Mentre si scrive, cercando di rendere quanto più possibile organica una visione parziale di un problema vasto, arriva improvvisa la notizia del ritrovamento del corpo di Giulia, ragazza di ventidue anni che vedeva il suo futuro attivarsi per lei, sentendo l’emozione dello spiegarsi dei suoi talenti e desideri nelle giornate che aveva davanti. Era tutto pronto per la festa di laurea. Secca e decisa come una sberla questa notizia sconvolge e rabbrividisce, crea distacco con la realtà per far scendere ciascuno di noi nell’infinito abisso delle emozioni profonde, di padre innanzitutto, di persona colta di sorpresa – per quanto purtroppo l’epilogo fosse prevedibile e temuto – dalla profondità del male in cui questa notizia ci sommerge. La sicurezza, e la sensazione del suo contrario, sono ormai da tempo uno degli ingredienti fondamentali della nostra vita.
Ci segue e ci precede nelle nostre quotidiane attività, incide ed indica la nostra capacità di vivere ed interpretare la vita serenamente o con la crescente angoscia che è sempre più assidua compagna di tanti.
La tragedia di Giulia e il tema della sicurezza
La sicurezza, tema e termine spesso precluso ad un confronto e discussione distesa e non contrapposta, fa parte della vita di ciascuno; è un prerequisito necessario delle altre attività, personali, affettive, economiche, culturali.
Ha molto a che fare con la libertà, forse ne è uno degli elementi costitutivi e portanti; di quella individuale e di quella collettiva.
Tutela della vita innanzitutto, e poi tutela delle condizioni ideali, o perlomeno sufficienti, nelle quali questa può concretamente e degnamente svilupparsi e svolgersi.
Come per una giovane ragazza che cercava la sua via, forse con fatica certo con determinazione, e non ha potuto farlo liberamente. Le è mancata la possibilità di vivere sicura.
Impegnativo e difficile il tema, spesso disordinati e frammentari gli interventi. Speriamo che questo tragico evento possa portare una maggiore riflessione ed una minore manipolazione strumentale di questo importante elemento della vita comunitaria.
Le linee del nuovo pacchetto del Governo sulla sicurezza
Nel corso del Consiglio dei Ministri del 16 novembre sono state approvate una serie di misure, definite come nuovo pacchetto sicurezza
Come sempre in questi casi si tratta di impegni che il Governo assume e che devono poi essere tradotti in realtà attraverso decreti da parte dei diversi ministri competenti
I temi affrontati sono molti e riguardano, nel complesso, quella che viene definita la sicurezza pubblica, spaziando dalla repressione di alcuni reati e tutela delle vittime, alla parziale ridefinizione della sicurezza urbana, ossia quella specifica parte che riguarda i centri urbani, che vedono un forte aumento
Vengono delineati alcune macro aree d’intervento per le quali di specificano i settori d’intervento.
In relazione alla materia della sicurezza pubblica, di tutela delle Forze di Polizia nonché di vittime dell’usura e dei reati di tipo mafioso, si prevedono alcuni particolari interventi tesi alla prevenzione e contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata e dei controlli di polizia.
Si prevede la creazione del reato di detenzione di materiale con finalità di terrorismo, per il quale sarà prevista una pena della reclusione da due a sei anni, per coloro che deterranno o si procureranno materiale finalizzato a preparare atti di terrorismo, e di una pena inferiore per chi pubblica o pubblicizza istruzioni per l’utilizzo di materiale esplodente al fine di attentare all’incolumità pubblica.
Accanto a previsioni di inasprimento dei controlli prefettizi in materia di antimafia, si rafforzano le basi dei controlli di polizia sugli autonoleggi, ampliando i casi di comunicazione dei dati alla questura, sanzionandone la mancanza.
Sicurezza: Mafia e collaboratori
In relazione ai collaboratori di giustizia, si estende la possibilità di ottenere i documenti di copertura a favore di chi si trovi agli arresti domiciliari, e di utilizzo, da parte del Servizio centrale di protezione, dei documenti di copertura per funzionari e addetti e crei identità fiscali di copertura, anche di tipo societario, questione che consentirà alcune particolari attività investigative.
Sicurezza: gli immobili squestrati
Per i beni sequestrati e confiscati alla mafia, si preveda la possibilità di una gestione più snella per l’amministratore giudiziario delle aziende, consentendogli di indicarne i possibili impieghi urbanistici, a favore della collettività, una volta sanati gli eventuali abusi. Nel caso non sia possibile procedere a sanare il bene, dovrà esserne ordinata la demolizione a carico del soggetto destinatario del provvedimento, così da evitare che rimangano, per anni, fermi degli immobili sequestrati e non utilizzabili dalla comunità di riferimento.
Sempre in tema di sicurezza pubblica viene infine esteso, per un periodo massimo di dieci anni, il termine per l’eventuale revoca della cittadinanza, concessa ad un cittadino straniero, a seguito di condanna definitiva per reati gravi, che peraltro non sono stati specificati nel corso della riunione.
La sicurezza urbana
Dal lato della sicurezza urbana, che è quella più rilevante degli interventi previsti, si è prevista l’introduzione del reato di occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, che potrà essere perseguito a querela dell’interessato, e punirà con pene da due a sette anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o impedisce il rientro nel medesimo immobile da parte del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente.
Si prevede una particolare procedura, che non risulta dettagliata ma che dovrà esserlo nei decreti attuativi, per il rapido rientro in possesso dell’immobile occupato, che dovrà, nei casi ordinari, essere prevista con un provvedimento del giudice potendo invece, nei casi urgenti nei quali la casa occupata sia l’unica abitazione della persona residente, essere attutato con un provvedimento immediato della polizia giudiziaria, successivamente convalidato dall’autorità giudiziaria.
Sfratti e immobili occupati
È evidentemente una previsione tesa ad impedire che, come accaduto in diverse realtà urbana, si verifichino occupazioni abusive ripetute e sistematiche che, con le procedure ordinarie di rilascio degli immobili, diventano difficilmente contrastabili ad esclusivo danno dell’avente diritto.
Il senso della norma appare evidente anche dalla seconda previsione in argomento, che prevede la medesima pena anche per chi si appropria dell’immobile altrui, con artifizi o raggiri, o cede ad altri l’immobile occupato, previsione dalla quale traspare la volontà di evitare il mercato delle occupazioni, che ha recentemente avuto vasta eco sugli organi d’informazione.
A proposito di truffe, blocchi stradali e accattonaggio
Gli interventi sulla sicurezza urbana prevedono anche un inasprimento del reato di truffa aggravata. Commessa approfittando di particolari circostanze. Che riguarderanno in particolare gli anziani, con la finalità di tutelare questa particolare categoria di cittadini. Che spesso nelle città si trovano un condizioni di solitudine e debolezza.
Verrà previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Secondo l’ormai consueta logica – mai comprovata appieno – per la quale l’inasprimento delle previsioni comporta un diretto effetto diminuente sul numero dei reati commessi.
Si continua prevedendo, in relazione ai cosiddetti blocchi stradali, la trasformazione dell’illecito amministrativo in reato quando il fatto è commesso da più persone riunite. E si prevede che il rinvio della pena per le donne in stato di gravidanza, o madri di bambini fino ad un anno di età sia facoltativo anziché obbligatorio. In tal modo implicitamente prevedendo che si possa procedere alla custodia di queste madri. Come già avviene per le madri di bimbi fino a tre anni di età, presso gli istituti a cd custodia attenuata per detenute madri.
Sicurezza: anche le madri con bambini possono andare in carcere
In tal modo, laddove ci siano le strutture ed il giudice lo preveda, potranno essere messe in carcere anche le madri con bambini fino ad un anno.
In tema di accattonaggio, viene previsto l’innalzamento dell’età da 14 a 16 anni per i minori coinvolti. Ai fini dello stabilire la punibilità delle condotte relative all’avvalersi, permettere, organizzare. O favorire l’accattonaggio, e si inasprisce la pena prevista per tali condotte, introducendo l’ipotesi dell’induzione.
Sicurezza: accattonaggio e resistenza
Da capire e verificare gli effetti, ad un fenomeno radicato e complesso come quello dell’accattonaggio. Che si basa frequentemente su rete parentali e famigliari, di ipotesi di reato esclusivamente penalistiche.
Si passa poi a prevedere alcuni interventi, tesi a tutelare le forze dell’ordine nelle loro attività, tra i quali l’aggravamento della pena per la violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale. E l’estensione delle ipotesi del reato di lesioni personali a un pubblico ufficiale o agente di pubblica sicurezza o polizia giudiziaria in occasione di manifestazioni sportive. Allo scopo di impedire o limitare le guerriglie urbane che spesso accompagnano alcuni eventi sportivi.
Sicurezza: introdotto il reato di imbrattamento
Sempre a maggior tutela delle attività di polizia, viene introdotto un reato di imbrattamento o deturpamento di mobili e immobili . Ed uffici delle forze di polizia, commesso con la finalità di ledere l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione cui il bene appartiene, con inasprimento della reclusione in caso di recidiva.
Ulteriore nuova ipotesi è quella dell’inasprimento delle sanzioni per l’inosservanza delle prescrizioni impartite dal personale che svolge servizi di polizia stradale. Ad es. inosservanza dell’obbligo di fermarsi intimato, rifiuto di esibire documenti di guida o di far ispezionare il veicolo).
Sicurezza in caso di rivolta in carcere o nei centri immigrati
Il delitto d’istigazione a disobbedire alle leggi, viene invece pensato per la punizione delle attività di rivolta all’interno di un istituto penitenziario. Anche se realizzato attraverso messaggi rivolti in forma scritta o con altro tipo di comunicazione tra detenuti.
Sempre in tema di carcere vengono inseriti, tra i reati ostativi alla concessione dei benefici penitenziari, l’istigazione a disobbedire alle leggi e la rivolta in istituto penitenziario.
In tema di sicurezza, nel momento del crescente confronto politico in relazione alla gestione dell’immigrazione clandestina, non poteva mancare un intervento relativo alla reclusione da uno a sei anni, per lo straniero che, durante il trattenimento presso i centri per i rimpatri o la permanenza nelle strutture per richiedenti asilo o altre strutture di accoglienza o di contrasto all’immigrazione illegale, mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti dalle autorità, posti in essere da tre o più persone riunite, promuove, organizza, dirige una rivolta.
Cosa fare nei centri
La necessità di gestione dei centri, in Italia e forse in futuro all’estero, rappresenta da sempre un tema delicato ed impegnativo. Rispetto al quale non si è ancora trovato un punto di equilibrio adeguato.
La previsione, che ha anche un’ipotesi aggravata dal solo fatto di partecipare alla rivolta. Che fa salire la reclusione da uno a quattro anni, tende a evitare i fatti più gravi all’interno dei centri. Senza peraltro intervenire sui loro sistemi organizzativi e sulla limitazione o miglioramento dei criteri di permanenza.
L’aggravante contemplata dal governo viene ulteriormente definita attraverso gli inasprimenti di pena se il fatto è commesso con l’uso di armi. O se nella rivolta taluno rimane ucciso o riporta lesioni personali gravi o gravissime. In quest’ultimo caso, l’aggravante sussiste anche nell’ipotesi in cui l’uccisione o la lesione personale avvengano immediatamente dopo la rivolta e in conseguenza di essa.
Portare un’arma senza licenza anche fuori servizio
Con uno scarto logico non chiaramente definibile, viene inoltre prevista la possibilità, per gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza un’arma diversa da quella di ordinanza quando non sono in servizio.
Oltre ad una serie di interventi minori legati al rispetto delle normative comunitarie, su proposta del ministro Nordio, è stato approvato in via preliminare un decreto legislativo modificativo della riforma Cartabia. Per assicurare l’efficienza del processo penale nonché in materia di giustizia riparativa. E disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari, facendo alcune modifiche semplificative che sono risultate necessarie in sede di applicazione della normativa.
Alcune modifiche
Il consiglio dei ministri interviene anche con misure relative al comparto sicurezza. Con alcune modifiche regolamentari e la previsione di adeguamenti contrattuali. Da realizzare con specifico disegno di legge del presidente del consiglio dei ministri, del ministro dell’interno, ministro della difesa, ministro dell’economia e delle finanze e del ministro della giustizia.
Vengono previste alcune misure per il personale militare e per i CC e, più importante, una delega al riordino e riorganizzazione ordinamentale, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Che potrà prevedere anche la soppressione e la ridefinizione di ruoli e qualifiche nonché la rideterminazione delle relative dotazioni organiche.
Insomma una vera e propria rivisitazione dei vigili del fuoco. Organismo fondamentale anche per le notevoli e ricorrenti emergenze che il nostro paese continua a subire.
In relazione al comparto sicurezza viene previsto, in particolare, un intervento nell’area negoziale del personale dirigente delle Forze di polizia e delle Forze armate. Privo finora di alcuna contrattazione, mediante la modifica del sistema di finanziamento delle aree negoziali stesse, che dovrà però essere meglio precisato. Anche in relazione alla evidente rilevanza, in termini di funzionalità oltre che di onerosità, di un intervento su questa parte essenziale del sistema.
Polizia locale, funzioni e compiti
Per ultimo il consiglio dei ministri ha formulato una delega al Governo per il riordino delle funzioni e dell’ordinamento della Polizia locale. Che dovrà essere presentata con un disegno di legge del Ministro dell’interno. Che interverrà sulle funzioni fondamentali della polizia locale, definendone i compiti anche in tema di distinzione delle funzioni con le attività delle altre forze di polizia.
Il tema è molto delicato. E da tempo necessita di interventi. In quanto il crescente attivismo di numerosi sindaci, ai quali altri pacchetti sicurezza hanno peraltro fornito consistenti mezzi economici e strumenti giuridici, deve essere parametrato. Nel rispetto dei principi costituzionali di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, alle necessità ed alle funzioni previste in materia di ordine e sicurezza pubblica. La cui competenza principe è del questore.
Polizia amministrativa locale
Nel chiarire che la potestà legislativa in materia di polizia amministrativa locale spetta alle regioni, il consiglio dei ministri ha stabilito che dovranno essere individuate e disciplinate le funzioni per le quali è attribuita la qualità di agente o ufficiale di polizia giudiziaria. Di agente di polizia tributaria e di agente di pubblica sicurezza. E naturalmente gli ambiti nei quali dovranno essere esercitate.
Intervenire in questo settore, che investe pressoché tutte le attività della vita quotidiana, richiede un grande sforzo. Ed ha un grande significato, anche in funzione della prospettata riforma della cd. autonomia differenziata. Avrà un forte impatta sulla sicurezza quotidiana delle città.
Conclusivamente il consiglio dei ministri ha introdotto degli specifici criteri di delega in materia previdenziale, assicurativa, infortunistica e pensionistica, per il personale delle polizie locali. Ed in materia di previsione di forme di collaborazione con le Forze di polizia, di collegamento tra il numero unico di emergenza 112 e le sale operative dei corpi di polizia locale. Ed infine, d’accesso ai sistemi informativi automatizzati del pubblico registro automobilistico.