Le chiese e, per estensione, i siti religiosi in genere, oltre ad essere luoghi di culto e di preghiera sono dei veri e propri musei. Ogni turista interessato all’aspetto artistico del suo viaggio inserisce sempre nel suo itinerario delle tappe dedicate ad ammirare i tesori che questi contengono. Il saggio di Roberto Nardi, Perché io? Il mistero del furto della Madonna con Bambino di Bellini a Venezia, recentemente pubblicato da Mazzanti Libri, riflette e indaga un fenomeno strettamente legato a questo mondo: i furti e le sottrazioni di opere d’arte nel Novecento.
I furti danno inizio al libro
Il punto di partenza è già anticipato nel titolo del volume: il primo marzo del 1993, quindi ormai trent’anni fa, mani rimaste ignote rubarono nottetempo il dipinto su tavola del Giambellino, di appena 75x 50 centimetri dalla Chiesa della Madonna dell’Orto, a Venezia, in un angolo che “guarda verso la laguna e il cimitero a San Michele”. A futura memoria, nella Cappella Venier a sinistra dell’ingresso dove era esposto, rimase solo la cornice.
“Ci arrangiamo di giorno, ma di notte non è possibile fare altro che chiudere la porta a chiave”, dichiarò padre Agostino Cornale, l’affranto parroco.
Entra a questo punto in gioco, nel libro, l’annoso problema della tutela dei beni culturali affidato alla Chiesa che ne è proprietaria e custode. Problema che è possibile affrontare soltanto impegnando ingenti somme per la guardiania, i sistemi di allarme e di antieffrazione.
Nardi e le ricostruzioni dei furti
Nardi ricostruisce passo passo le fasi del furto (i due sistemi di allarme non erano al momento funzionanti) collocandolo anche all’interno di tutta una serie di episodi analoghi che si verificarono tra la seconda metà del Novecento e i primi anno del nuovo secolo. Molte opere d’arte trafugate furono rinvenute, essendo state oggetto di ricatto e di scambio da parte della malavita organizzata, mentre per il Bellini il mistero non fu mai risolto e il dipinto letteralmente sparì.
L’autore dedica anche molta attenzione alle sottrazioni di patrimonio artistico e culturale (oltre a quadri, libri, documenti, statue, ecc.) durante i conflitti bellici: Napoleone e i nazisti si macchiarono, è risaputo, di vere e proprie depredazioni e non sempre, a guerra conclusa, i beni vennero restituiti. Da una parte c’era il desiderio di possedere questi capolavori, ma era certo presente la volontà di togliere a un popolo parte della sua identità e della sua storia: pensiamo, per esempio, alle distruzioni effettuate dai Talebani.
Leonardo, Caravaggio e l’annosa questione della trascuratezza e poca sicurezza del nostro patrimonio culturale
Nel libro il lettore troverà un vasto panorama del fenomeno, dal furto della Monna Lisa di Leonardo, a quello del Caravaggio a Palermo nel 1969, dalle rocambolesche imprese dei Monuments Man protagonisti di un celebre film di e con George Clooney all’attività costante del Comandi dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale che opera in tutt’Italia.
Roberto Nardi è giornalista e appassionato d’arte. Ha lavorato all’ANSA, dove è stato responsabile della sede regionale per il Veneto. Ha ideato e curato numerose mostre. Negli ultimi anni la sua attenzione si è concentrata sulle nuove tendenze artistiche e in particolare sulla pittura.
Roberto Nardi, Perché io? Il mistero del furto della Madonna con Bambino di Bellini a Venezia, Venezia, Mazzanti Libri, 2023.