomo delle imprese. Oggi farà il suo ingresso trionfale a Roma avendo anche vinto ieri la tappa del Monte Grappa; una delle più difficili. Se per tutti era una scalata Tadej l’ha fatta sembrare una passeggiata. Cannibale, Pirata, Camponissimo, soprannomi che non servono per chi ha dettato legge dall’inizio. Vola Tadej e lascia dietro di sè distacchi da paura, Da segnalare le tappe di Milan e Vendrame, che possono ancora crescere. E la tappa di Ganna che ha battuto al cronometro il campione. Al quinto posto troviamo un italiano. Ecco la classifica dei primi 5. Difficile che oggi cambi qualcosa. Pogacar, vincitore, Daniel Martinez, Geraint Thomas, Ben O’Connor, Antonio TIberi. Almeno un po’ di tricolore nei primi 5 nel Giro d’Italia. Chiamatelo pure “l’uomo delle imprese”. Tadej Pogacar aveva fatto vedere cose favolose già nel 2019 da neopro’, ma è stato al Tour 2020 che ha lasciato davvero a bocca aperta il mondo per la prima volta. È già storia: sembrava che l’avesse vinto Primoz Roglic, Tadej fu capace di ribaltarlo dominando la cronoscalata di La Planche des Belles Filles, un giorno prima del gran finale di Parigi e 2 prima di compiere 22 anni.
Tadej, l’uomo delle classiche
C’è poi un capitolo dedicato alle classiche, idealmente aperto con la prima Liegi, quella del 2021, conquistata in una volata ristretta. Ma nel 2024 alla Doyenne, ultimo impegno prima di questo Giro, Pogacar ha fatto anche meglio trionfando per distacco dopo 35 chilometri di fuga. Il 25enne capitano della Uae-Emirates via via alza l’asticella e lo ha fatto pure al Lombardia, vinto per tre volte di fila (2021-2022-2023) come non si vedeva dai tempi di Binda e Coppi (il Campionissimo fece poker): e se nelle prime due occasioni aveva battuto allo sprint prima Masnada e poi Mas, a ottobre scorso ecco la cavalcata solitaria.
Tadej nel giro delle Fiandre 2023
E che cosa dire del Fiandre 2023? Ha “stritolato” la resistenza di Van der Poel “a casa sua” staccando l’attuale iridato tra Oude Kwaremont e Paterberg. Impossibile poi da dimenticare la Strade Bianche 2024: il bis del trionfo 2022 a Siena è arrivato con una fuga-monstre di 81 km mai vista nell’era moderna. Questo è Tadej Pogacar, il campione totale.
Aldo Grasso: “Tadej Pogacar, È Il Ragazzo della porta accanto”
Tadej è il nuovo Cannibale, l’erede di Merckx? «Soprannome sbagliato. Eddy quando vinceva lo faceva con cattiveria, aveva un furore che gli sprizzava dagli occhi – sentenzia il professore Aldo Grasso alla Gazzetta dello Sport – non stava molto simpatico al resto del gruppo, mentre Pogacar è il ragazzo della porta accanto. No, come soprannome per lo sloveno molto meglio il Piccolo Principe: un vestito di sartoria. Poi, ovvio: come Merckx pure Tadej ha l’istinto che lo porta sempre a caccia dell’impresa. Sa di poter vincere tutto: classiche e grandi giri. Persino le crono. I distacchi, certi attacchi e la corsa solitaria rimandano dritti a Fausto Coppi. Pogacar fa parte del club esclusivo. In questo suo percorso verso la gloria c’è spazio per la doppietta Giro-Tour? Ha tutto per centrarla”.
Paolo Bettini: “le imprese di Pogacar: le montagne sono tornate ad esplodere”
Tadej sta rendendo grande uno sport. Il popolo in festa, Con il suo entusiasmo le montagne sono tornare a “esplodere” come non lo si vedeva da anni. Da Pantani. Come Marco fa urlare i tifosi, mette d’accordo un popolo intero di appassionati. Ormai non ha avversari diretti che lo possono impensierire in classifica, ma non è un giro banale, addormentato. Alla partenza ride e scherza con i giornalisti e le televisioni di tutto il mondo, in corsa pianifica attacchi impossibili. Tutto con il sorriso, con la spensieratezza che lo contraddistingue.
Trasmette amore per quello che fa e mi ricorda i miei inizi – racconta Paolo Bettini, duplice campione del mondo e commissiario tecnico della nazionale al quotidiano La Gazzetta dello Sport – Per me la bicicletta è stata il mio gioco preferito anche quando sono riuscito a farlo diventare un lavoro. E per lui è lo stesso”.
Pogacar sta facendo meglio di Eddy Merckx
ettant’anni esatti. Bisogna andare indietro sino al 1954, al Giro più lungo di sempre – 4.337 chilometri, dalla Sicilia a Milano – per ricordare un vantaggio maggiore tra il primo e il secondo in classifica dopo le prime quindici tappe. Pogacar sta facendo meglio anche di Eddy Merckx, che toccò l’apice al Giro nel 1973, quando vestì la rosa al termine della cronocoppie d’apertura a Verviers e non la mollò più. Il Cannibale dopo 15 tappe si trovò al comando con 6’39” su Battaglin. Avrebbe poi incrementato il suo vantaggio, confezionando il poker rosa con 7’42” su Gimondi.