A volte i sogni di un bambino diventano realtà. Così nascono le Ferrovie Felettane, nei pressi di Conegliano Veneto in provincia di Treviso. Un circuito dedicato agli appassionati di modellismo ferroviario realizzato dall’ingegnere Alberto Celot. Abbiamo avuto l’occasione di intervistarlo in esclusiva per https://www.enordest.it durante la fiera del modellismo di Spresiano (TV), dove esponeva alcune delle sue riproduzioni in scala di grande formato. Parliamo di realizzazioni meccaniche ed elettromeccaniche perfettamente funzionanti e pilotabili.
Ingegner Celot, possiamo ammirare dei modellini di dimensioni importanti. In che scala sono?
Dipende, questo è in scala 1 a 10 (indicando lo scavatore a vapore Bucyrus-Erie 50-B in esposizione e tenendo in mano un suo libro che ne racconta la storia), mentre altri pezzi sono in scala 1 a 11,3 e poi uno in scala 1:16. Il materiale ferroviario normalmente in scala 1:11,3 perché deve correre sullo scartamento di 127 mm, invece lo scavatore l’ho fatto in scala 1:10, in quanto risultava quella più comoda per la costruzione.
Ingegner Celot, tra i libri che ha scritto ne vediamo uno sulla Big Boy, la famosa e gigantesca locomotiva americana della Union Pacific Railroad. Ma è riuscito anche nell’impresa di costruirne un modellino in scala 1:11,3?
Sì, la Big Boy è stato un modello che mi ha richiesto 8 anni per realizzarla. Ho trovato in America i disegni originali. Erano 2000 tavole e ho perso non so quanti mesi solo a capire come funzionava il tutto per poi riprogettarla per poterla costruire. Semplificando alcune cose e mantenendone intatta, però la funzionalità. Poi l’ho costruita, non senza varie prove e alcuni successi. Ma alla fine ci sono riuscito.
Qui ha portato diversi libri che la vedono quale autore e che mostrano in copertina i suoi modellini. Cosa rappresentano?
A me piace, e vedo che agli amici piace, man mano che vado avanti con la realizzazione di un modellino, fare una specie di diario di bordo che pubblico sul mio sito www.ferroviefelettane.it. Poi, quando il progetto è finito, mi piace fare un libro fotografico dove raccogliere questo diario di viaggio. Ne faccio stampare un po’ di copie da regolare, da dare agli amici e agli appassionati.
Ingegner Celot, possiamo dire che è un mondo che ha tanti appassionati e che la conoscono, non solo in Italia ma anche all’estero?
In Italia siamo pochi, perché è un hobby che interessa a poca gente. Invece è un hobby seguitissimo nel resto d’Europa, soprattutto in Inghilterra e in Germania e molto negli Stati Uniti. Un po’ in tutto il mondo, mentre in Italia non so perché, ma siamo sempre pochi che amano fare.
Capita spesso che la contattino dopo aver visto la qualità di queste opere e la documentazione dettagliata che pubblica?
Sì, mi scrivono un po’ da tutto il mondo, chiedendomi anche i disegni di progetto. Non sempre li mando, però è capitato a volte di inviarli. Ma solo dopo aver visto che a chiederli erano persone preparate, che sapevano quello che dicevano e sicuro che li avrebbero utilizzati in modo positivo.
Qui in Italia ci sono anche delle associazioni o dei gruppi più o meno organizzati di appassionati?
Sì, ci sono. Io non sono iscritto a nessun gruppo, perché mi piace essere un battitore libero e fare un po’ quello che voglio. Però qui “vicino”, nel Pordenonese, c’è un bel gruppo, anche non so esattamente quanti affiliati abbia. Poi c’è un circuito di appassionati che gravita attorno alla Fiera di Novegro (Hobby Model Expo) a Milano. Qualcosa in Piemonte, qualcosa in Umbria e adesso stanno creando un circuito nel basso Friuli. Insomma, ce ne sono un po’ qua e un po’ là. Ogni tanto un gruppo si dissolve, se ne crea uno nuovo, ma il risultato è che restiamo sempre pochi.
Ma come sono nate, grazie ad Alberto Celot, le Ferrovie Felettane?
È una storia che parte da lontano e bisogna tornare a quando ero bambino. Sono sempre stato un modellista, solo che le capacità costruttive e i mezzi finanziari non mi permettevano di fare certe cose. Quando finalmente, trent’anni fa, ho avuto la possibilità di provare a fare la prima locomotiva e quindi entrare nel mondo della meccanica, ho chiuso il circuito della vita. Ho realizzato tutti i sogni che avevo da bambino, solo che invece di fare il modellino piccolo, l’ho fatto grande.