Negli ultimi anni stanno tornando alla ribalta i mattoncini colorati, il gioco inventato dal danese Ole Kirk Kristiansen nel lontano 1932 chiamandolo Lego, dalle parole “leg godt”, ossia “gioca bene”.
Possiamo definirlo a pieno titolo un evergreen, perché appassiona e unisce varie generazioni. Quasi un’anomalia nell’era digitale, questo gioco mantiene il suo fascino per la capacità di attivare e stimolare manualità e creatività, di forzare un pensiero tridimensionale e al contempo di superare i limiti della forma unitaria articolando combinazioni complesse. Così si raggiungono rappresentazioni di elementi che interagiscono tra loro, prendendo ispirazione tanto dal quotidiano quanto dall’immaginario. Mentre in Svezia hanno tolto i tablet ai bambini nelle scuole, perché associati alla perdita di capacità di lettura, si continua a riscontrare una inversione nell’effetto Flynn. Dopo il progressivo incremento del QI nella seconda metà del ‘900, l’indicatore basato sull’intelligenza linguistica e logico-matematica sembra diminuire mediamente tra lo 0,25 e lo 0,50 % all’anno. Anche se il QI è un parametro limitato nel misurare l’intelligenza di una persona dal momento che ne considera solamente due aspetti. Di intelligenze ne sono state individuate almeno altre cinque: spaziale, introspettiva, cinestetica, musicale e sociale.
A Spresiano “Lego per caso”
Per capire meglio il fenomeno dei lego, siamo stati quest’anno all’ottava mostra di modellismo statico e dinamico di Spresiano – Treviso, dove in concomitanza si è tenuta la seconda mostra dei Mattoncini Colorati con la partecipazione, tra gli altri, del gruppo Lego per Caso. Nell’occasione abbiamo anche intervistato Andrea Milan che ci ha presentato la sua collezione dedicata alla famosa saga di Guerre Stellari e ci ha spiegato come è nato, un po’ per caso e grazie ad internet, questo gruppo di appassionati di lego.
Andrea Milan, come è arrivato ad esporre a questa mostra?
“Faccio parte di questo gruppo che si chiama “Lego per Caso” e siamo qui oggi per la seconda mostra del mattoncino colorato. Abbiamo cominciato un po’ per passione fin da bambini. Ci siamo conosciuti, proprio per caso, anche tramite l’applicazione Subito.it scambiandoci dei lego. Da cosa nasce cosa e ci siamo ritrovati qui ad esporre le nostre collezioni, almeno in parte, perché non c’è proprio tutto”.
Cosa avete portato in Lego in esposizione in questa particolare location?
“Si, siamo nella chiesa sconsacrata dei Giuseppini di Spresiano, in concomitanza con la mostra del modellismo nel capannone qui a fianco della Proloco. Qui in esposizione, io particolarmente ho portato alcuni set e un diorama fatto da me di Guerre Stellari. Poi un altro compagno ha portato tutti i mezzi della Technic (particolare linea della Lego iniziata nel 1977 con carrelli elevatori, trattori e gru, per arrivare ai veicoli di vario tipo. Negli ultimi anni ha visto realizzate tra le più iconiche auto sportive). Alcuni set sono stati un po’ modificati, tipo il Millennium Falcon. Le luci non esistono per questo set particolare, ma sono intervenuto con delle modificate e le ho inserite”.
Dalla collaborazione tra Lucasfilm e Lego Group è nata anche un’animazione per bambini andata in onda su Disney+. Ma a raccogliere le maggiori simpatie dei più piccoli sembrano essere i robot, più che i personaggi. Qui ne vediamo uno molto particolare. Come si chiama?
“Il robottino si chiama BD-1 ed è la superstar del reparto Star Wars, perché oltre alle luci emette dei suoni. E’ la mia mascotte personale e di mio figlio. Gli piace molto, gli dà sempre la buonanotte prima di andare a letto ed è sempre lui che lo accende e lo spegne ogni giorno”.