È un artista veneziano affermato. A Parigi lo hanno già prenotato per il mese di ottobre 2024 per una mostra al Centro italiano di cultura a Saint Severin, Quartiere Latino. Come dire via Condotti a Roma, oppure Quartiere Brera a Milano. Mi fa già pensare quali domande faranno i francesi, di solito curiosi. “Scusi scultore veneziano che opere fa?”. Faccio forcole firmate, la risposta. Sarà così per Saverio Pastor, remèr di 65 anni, con bottega a Dorsoduro, fondamenta Soranzo, a due passi dal Museo Guggenheim. Le sue forcole, scalmi per le barche della laguna veneta, ovvero uno dei pochi posti al mondo dove si voga in piedi guardando avanti, saranno oggetto della mostra: “Arte e artigianato della marineria veneziana”.
Saverio Pastor veneziano dell’anno 2023
Si voga in piedi guardando dove si va solo in Cina a Suzhou, piena di canali come a Venezia, sul lago Titicaca tra Perù e Bolivia, senza escludere i nostri laghi alpini nostrani. Saverio Pastor è il decano dei remèri veneziani (cinque in tutto) e di un piccolo stuolo di dilettanti imitatori. È stato nominato “Veneziano dell’anno 2023” e verrà premiato alla Fenice il prossimo 14 gennaio.
Saverio Pastor e le sue forcole
Fa forcole da 48 anni, suo padre recentemente scomparso, era il famoso docente dello Iuav, Valeriano Pastor, collaboratore di Carlo Scarpa. Forse in famiglia desideravano che il figlio diventasse architetto. Invece Saverio, poco più che sedicenne e liceale allo Scientifico Benedetti, si innamora del profumo del legno e dell’arte di costruire forcole e remi.
La gavetta e gli inizi
Nel 1975, anno primo della mitica Vogalonga, entra nel laboratorio artigiano del maestro Bepi Carli (1915-1999), una specie di guru per i gondolieri esigenti che cercavano prodotti perfetti per condurre le barche con meno fatica e meno mal di schiena. Carli, un anziano da sempre e un brontolone nato, confezionava le sue forcole su misura di gondoliere come un sarto. Poi annusava il legno, di solito noce, come fosse una creatura da svezzare. Il profumo della bottega a due passi da Campo San Provolo, aveva il suo fascino. Il ragazzo liceale chiede al “vecio” Bepi Carli, se può aiutarlo nel periodo estivo. “Sei troppo anziano per imparare il mestiere, io ho iniziato da bambino e poi non sei figlio di remèri, quindi scordati l’apprendistato”. In realtà Carli, prossimo alla pensione, non aveva mai voluto allievi attorno, ad eccezione di Gino Fassetta, artigiano ormai maturo come lui, che costruiva solo remi in legno ramino della Malesia. Il maestro Carli diciamo la verità, era atavicamente geloso del suo mestiere e temeva la concorrenza futura. Saverio non molla l’osso. E ottiene il permesso di “stare a guadare”.
Il primo giorno “guarda” per nove ore. Poi ha la possibilità di spazzare la bottega con la scopa e sistemare gli attrezzi con ordine. Passa l’estate del 1975 e il giovanissimo Saverio resterà con Bepi Carli fino al 1980. L’arte del remèr è ormai pienamente acquisita.
Saverio Pastor maestro artigiano
Ora la Regione Veneto lo ha nominato maestro artigiano, praticamente una laurea. Tanto desiderata dalla sua famiglia. Dal 2003, con l’Associazione El Felze, organizza dibattiti e mostre in Italia e in Europa. Qualcuno paragona le sue opere in legno ai grandi artisti contemporanei come Costantino Brâncusi, Henry Moore, Alberto Giacometti e Alberto Viani. Non sono paragoni poi tanto azzardati. Un giorno, per caso, è entrato nel suo laboratorio artigiano, Mick Jagger, quello dei Rolling Stones, e ha acquistato delle forcole come fossero solo opere da esposizione. E in realtà lo sono anche.
Profumo di Parigi
A Parigi verranno esposti 50 esemplari, divisi tra gondole, sandoli, topi. Firmate Saverio Pastor, maître forcolier. È prevista anche una conferenza “Duemila anni di forcole e remi nella laguna di Venezia”. I profumi di noce, pero, melo, acero e faggio, legni usati per queste opere d’arte, completeranno l’esperienza sensoriale parigina.