Il silenzio non è assenza di suono, nelle nuove tele di Carla Erizzo, esposte in quest’inizio d’anno al Palazzo della Provvederia di Mestre. Assomiglia di più ad uno spazio colmo di aspettative trasparenti, di pulsioni inespresse, richieste fuggevoli, tante storie. È rotondo e pervasivo, ma ha poco a che fare con l’esperienza estetica. Molti ricordano le vedute veneziane di quest’artista dalla tecnica raffinata e sicura, grande conoscitrice della pittura lagunare dei secoli passati. Ebbene, quel silenzio soffuso e magico, dalle atmosfere dilatate, aveva un assetto formale perfettamente riconoscibile. Era un silenzio spaziale, soprattutto.
Carla Erizzo e la vita umana
In questa nuova serie, Carla non abbandona i propri alfabeti liquidi, ma li applica ad una riflessione diversa, legata alla vita umana, alle problematiche dei singoli. E quel silenzio, il lento sciabordio delle acque di laguna, il rumore di passi in una calle deserta, si popola di pensieri, di ansie, di sogni inespressi: diventa un luogo carico di contenuti.
La mano di Carla individua dettagli, spesso la parte per il tutto; una schiena di ragazzo, un paio di scarpe da ginnastica (come la splendida immagine scelta per la locandina), l’apparire di una sagoma nella notte, un bicchiere colmo in primo piano che narra l’assenza di chi beve da solo. Panni stesi, che raccontano anch’essi di intimità domestica, sempre contrassegnati da un indumento rosso, come richiamo concreto al reale, al materico. Ogni opera di Carla Erizzo ha qualcosa di rosso, un corto circuito vitale che si contrappone al sogno lento della ricerca di sé.
Quadri che ascoltano silenzi e mondo giovanile
L’artista insegna, conosce e frequenta – con empatia e sensibilità incredibili – il mondo giovanile. Ha visto l’incubo montante, l’insicurezza collegati alla paura del futuro che hanno contraddistinto gli ultimi anni. L’ansia che divora la speranza. Carla ha ascoltato, lei sa ascoltare con attenzione, senza interrompere, senza giudicare. Questi quadri sono la sua risposta.
Il silenzio è anche un vuoto, sembrano dirci, che va riempito di condivisione; un vuoto-pieno che vuole essere toccato con delicatezza. La pittura accarezza le solitudini, le rende meno cocenti; prende per mano, fa da guida nelle nebbie dell’anima, con quell’inserto rosso – anche a collage – a dirci che siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni, ma che anche i sogni accendono la carne, le vene, gli umori.
Silenzi. Parla Carla Erizzo
Sul fondo della sala, un grande quadro raffigura un bimbo di schiena (potrebbe essere anche una bimba); il vestito di un carminio acceso, fissa l’orizzonte, in un panorama aperto. Molti lo riconosceranno di certo, è l’immagine di copertina di un romanzo di Monique Pistolato, I piedi nella sabbia, Ibis Edizioni, uscito nel 2022. Una storia tenera ed intensa come la vita, a cui l’opera pittorica fa da perfetto controcanto.
In sintesi, la mostra Silenzi, personale di Carla Erizzo ospitata negli spazi della Provvederia di Mestre, fa l’effetto di una stella che emani luce, e fiducia, nei deserti che andiamo attraversando. Qualche volta, la pittura fa miracoli.
Un silenzio pieno… di parole: la magia della pittura!
Brava, Francesca. Trovi sempre le parole giuste, sufficienti e necessarie per descrivere e proporre percorsi artistici interessanti.