“Non si può dormire con tutte le donne del mondo ma si deve fare uno sforzo”. È un proverbio del porto di Bahia citato da Jorge Amado nel suo magnifico romanzo “I guardiani della notte”, il mio preferito tra i suoi capolavori. Lo scrittore brasiliano nasceva il 10 agosto 1912 e ci ha lasciato quattro giorni prima del suo 89o compleanno, il 6 agosto 2001. Le sue storie sono avvolte da pura magia, quella specie di incantesimo che ogni lettore cerca quando sfoglia le pagine di un libro.
Alla Lovat sotto la Blue Moon
Entriamo in libreria sotto il cielo di agosto prodigo di stelle cadenti e lune giganti, infatti oltre al 1o agosto ci sarà un secondo plenilunio alla fine del mese chiamato popolarmente: Blue Moon.
Eccoci alla Libreria Lovat con le belle sedi a Villorba (Treviso) e Trieste; ogni settimana ci prepara la classifica dettagliata con i primi dieci titoli, una specie di “super luna” della letteratura.
1– Tuti, MADRE D’OSSA, Longanesi
2- Molesini, NON SI UCCIDE DI MARTEDI’, Sellerio
3- Bussola, UN BUON POSTO IN CUI FERMARSI, Einaudi
4- Giannone, LA PORTALETTERE, Nord
5- Tamigio, IL COGNOME DELLE DONNE, Feltrinelli
6- Manzini, ELP, Sellerio
7- Gotto, SUCCEDE SEMPRE QUALCOSA DI MERAVIGLIOSO, Mondadori
8- Murgia, TRE CIOTOLE. RITUALI PER UN ANNO DI CRISI, Mondadori
9- Cassar Scalia, LA BANDA DEI CARUSI, Einaudi
10- Malaguti, PIERO FA LA MERICA, Einaudi
4 autori dal Nordest
Non vorremmo sembrare di parte ma siamo compiaciuti perché gli astri brillano a nordest con grande splendore, ben quattro autori vengono da questi luoghi: Gemona del Friuli, Venezia, Verona, Monselice. Da tempo mantengono blasonati posti nel medagliere confermando lo spessore della proposta narrativa.
Podio invariato
Sul podio troviamo ancora la scrittrice friulana Ilaria Tuti: Madre d’ossa (Longanesi). Il suo commissario Teresa Battaglia, diventato anche una serie televisiva con Elena Sofia Ricci, continua a sorprendere per la caratterizzazione aspra e problematica della protagonista. Una vita sospesa tra indagini, delitti efferati e problemi di salute che minano ciò che ha di più importante, la lucidità della sua mente. I romanzi di Ilaria Tuti come il celebre “Fiori sopra l’inferno” sono tradotti in 27 paesi. Ecco come Teresa Battaglia si racconta: “Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo… ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura”.
Quanti segreti e quanti delitti, il modo migliore per combattere l’angoscia è quello di affrontarli con un altro mistero. Ci aiuta nell’impresa il vincitore del Premio Campiello 2011 “Non tutti i bastardi sono di Vienna” Andrea Molesini, scrittore, poeta e traduttore veneziano. In queste settimane è sempre ai primi posti della classifica con il suo nuovo romanzo: Non si uccide di martedì (Sellerio).
Una commedia nera ambientata negli anni del fascismo tra Venezia e Rodi. Attorno al testamento di una vedova molto ricca si muovono torbide relazioni familiari e misteriosi intrecci criminali, mentre Venezia si affaccia prepotente con la Giudecca, le sue chiese, il Caffè Florian, la magia infinita dell’acqua. Ecco l’incipit: “Come tutti i mercoledì, l’avvocato Ridolfi sorseggiava il caffè sfogliando il Corriere della Sera al Floriàn, in Piazza San Marco”. Vi lasciamo con una data, 14 settembre 1938, qualcosa di strano accadrà in quella mattinata che sembrava tranquilla e uguale a tante altre.
Terza posizione per lo scrittore veronese Matteo Bussola: Un buon posto in cui fermarsi (Einaudi). Il suo modo di narrare storie ha conquistato lettori in tutti i paesi del mondo come: Il rosmarino non capisce l’inverno. Nell’ultimo romanzo i protagonisti sono uomini piegati e sconfitti dalle vicende della vita tanto fragili e nello stesso tempo capaci di dare un nuovo senso alla loro esistenza. Scrive Matteo Bussola: “la vita non è una montagna da scalare, un treno da non perdere, un obiettivo da centrare, ma è una piccola stanza da arredare con cura. Non è una cima da raggiungere a tutti i costi. È la scelta di un buon posto in cui fermarsi”.
La novità
Passiamo alla novità assoluta della classifica che spezza l’incantesimo nordest con una palermitana cresciuta a Milano. Il cognome delle donne (Feltrinelli) di Aurora Tamigio.
Si tratta del primo romanzo della scrittrice laureata in storia dell’arte contemporanea. Ha studiato sceneggiatura cinematografica lavorando come autrice per il cinema. Oggi è copywriter, scrive per il mondo della tecnologia e del design. È caporedattore del magazine di informazione cinematografica “Silenzioinsala”. Il cognome delle donne ha un titolo accattivante che subito incuriosisce come una bella storia, anzi dovremmo dire: storie. Infatti, la vicenda intreccia molte generazioni di uomini e donne tra colpi di fulmine, fughe d’amore e osterie.
Tutto originariamente inizia con lei: Rosa, nata in un paesino della Sicilia ai primi del Novecento. L’autrice rivela che Rosa sin da bambina testimonia l’essenza materica del suo nome: fiori che rispuntano sempre, frutti buoni contro i malanni, legno resistente e spinoso che non si piega mai. Facile intuire che la sua vita sarà un’avventura piena di sorprese.
Dal sud torniamo al nord con la “Merica”
Dalla Sicilia torniamo nel Nord ma lo abbandoniamo all’istante per la foresta vergine del Brasile. Sempre ai primi posti della classifica Paolo Malagutti: Piero fa la Merica” (Einaudi). Originario di Monselice e docente di Lettere a Bassano del Grappa è stato finalista al Premio Strega con La reliquia di Costantinopoli nel 2016. Il suo romanzo narra l’epopea degli italiani nelle Americhe. La storia dei nostri migranti che dovremmo tutti conoscere a fondo anche per comprendere meglio il nostro presente e futuro.
Erano così poveri che venivano chiamati bisnenti perché avevano “due volte niente”. Il protagonista ha solo quindici anni. La sua è una famiglia che decide di partire senza sapere cosa incontrerà in questo cammino insidioso. Dai boschi del Montello, il giovane Piero si trova catapultato nella foresta vergine del Brasile, tra bestie feroci, serpenti velenosi e amori impossibili. Ecco una piccola annotazione tratta dal libro, testimonianza di un migrante nel 1877: “Nel bastimento non vi puo stare che 300 persone e invece ne sono piu di 800 che siamo fissi come le sardelle”.
Abbiamo aperto questa pagina con il Brasile di Jorge Amado e chiudiamo con il Brasile dei bisnenti.
Buona lettura!
Dott.ssa Elisabetta mi ha fatto sorridere con il suo incipit. Il detto che che ha citato Jorge Amado è più o meno quello che pensavano gli adolescenti della mia generazione, poi tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, però andava riconosciuto l’impegno. Oltre ai quattro scrittori del nord est, questa settimana ci viene presentata una nuova scrittrice che racconta vicende di un territorio lontano rispetto ai quattro blasonati friulano-veneti. Credo che Aurora Tamigio racconti la vita di una ragazza condizionata dal cognome e quindi dalla famiglia, ma determinata a raccogliere buoni frutti dalla sua vita, delle cose belle come le rose. Il testo di Paolo Malagutti, Piero fa la Merica, lo avevamo già incontrato tempo fa, ma mi fa piacere che sia in classifica perchè ho amici in Brasile e in Argentina di origine italiana, oggi stanno tutti bene, specialmente in Brasile, però i loro inizi, quelli delle generazioni precedenti, sono stati duri e faticosi come quelli raccontati nel libro e questi sacrifici non vanno mai dimenticati.