Scusate se torniamo sull’argomento. Ma la desolazione di come è ridotto il mercato di Rialto, ovvero il centro del centro di Venezia, è troppo grande.
Il mercato di Rialto 30 anni fa
Già attraversare campo Bella Vienna, un tempo (30 anni fa appena…) stracolma di banchetti di frutta e verdure, fa tristezza. Quattro chiostri imbottiti di chincaglierie per turisti fanno da sentinelle al nulla. La Casaria è una sfilza di banchi chiusi, dicono i bene informati, che i bengalesi sono tornati a casa e le loro licenze non valgono un fico secco. Resiste il fruttivendolo di San’Erasmo, per fortuna ancora con tanti clienti. Secondo uno studio della docente dello Iuav Donatella Calabi, in pochi anni siamo passati da 90 banchi a nemmeno 13. La studiosa ha pubblicato il volume “L’isola del mercato a Venezia”. Uno studio interessante e un progetto per quello che si potrebbe farne.
Intanto godiamoci l’aumento di banchi di spezie per i turisti, prodotti che nulla hanno a che fare con la tradizione culinaria veneta.
Le cause di un declino
Le cause sono complesse e non solo per lo svuotamento di residenti che ha ridotto di due terzi la città. Siamo passati da 175 mila abitanti, settanta anni fa, agli attuali 49 mila (ancora per pochi giorni). La creazione di numerosi supermercati, ha impoverito l’importanza rialtina. I banchi di pesce, fino a pochi anni fa, ancora l’eccellenza di Rialto, sono appena sette. Negli anni Ottanta erano una trentina. Le macellerie erano 27, ora ridotte a due. “Recentemente ho preso in esame i mercati di Monaco, Lubiana, Salonicco – racconta Donatella Calabi – si sono trasformati in luoghi di socializzazione e di incontri. Anche con cibi cotti tra le bancarelle e artigianato”. Occorrono nuove idee e progetti. In tutte le città d’Europa sono spariti i negozi di vicinato, massacrati da supermercati e ipermercati.
Il mercato di Rialto e la Pescheria
Ma la piaga numero uno di Rialto è vedere l’edificio di maggior architettura, ovvero la pescheria opera dell’architetto Domenico Rupolo del 1907, con sculture di Cesare Laurenti, vuoto e abbandonato dal 2008. Proprietario è il Comune, sarebbe in uso ai Civici musei. Parliamo di un immobile di oltre mille metri quadrati, con ampia terrazza di fronte alla Ca’ D’oro. In consiglio comunale, nel 2009 era stata presentata una delibera di iniziativa consigliare bipartisan, con street food e ristoranti didattici, ma é stata lasciata a marcire fino al termine della legislatura.
Se i turisti superano i clienti veneziani
Le guide turistiche portano i gruppi a vedere il folclore dei banchi di pesce nostrani. I turisti hanno superato i clienti veneziani, tanto che sono apparsi dei cartelli sarcastici: una foto alle cicale di mare vive (canocie) per un euro…
Quest’anno è stato nominato “Veneziano dell’anno” dalla Associazione Settemari, Saverio Pastor, 65 anni, artigiano da oltre quaranta, costruttore di remi e forcole, conosciuto in tutto il mondo. Venti anni fa fondò l’associazione “El Felze” per il rilancio dell’artigianato e anche per avviare iniziative su come ripopolare e rianimare la città.
Da piccolo apprendista artigiano, all’ambito riconoscimento alla Fenice, consegnato direttamente dal sindaco Brugnaro.
Un momento di giusta riflessione.