A consacrare la 86ª edizione del Giro del Veneto a Monte Berico è il francese Dorian Godon (AG2R Citroën). Dal 1909, anno della prima edizione, ad oggi, mai un francese era riuscito a vincere il Giro del Veneto, e allo stesso tempo è la prima volta che sul podio non sale nemmeno un italiano.
Dopo il via sei atleti in fuga
Dopo il via da Tombolo, dopo qualche scaramuccia, sono andati via 6 corridori: Stan Dewulf (AG2R Citroën Team), Davide De Cassan (Eolo Kometa), Brent Van Moer (Lotto Dstny), Joey Rosskopf (Q36.5 Pro Cycling Team), Jonas Abrahamsen (Uno-X) e Michael Belleri (Biesse – Carrera), i quali sono arrivati a guadagnare fino a circa 4 minuti sul gruppo.
Presi a sette chilometri dall’arrivo
L’assaggio di colli Euganei, con il gran premio della montagna di Teolo, e poi la dorsale berica con Villaga, Grancona e Brendola, non hanno scremato più di tanto il gruppo e solo il Monte Berico ha cominciato davvero a mettere fatica sulle gambe dei corridori. I fuggitivi sono stati riassorbiti a 7 km dall’arrivo. La UAE Team Emirates ha provato ad aprire la strada a Marc Hirschi negli ultimi 500 metri del Monte Berico, ma il colpo dello svizzero, vincitore dell’ultima Veneto Classic, è rimasto in canna, e come una molla è invece uscito Godon, che ha regalato alla Francia il primo storico successo in 86 edizioni.
Per il francese Godon è l’ottavo successo in carriera
Per il transalpino classe 1996 si tratta dell’ottavo successo in carriera, tra i quali la Freccia del Brabante dello scorso aprile: “Ci siamo mossi perfettamente, con Dewulf in fuga abbiamo potuto attendere gli ultimi 5 km per piazzarsi davanti e cominciare a lavorare davvero – ha detto Godon -. A due giri dalla fine ho capito che mi sentivo molto pimpante, così ho chiesto a Cosnefroy di poter provare a fare la mia corsa. Ho avuto il via libera e nel finale ho fatto uno sforzo di 50 secondi al massimo che mi ha portato alla vittoria. Sono un corridore abbastanza esplosivo ed è una caratteristica che coltivo molto anche in allenamento, ma l’altro giorno alla Parigi-Tours non mi sentivo per nulla bene ed era difficile immaginare un epilogo così oggi. Questo sport è davvero imprevedibile. Vincere la Veneto Classic? Perché no, correre in Italia mi piace. Ma la mia squadra darà battaglia con anche Cosnefroy e con il trevigiano Andrea Vendrame”.
Ordine d’arrivo: secondo Johannessen, terzo Veermeersch
1. Dorian Godon (AG2R Citroën Team) in 170,1 in 3h43’05” alla media di 45,748
2. Tobias Halland Johannessen (Uno-X Pro Cycling Team)
3. Florian Vermeersch (Lotto Dstny)
4. Corbin Strong (Israel-Premier Tech)
5. Marc Hirschi (UAE Team Emirates)
6. Luca Mozzato (Team Arkéa-Samsic)
7. Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team) + 02
8. Matis Louvel (Team Arkéa-Samsic)
9. Andreas Kron (Lotto Dstny)
10. Gianluca Brambilla (Q36.5 Pro Cycling Team)
Quattro volte la salita della Rosina, poi c’è il pavé della la Tisa e il muro di Diesel Farm
La corsa comincerà a farsi seria con il primo circuito de La Rosina, lungo 12,6 km e che andrà ripetuto quattro volte. Dopodiché sarà il momento del circuito de La Tisa, un breve settore in pavé di 330 metri al 15,2%, portato alla ribalta da Pozzato e la sua squadra per la prima volta in occasione dei Campionati Italiani del 2020. Prima dell’arrivo di Bassano, però, c’è ancora un’asperità, il muro di Diesel Farm 1.300 metri sterrati al 10,9% di pendenza media, a 10 km dall’arrivo, prima di fare rotta verso l’arrivo di Piazza Libertà, dove verrà premiato il successore di Samuele Battistella.