Sono i giorni di uno scandalo scommesse per il calcio italiano e noi iniziamo a raccontarli partendo dalle interviste realizzate a Trento. Giorni brutti in cui il pallone non è più divertimento ma fango.
Il pallone macchiato visto da Abodi
Il ministro per lo sport Andrea Abodi: “Ludopatia è disagio. Feci corsi contro il match fixing quando ero presidente della lega di serie B”.
L’ex azzurro Angelo Di Livio allena la nazionale delle Poste ed è il più risoluto: “Sono indifendibili”
Gigi Di Biagio è stato per sei stagioni allenatore dell’under 21: “E gli indagati sono miei ex giocatori, dispiace. Comunque non confondiamo le scommesse con il calcio scommesse”. Ovvero le partite truccate.
E Luca Toni
I tre grandi ex calciatori parlavano anche di serie A.
Il pallone oggi infangato
Dunque Nicolò Fagioli ha patteggiato a 7 mesi, più 5 in prescrizioni alternative, potrà comunque ritornare in campo per l’ultima di campionato, contro il Monza.
Ventidue anni, bel talento e già 32 presenze, più tre gol, nella Juventus, più 6 gare anche in Europa. Aveva debuttato in nazionale con l’Albania, ma non aveva fatto parte dell’under 21 uscita al primo turno agli Europei.
Si capisce ora quel pianto a Reggio Emilia, dopo il Sassuolo. Non un semplice errore tecnico, ma il dramma che stava vivendo. Quasi tre milioni di euro di debito accumulato e non era lievitato ulteriormente solo perchè la mamma gli aveva bloccato il conto. Fagioli è un tipo taciturno, come la bella fidanzata, Giulia Bernacci, che ha pure chiuso i social per gli insulti.
“Il periodo più brutto – racconta alla procura di Torino – è stato fra marzo e aprile del 2023. A settembre 2022 i debiti erano a 250 mila euro, poi hanno raggiunto i 2,7 milioni».
Fagioli si è autodenunciato con una pec, il 30 agosto, da qualche settimana è in cura dal dottor Paolo Jarre e il suo conto corrente è controllato da un tutor.
La storia comincia nell’estate 2021, mentre è in ritiro con la nazionale under 21
Fagioli scorge il compagno di squadra Sandro Tonali mentre armeggia con il cellulare. «Ho visto che scommetteva, non so su quali sport», fa mettere a verbale lo juventino. «Mi ha detto che avrei potuto farlo anche io, perché i movimenti non erano tracciabili. Da quel momento ho cominciato a puntare. Lo facevano pure gli altri, non mi ponevo il problema che fosse illegale. Fu Tonali a farmi registrare tramite un account».
Dove il pallone si sporca
Il primo sito è Icebet. Fagioli invia un messaggio al referente della piattaforma e riceve username e password.
Nicolò passa a siti di scommesse illegali, è l’inizio della fine. Scommette sul tennis, sui casinò online, sul calcio. “Non ho mai giocato su partite della Cremonese, la mia ex squadra, o della Juventus. E neanche su falli, cartellini e risultati esatti. Ma a un certo punto non potevo prelevare più soldi dal mio conto controllato da mia madre e ho cominciato a chiederli ai compagni di squadra».
Erano all’oscuro di tutto, diversamente avrebbero avuto l’obbligo della denuncia. A Federico Gatti deve 40 mila euro, ha debiti anche con Radu Dragusin, adesso al Genoa. «Dicevo che mi servivano per comprare Rolex in una gioielleria di Milano».
Scommise su Betart, Betar.bet, Specialbet.bet, Bullbet23.com, Swissbet, che opera in provincia di Como. «A un certo punto ho cominciato a giocare anche su Eurobet, sito legale. Ero ossessionato».
«Per restituire le somme a volte compravo dei Rolex con bonifico bancario – si legge nei verbali pubblicati dai giornali -. A volte li consegnavo io. Altre passavano i titolari delle piattaforme a ritirarli in gioielleria».
Quando non riesce a pagare arrivano le prime minacce: «Ti spezzo le gambe»
I debiti sono di 110mila euro con le betar.bet e specialebet.bet, 1,5 milioni con la piattaforma illegale bullbet23.com, 1,3 milioni con altra piattaforma illegale, 17 mila euro con una agenzia legale in provincia di Pordenone e 31 mila euro con un banco illegale, Swissbet. All’inizio un calciatore, avendo molto tempo libero finisce con il provare l’ebbrezza della scommessa per vincere la noia. Con il passare del tempo divenne un’ossessione».
Anche Tonali tira calci ad un pallone poco pulito
Nella sua deposizione, Sandro Tonali smentisce Fagioli, negando di avere coinvolto altri. Il centrocampista del Newcastle ha ammesso le sue colpe e la sua dipendenza dalle scommesse, ora i legali cercano il patteggiamento prima della gara di Champions. Rischia minimo 12 mesi di squalifica.
Aveva puntato sul Milan e questa è un’aggravante non da poco, comunque non ha mai influito sul risultato, dunque puntando unicamente sulla vittoria del Milan e nei momenti in cui lui non era in campo. Venisse confermata questa linea, il club rossonero sarebbe al sicuro da eventuali sanzioni disciplinari della giustizia sportiva, scongiurando il pericolo di essere coinvolto nella violazione dell’articolo 30 del CGS, relativo all’illecito sportivo.
Lo ricordo ospite su Rai1 dopo la partita con la Macedonia del Nord, il volto era molto serio, al di là dell’1-1, in genere i calciatori sono più sorridenti.
Onestamente non mi aspettavo che due atleti dal viso così pulito potessero avere questa dipendenza.
Tra i nomi che circolano, con repliche sdegnate degli interessati, c’è anche quello di Nicolò Zaniolo che garantisce di avere puntato solo su blackjack, non sul calcio.
Zalewski si professa al di sopra di ogni sospetto, esattamente come El Shaarawy, altro romanista, e Casale, il centrale difensivo della Lazio. Gli ultimi hanno sporto querela.
Corona lancia accuse sul pallone infangato
Sono nomi che ha tirato fuori Fabrizio Corona, pluricondannato e ora uomo libero e capace di catturare attraverso il suo canale Telegram centinaia di informatori.
E’ stato su Rai3, da Nunzia de Girolamo, ha accusato Spalletti che gli ha dato dello sciacallo e sostenuto che i calciatori pensano solo ai soldi e chattare su instagram con le belle ragazze. In buona parte è vero, soprattutto nei ritiri, aggiungiamo anche la playstation.
I calciatori non possono scommettere sul calcio, di nessun campionato, ma proprio le società delle principali categorie sono zeppe di sponsor con società di allibratori. Con il governo Conte queste sponsorizzazioni furono messe fuorilegge, sono poi rientrate e rappresentano fonti di introiti fondamentali per le società sportive. Che così conducono anche in tentazione i loro atleti.