Viviamo tutti ON LIFE, termine coniato dal filosofo Luciano Floridi, a dimostrazione che ormai è impossibile non essere connessi dalla marea di notizie (spesso terribili) che ci sommerge in una “società delle mangrovie”, in cui la rete ci raggiunge ovunque. Immersi di conseguenza in una dimensione di preoccupazione costante che la psicologa ambientale Elena Cadel ha ben descritto anche come ECO-ANSIA.
Le nuove generazioni rischiano di essere le più disorientate, come hanno testimoniato le rappresentanti del Parlamento europeo dei giovani, Benedetta Stoiculiasa e Patrizia Ivan, intervenendo all’incontro dedicato al “Citizen engagement”, promosso da Veritas e Water Europe nell’ambito degli eventi del progetto europeo B-watersmart realizzati a Mestre il 5 e 6 dicembre scorso. Quali possibilità possono essere offerte ai giovani per rimanere protagonisti della propria vita senza cedere al disorientamento nel contesto di una spesso difficile alleanza tra generazioni?
‘Water Europe”, innovazione e uso intelligente dell’acqua
Per Andrea Rubini, direttore operativo di Water (la piattaforma tecnologica per l’acqua fondata dall’Unione Europea), la cittadinanza attiva e il coinvolgimento delle nuove generazioni sono elementi strategici per dare forma pienamente al nuovo modello di sviluppo.
E questo modello di approccio è stato confermato anche da Rita Ugarelli, che ha collaborato alla elaborazione del concetto di “uso intelligente della risorsa idrica” alla base dell’omonimo progetto progetto europeo B-WaterSmart (di cui Veritas coordina l’unico caso-studio in Italia) che punta a diffondere il valore condiviso dell’acqua tra istituzioni, aziende pubbliche e private, categorie produttive e di tutta la comunità nel suo insieme.
Citizen Engagement per la società ‘water smart’
Solo un valore profondamente condiviso dell’acqua come bene essenziale può trasformare infatti la società in chiave “water smart”, eliminando ogni forma di spreco della risorsa e ottimizzando tutte le opportunità in un’ottica di resilienza.
Cittadini e comunità di esperti giocano un ruolo pieno nella diffusione della cultura “warter smart” e, a questo proposito, molti sono gli spunti emersi dagli interventi dei relatori che hanno partecipato al seminario “CITIZEN ENGAGEMENT”, tenutosi il 6 dicembre scorso, al centro Candiani di Mestre e moderato da Patrizia Ragazzo (responsabile R&S progetti europei servizio idrico integrato Veritas e coordinatrice del caso-studio Venezia del progetto B-WaterSmart) che ha fortemente voluto questa iniziativa finalizzata ad esplorare il contributo dell’informazione e della formazione nel processo di inclusione del cittadino.
Il postcast ‘clorofilla’
Stimolante la testimonianza di Leonardo Feletto, giovane insegnante di scienze e promotore del podcast di divulgazione scientifica CLOROFILLA. Migliaia di followers seguono i focus realizzati, con impegno e competenza, su temi emergenti e cruciali, dai cambiamenti climatici all’ecologia fino ai temi all’avanguardia della ricerca.
Azioni concrete per uno stile green
Un ottimo modello, quello di Clorofilla, anche per la psicologa ambientale Elena Cadel, che ha invitato ad andare oltre l’ansia paralizzante per promuovere in noi stessi, e nella comunità, azioni quotidiane, semplici ed efficaci, che ci permettano di migliorare concretamente il nostro stile di vita in chiave ecologica.
Fondamentali i cittadini nella raccolta differenziata
“Gli ottimi risultati della raccolta differenziata operata da Veritas nel territorio veneziano (ai vertici tra le città metropolitane d’Italia) sono frutto dell’impegno dei dipendenti della multiutility che lavorano con competenza e passione – ha precisato l’assessore del Comune di Venezia con delega all’Università, Paola Mar. – Ma se tutti i cittadini non svolgessero il loro ruolo fondamentale nei corretti conferimenti, questi obiettivi non sarebbero mai stati raggiunti, perciò la consapevolezza di ciascuno e della comunità è, e resta, fondamentale e va coltivata e sviluppata nel tempo in forme sempre nuove”.
Educazione ambientale Veritas
Il servizio di Educazione Ambientale Veritas incontra ogni anno 16mila studenti, dalle scuole materne all’università, ma la sfida -come ha sottolineato Riccardo Seccarello, responsabile comunicazione Veritas- è arrivare a tutti i cittadini. Per questo Veritas sta realizzando anche una campagna di comunicazione con i cabarettisti Carlo&Giorgio (eredi di Lino Toffolo) su risparmio idrico e corretti conferimenti dei rifiuti, perché l’ironia può trasmettere messaggi efficaci anche a chi è ormai stremato dal bombardamento di cattive notizie.
Giornali fatti anche dai lettori
Sempre colpa dei giornali? Per Davide Scalzotto, capocronista del Gazzettino, un quotidiano deve seguire la gerarchia delle notizie di cronache, ma il dialogo con i lettori va coltivato sempre in modo costruttivo, accogliendo anche proposte di approfondimento su temi di interesse civico che possano portare miglioramenti nella comunità cittadina.
Crisi ambientale, colpe umane
Ma da dove deriva l’attuale crisi ambientale? Per il professor Pier Francesco Ghetti, rettore emerito dell’università ca’ Foscari e primo fondatore della cattedra di ecologia, la responsabilità dell’attuale crisi è soltanto ed esclusivamente umana. Sotto accusa un intero sistema di sviluppo che in quasi due secoli ha travolto l’intero pianeta, innescando il processo di riscaldamento globale causato delle emissioni di gas serra con conseguenze potenzialmente apocalittiche. Ma la speranza sono proprio i giovani e la loro formazione volta a sviluppare nuovi approcci e modelli e una ricerca al passo con l’innovazione tecnologica.
Ricerca e formazione continua
Per affrontare le sfide che verranno sono utili tutti gli strumenti noti: divulgazione, comunicazione e informazione, tenendo conto che ora in realtà la formazione è sempre più continua e destinata a durare per tutta la vita con dottorati, master e corsi specializzati, come ha spiegato il professor Antonio Marcomini, pro rettore di Ca’ Foscari: in questo scenario la ricerca è chiamata per vocazione a leggere il futuro per poter valutare tempestivamente conseguenze ed evoluzioni, cercando tutte le soluzioni possibili.
Ruolo della cittadinanza e dei portatori di interesse
Stefania Munaretto -che da dieci anni lavora in Olanda, per il Water Research Institute, e si occupa di progetti mirati alla comunicazione con cittadini e portatori di interesse e alla loro formazione- ha descritto le opportunità che possono derivare dalla creazione anche di gruppi di confronto da cui possano emergere proposte condivise e partecipate.
In questo ambito, Andrea Biliotti, curatore dei Caffé delle Scienze, ha rilanciato le iniziative di approfondimento, già realizzate dall’associazione Mestre Mia e in fase di progettazione, sui temi dello sviluppo ecologico in collaborazione anche con università Ca’ Foscari e Veritas.
Educazione antropologica per la transizione
Se questa è l’epoca della transizione ad un modello di sviluppo ecologico, la scuola resta la prima frontiera per la formazione “antropologica” di donne e uomini nuovi, come ha evidenziato la professoressa Emanuela Caputo del liceo classico scientifico Bruno Franchetti di Mestre: “i nostri studenti ormai sono partecipi di percorsi internazionali, come il progetto europeo WAFLE dedicato alla tutela della risorsa idrica”.
Raffineria Eni di Marghera, riuso dell’acqua pari al 15%
Nel frattempo alcune aziende all’avanguardia sono già pronte a vincere la sfida dell’innovazione, come la raffineria ENI a Porto Marghera, in cui da ben 11 anni si pratica un riuso virtuoso dell’acqua che, negli ultimi tre anni, è passato dal 3% al 15% rispetto al totale di risorsa idrica impiegata nel processo produttivo. Si tratta di acqua riusata sotto forma di vapore o per il lavaggio degli impianti.
La burocrazia resta il più grande ostacolo
Negli ultimi 20 anni molte soluzioni potrebbero essere state prese anche in agricoltura per ottimizzare le risorse, ma il grande ostacolo resta la burocrazia: “Normative contraddittorie e troppe incertezze nell’applicazione – ha concluso il presidente di Confagricoltura Venezia, Stefano Tromboni – non fanno bene all’ambiente e tanto meno allo sviluppo del paese”.