Le prime settimane del 2024 hanno fatto registrare una scarsa qualità dell’aria e, stavolta, non solo al Nord Italia: e questo è un fatto davvero molto preoccupante. Principalmente a causa dell’anticiclone delle Azzorre, che significa assenza di piogge e scarsa ventilazione, si è acutizzata una situazione di inversione termica che ha fatto crescere lo smog al suolo. La parte peggiore di questa situazione sta nelle alte concentrazioni di Biossido di Azoto (NO2) rilevate nella Pianura Padana e, soprattutto, il fatto che queste concentrazioni non accennino a diminuire: anzi! L’inquinamento dell’aria che tira in città, dovuto anche al traffico e al riscaldamento domestico, minaccia direttamente la nostra salute: a seconda della dimensione delle polveri sottili, la penetrazione delle sostanze dannose può raggiungere gli strati più profondi del nostro sistema respiratorio con diversi effetti.
Per questo, il peggioramento delle ultime settimane ha portato all’adozione di diversi provvedimenti: in Lombardia sono state messe in atto misure temporanee di primo livello antinquinamento; l’Emilia-Romagna ha invece approvato il Piano Aria integrato 2030 e anche nel Lazio, il comune di Roma si è attivato per ridurre l’aumento dei valori delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici.
E non è solo il Biossido d’Azoto a creare preoccupazioni, ma anche il Pm2.5 (particolato) è a quota 230: un livello altissimo, tanto da far valutare l’aria “molto insalubre”; subito dopo c’è: “pericolosa”; da quota 50 in su, il livello di concentrazione definisce la qualità dell’aria: “sfavorevole”.
Il disastroso stato della qualità dell’aria che tira nelle nostre città
I livelli di inquinanti (Biossido di azoto, PM10 e PM2.5) sono ancora lontani dai limiti normativi previsti dall’Unione Europea per il 2030: pensate che, se fossimo già nel 2030, 72 città italiane sarebbero fuori legge, secondo i dati più recenti di Legambiente.
Il Nord Italia è l’area più colpita da questo problema a causa dell’elevato traffico veicolare (i motori diesel sono la prima fonte di ossidi di Azoto), dei consumi energetici, del riscaldamento e delle emissioni degli allevamenti.
Secondo Legambiente, le priorità sono:
– incentivare l’uso di mezzi di trasporto pubblici, biciclette, veicoli elettrici, car sharing, ecc.
– promuovere la mobilità pedonale
– ridurre il consumo di combustibili fossili per il riscaldamento e installare più pompe di calore
– incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili nelle industrie
– ridurre le emissioni di metano dagli allevamenti
La qualità dell’aria che respiriamo dovrebbe essere una priorità per tutti e, quindi, dobbiamo proprio darci una mossa!
Gli indesiderabili e tragici effetti sulle persone dell’aria che tira
L’inquinamento dell’aria minaccia direttamente la nostra salute. Infatti, a seconda della dimensione delle polveri sottili, la penetrazione di queste sostanze dannose può raggiungere gli strati più profondi del nostro sistema respiratorio: il PM10 riesce a raggiungere le alte vie respiratorie, ossia naso, faringe e trachea e il PM2,5 è in grado di raggiungere anche le vie respiratorie profonde, aggredendo seriamente i polmoni.
Le cause principali dell’inquinamento atmosferico derivano dal traffico, dalla combustione della legna, dall’agricoltura e dagli allevamenti intensivi, dall’industria e dal sistema energetico; in poche parole, un po’ da tutto.
Le nostre scelte ed azioni anche quotidiane, dalla mobilità alla scelta del fornitore di energia, influiscono sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo.
La prossima volta che pensiamo che il cambiamento climatico sia qualcosa di lontano da noi, ricordiamoci dell’aria che stiamo respirando!
Lo facciamo un bel respiro?
Quando
Quella piaga ancora più scura nel mezzo è ovviamente Milano.
Questo è quello che ogni giorno noi e i nostri figli respiriamo.
Diversi studi dimostrano un’associazione tra le concentrazioni di NO2 e i ricoveri per malattie respiratorie, l’incidenza degli attacchi d’asma e i problemi di rinite.
Il Ministero della Salute ha specificato che le morti premature annuali attribuibili all’NO2 sono circa 10.600.
Sotto l’effetto dell’anticiclone delle Azzorre che si sta estendendo e rinforzando in Europa, abbiamo in questi giorni forti ripercussioni sulla qualità dell’aria specialmente nella Pianura Padana. È particolarmente impressionante l’immagine del satellite Sentinel-5P di Copernicus del 23 Gennaio scorso(una stupenda panoramica satellitare che diventa un incubo, perché nasconde una realtà inquietante e invisibile: l’inquinamento!), che rivela un’elevata concentrazione di biossido di azoto (NO2) nella Pianura Padana, con valori che arrivano fino a 0,00026 mol/m² (fondoscala) nel Milanese.
Le soluzioni (di emergenza) che le grandi città del Nord Italia adottano sono sempre le stesse, e cioè limitazione del traffico del vecchio parco macchine e riduzione della temperatura nelle abitazioni, con effetti che, ormai lo sappiamo, sono poco efficaci. Oppure si prevedono politiche per la mobilità sostenibile, per incentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici o mezzi ecologici. Ma mai che si pensi a tecnologie che abbattano l’inquinamento in modo diretto, come ad esempio, la fotocatalisi, cioè quel fenomeno naturale grazie al quale una sostanza, detta fotocatalizzatore, attraverso l’azione della luce (naturale o artificiale) modifica la velocità di una reazione chimica. Il risultato è una relativamente veloce ma assolutamente efficace decomposizione delle sostanze inquinanti organiche e inorganiche (assimilabili alle polveri sottili PM2.5 – PM10), dei microbi, dei virus e degli ossidi di azoto, appunto.
Una riflessione sulle soluzioni (possibili) sull’aria che tira
Se non si usano strumenti di analisi, la percezione della qualità dell’aria è soggettiva. Se, invece, si utilizzano uno o più sensori per il monitoraggio, i valori diventano oggettivi e comprensibili.
Si stima che tutti noi trascorriamo circa il 90% del nostro tempo in spazi al chiuso; poter respirare un’aria quanto più possibile priva di inquinanti, virus e tossine diventa sinonimo di efficienza lavorativa e qualità di vita elevata, il che significa che è fondamentale, per il nostro organismo, tanto respirare aria pulita quanto bere acqua potabile!
Un esteso trattamento con rivestimenti ecologici trasparenti (certificati nella loro efficacia) di edifici e di infrastrutture nei centri urbani costituirebbe un valido contributo senza elevatissimi investimenti per gli enti locali, regionali e nazionali. Proviamo a immaginare facciate di edifici pubblici e privati come una foresta invisibile, capace di decomporre ossidi di azoto, composti organici volatili, polveri sottili organiche e sfavorire la formazione dell’ozono, perché rivestite con una particolare pittura in grado di abbattere autonomamente e in maniera davvero efficace il famigerato NO2 (e non solo!).
Magari, ne parliamo la prossima volta . . .