Limpida costruzione e leggerezza: questo hanno in comune i testi immaginifici di Italo Calvino e le composizioni del Maestro Enrico Brion: una carriera musicale, la sua, dalle molte sfaccettature, iniziata negli anni Novanta con la formazione jazzistica, sotto la guida d’insegnanti quotati come Paolo Birro e Marcello Tonolo. Al Conservatorio Tartini di Trieste, tra il 2003 e il 2006, Brion approfondisce i propri studi di composizione contemporanea con Fabio Nieder. Di qui in poi, seminari di alta specializzazione, ideazione di festival e fondazione di Ensemble (come l’Orchestra Componibile, laboratorio di scrittura musicale e improvvisazione) costellano il percorso del compositore veneziano, tra creazione, didattica e arrangiamenti.
Brion celebra Calvino con teatro e danza
Tuttavia, a far parlare di Enrico Brion oggi è uno spettacolo di teatro-danza appena proposto al pubblico dell’Auditorium Candiani di Mestre, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Italo Calvino. S’intitola La distanza della Luna, una lettura scenica adattata dall’omonimo racconto delle Cosmicomiche (1963-64), con coreografie originali, ma l’autentico fulcro – al di là dell’indubbia bravura degli interpreti – è costituito dalla musica di Brion: lieve, struggente, eppure dotata di un’intima coerenza costruttiva. Opera calviniana, appunto. Lavoro di calibro, sul margine di quell’enorme Luna, ne ritrova la postura lenta, maestosa quanto assurda. Quasi a seguire la struttura del periodo verbale, la pervadono una nostalgia sottile, un’ansia inarrivabile di tenerezza.
Anche la musica fa la sua parte
L’orchestrazione della musica per settimino (tre legni, tre ottoni, tre archi e batteria) interagisce alla perfezione, nello spettacolo, con gli elementi che si alternano: la lettura, la performance dal vivo di due musicisti e la danza. Il palco, minimale – la fantasia essenziale delle Cosmicomiche non necessita di apparati scenici invasivi – è il luogo dove si manifestano, quasi un’epifania, le strepitose coreografie di Laura Moro, da lei stessa interpretate.
La voce e la danza scelti da Brion
Stupenda prova d’artista quella di Moro, danzatrice, coreografa e docente che ha già lavorato in compagnie nazionali ed internazionali (da Tel Aviv a Stoccarda, da Washington a Vienna e Berlino): Laura ha spesso privilegiato produzioni che considerassero la danza contemporanea come momento-spazio d’incontro tra diverse discipline artistiche. Il suo linguaggio è stato chiamato dalla critica musica per gli occhi, pensiero fisico. Mai definizione potrebbe essere più azzeccata per il campo d’azione del personaggio che rappresenta: corpo-desiderio, corpo-struggimento, esile manifestazione di una lotta tra gravità terrestre e attrazione lunare.
Le fa da contraltare la voce narrante di Adriano Iurissevich, grande interprete, attore, regista, musicista e insegnante. Docente in importanti Università e scuole europee, grande esperto di Commedia dell’Arte, Iurissevich restituisce al testo di Calvino soprattutto la sottile dimensione ironica che lo connota. Adriano è infatti la voce del multiforme Qfwfq, dal nome impronunciabile e palindromo, protagonista e narratore in prima persona delle Cosmicomiche, che ha attraversato tutte le ere e tutti i luoghi, dalla genesi della materia alla scomparsa dei dinosauri. In questo caso, Qfwfq è la personificazione di un sentimento umanissimo: l’amore desiderato e mai raggiunto. Ancora una volta, sono in gioco i rapporti tra gli esseri viventi, colti non tanto nella loro dimensione storica, quanto cognitiva.
Una splendida Luna la vera protagonista
Tuttavia, la vera protagonista della storia è una Luna immensa, vicinissima, la cui orbita – una volta al mese – sfiora letteralmente la Terra, nel punto più al largo degli Scogli di Zinco. È l’immagine più forte del racconto, sottolineata dalla musica di Enrico Brion con una dolcezza surreale e dissonante, fatta di brandelli di un passato che non si ricorda, ma s’intuisce appartenerci: quella flotta di piccole barche rotonde che accorrono per posare una scala che salga fin sulla Luna, a raccogliere il latte di cui la crosta del pianeta è ricca.
La lettura scenica definisce, nel narrare di Qfwfq, anche gli altri personaggi: mio cugino il sordo, innamorato della Luna quanto disinteressato alle vicende umane; la signora Vhd Vhd, moglie del Capitano, che suona l’arpa con lunghe braccia argentee (amata da Qfwfq, ma presa da passione per Il Sordo) e la piccola Xlth Tlx, talmente leggera da rimanere sospesa a mezz’aria, tra nuvole di plancton e molluschi. Il tutto avviene mentre la Luna, all’insaputa di tutti, si va allontanando dall’orbita terrestre.
L’opera di Brion unica nel panorama
L’opera musicale di Enrico Brion, si è avvalsa della bella partecipazione, nella prima al Candiani di Mestre, oltre che del compositore, anche di Francesco Socal ai clarinetti e sax soprano.
Un piccolo miracolo di gusto: aspettiamo le repliche.
Alcune informazioni utili
È stato lanciato da alcuni giorni un crowdfunding per sostenere finanziariamente il progetto musicale: chi volesse ricevere per Natale i 53 minuti di musica ispirati a Le Cosmicomiche (ed eventualmente altre ricompense) può accedere al link e contribuire al progetto. Il CD uscirà più avanti, il prossimo anno.
https://www.eppela.com/projects/10801
Non ho visto l’evento, ma mi sembra di capire che sia stato costruito sul principio della contaminazione di tre forme d ‘arte : musica, letteratura, danza. Sono affascinata da queste forme di rappresentazioni che fanno dialogare linguaggi dell’arte diversi tra loro, ma che, secondo me, aprono la strada, al raggiungimento dello
“Spirituale“ quale risultato ottimale ed appagante di questo tipo di ricerca. Dico questo perché, come pittrice, da tempo sto riflettendo su un progetto simile che veda come protagonisti la Pittura che incontra la Musica e il Movimento. Ma per me è ancora un sogno, mentre mi congratulo con questi eccellenti artisti che sono riusciti a realizzare questo impegnativo spettacolo che mette a confronto in modo armonioso diverse discipline.