Anche www.enordest.it a Vinitaly, ospite d’onore del padiglione della Carpenè – Malvolti. Un articolo di Orazio Carrubba pubblicato sul nostro giornale è stato scelto dalla storica azienda di Conegliano per sottolineare la storia della Carpenè-Malvolti in un momento particolare: la celebrazione dei primi cento anni del Prosecco. Carrubba ha raccontato la straordinaria avventura del suo primo trasloco: era un bambino di due anni fuggito con la madre sotto le bombe angloamericane a Civitavecchia che distrussero la casa della famiglia Carrubba. Il padre era con gli Alpini in Russia e sulla sua sorte non si avevano notizie. La donna nella fuga tenne con un braccio il bimbo e con l’altra mano mise in salvo una scatola che conteneva una vecchia bottiglia di cognac della Carpenè-Malvolti. Una bottiglia che celava un segreto. Per i nostri lettori riproponiamo il racconto di Carrubba al termine di questo articolo.
La storia di Carpenè
L’azienda di Conegliano ha festeggiato i primi cento anni del Prosecco. Tanti ne sono trascorsi da quando Etile Carpenè – seconda generazione della famiglia – proprio nel 1924 – apportò al Vino Spumante fino ad allora conosciuto come Champagne Italiano una delle più strategiche determinazioni in ambito comunicativo. Iscrivendo per la prima volta il termine Prosecco in etichetta per conferire una precisa connotazione identitaria nonché una specifica collocazione geografica nell’area in cui veniva coltivata la Glera, il vitigno che ne costituisce l’essenza. L’etichetta recitava, infatti, insieme alla nuova terminologia anche la specifica “Vino Pregiato Amabile dei Colli di Conegliano”. Anticipando di fatto il riconoscimento della prima denominazione territoriale che identificava uno specifico areale viticolo nonché il riconoscimento delle successive denominazioni di origine D.O.C. (1969) e D.O.C.G. (2009).
L’orgoglio del sindaco
La ricorrenza è stata celebrata al Vinitaly, introdotta dalla presentazione della ricerca “Etile Carpenè, l’Innovatore ed il Comunicatore”, curata da Ignazio Lombardo, Andrea Barone e Sharon Carducci. Tre ex studenti universitari vincitori rispettivamente nel 2021, nel 2022 e nel 2023 del Premio di Laurea Carpenè-Malvolti. Istituito in collaborazione con l’UICI, le Università Italiane e le Città Capitale Italiana della Cultura Parma nel 2021, Procida nel 2022 e Brescia&Bergamo nel 2023.
“Grande giornata oggi per la Carpenè-Malvolti e per il Territorio, – ha commentato il Sindaco di Conegliano Fabio Chies – . Abbiamo celebrato i 100 anni dalla prima etichetta con iscritto il termine Prosecco. Ma soprattutto abbiamo celebrato un personaggio visionario, Etile Carpenè, che già nel 1924 ha parlato di vino spumante pregiato dei Colli di Conegliano. Una persona che è riuscita ad unire il brand con il territorio, qualcosa di eccezionale se pensiamo che il riconoscimento Unesco è del 7 Luglio 2019”.
La bottiglia del centenario del prosecco Carpenè
Al termine dell’esposizione della ricerca, è stata presentata ufficialmente la bottiglia del centenario del “1924 Prosecco”, una edizione limitata di soli 1.924 esemplari.
Carpenè e énordest
Poi è stato il momento di www.enordest.it . Orazio Carrubba è stato invitato dal direttore generale della Carpenè-Malvolti, Domenico Scimone, a raccontare davanti ai microfoni la sua storia di quel periodo drammatico sotto le bombe fino alla scoperta della vecchia storica bottiglia sulla quale era scritto ancora “Cognac”. Una bottiglia rara perché dal 1936, in piena autarchia, il fascismo aveva vietato l’uso di termini stranieri e tra quelli proibiti c’era anche cognac, sostituito con “arzente”. E dopo la guerra la Francia, proprio come aveva fatto con lo Champagne, ottenne che la denominazione cognac fosse destinata unicamente al liquore francese. L’Italia, compresa la Carpenè, adottò per questo tipo di bottiglie la denominazione di “brandy”. La bottiglia con la scritta cognac restava, pertanto, una rarità.
Il nostro collaboratore Carrubba, che è stato capo a lungo del tg veneto della Rai e vicedirettore Rai, ha ricordato con brio quegli anni e il senso di quella bottiglia per la sua famiglia. Scimone gli ha fatto omaggio di una bottiglia storica di brandy realizzata artisticamente sul modello di quelle in commercio più di ottant’anni fa.