Non una ma addirittura saranno tre le partenze questa mattina per l’edizione numero trentasette della Venicemarathon. O meglio, ci spieghiamo nel dettaglio: alle ore 8.15 nel parco San Giuliano di Mestre prenderà il via la 10K prevista sulla distanza dei dieci chilometri; poco dopo e precisamente alle ore 9 scatterà da Piazza Ferretto la 21K o meglio la mezza maratona sui ventuno chilometri; e poi si arriverà alle ore 9.40 circa quando prenderà il via la trentasettesima edizione della Venicemarathon, come sempre dal piazzale situato di fronte alla villa Pisani di Stra. Un numero complessivo di partecipanti pari a sedicimila unità, suddivisi in 6500 per la 21 K, 3500 per la 21K e 6000 per la gara principale prevista ovviamente sulla distanza olimpica di 42,195 chilometri.
Una Venicemarathon per maratoneti africani
Si tratterà come sempre (ormai è un rito consolidato in quasi tutte le maratone del mondo) di una sfida tra maratoneti africani dove l’ugandese Solomon Mutai (già vincitore l’anno scorso) tenterà di bissare il successo e magari “limare” il tempo ottenuto nella sua precedente performance quando chiuse in 2h08’10 che risultò anche come nuovo primato della corsa. Ad ottenere la doppietta a tutt’oggi ci sono riusciti soltanto il nostro Salvatore Bettiol nelle prime due edizioni e successivamente i keniani Jonathan Kipkorir Kosgei e Julius Chepkwory Rotich.
A dare battaglia all’ugandese Mutai ci saranno l’altro keniano Emmanuel Rutto Naibei (già secondo l’anno scorso) e soprattutto l’etiope Bekele Mesfin Teshome. La nostra Italia (un tempo dominatrice della specialità con i vari Gelindo Bordin, Orlando Pizzolato, Gianni Poli) vedrà in corsa l’italo-marocchino Abdoulla Bamoussa, specialista dei tremila siepi che esordisce in questa difficile specialità, laddove anni fa un altro grande siepista come Francesco Panetta non ebbe molta fortuna fermandosi addirittura in preda ai crampi nella zona portuale e disse stop per sempre alla maratona.
La gara femminile vedrà un altro monologo africano con favorita Rebecca Sirwanei Tanui, l’atleta keniana prima anche nella scorsa stagione. Un gradino appena sotto vediamo l’ala keniana Shamilah Kipsorir.
Il percorso
Il percorso è noto dopo la partenza da villa Pisani si snoderà per tutta la Riviera del Brenta con le villa palladiane a fare da teatro e il fiume in stretta e silenziosa osservazione. Uno spettacolo che finirà alle porte di Malcontenta e poi Marghera, il centro di Mestre, il Parco San Giuliano e l’ingresso sul fatidico ponte della Libertà che in diverse edizioni risultò cruciale, soprattutto in presenza di vento. Il passaggio nella zona portuale, la riva delle Zattere, la punta della Dogana, il ponte di barche galleggiante che immette nei giardini reali di San Marco. La piazza più famosa del mondo (non ce ne voglia la piazza rossa di Mosca hai visto mai che Vladimir Putin possa offendersi) e poi il “volo” finale da Riva degli Schiavoni a Riva Sette Martiri.
Con un percorso così non esistono rivali al mondo. Non c’è New York che tenga, Chicago (dove recentemente è stato stabilito il record del mondo), Tokio, Parigi, Londra, Boston, Milano, la maratona di Venezia è tutta nello splendore di questo percorso che inizia e finisce immerso in un contesto a cavallo tra l’arte e la natura. Un capolavoro, al quale per diventare “immortale” serve un record. E’ difficile perché i costi per avere i super maratoneti sono molto elevati, ma con un pizzico di astuzia, giocando proprio sulla bellezza del percorso si può provare. In fondo fare un record del mondo a Chicago è una cosa, farlo a Venezia è tutt’altra dimensione. Provare per credere!