È tempo di indagare sul segreto della bellezza come ha fatto Mariano Fortuny, indimenticabile artista che trasformò la sua casa veneziana in un leggendario laboratorio inventando nuovi materiali e creando tessuti che incantarono il mondo. Il suo palazzo tardo gotico fiorito emerge con il fascino di una quinta teatrale abbracciando Campo San Beneto. Ci sono andata molte volte per visitare l’atelier di Fortuny e le sue opere. Ne abbiamo parlato nelle pagine di https://www.enordest.it in occasione della riapertura al pubblico dopo il prezioso restauro.
Fortuny e le riflessioni notturne
Sono rimasta letteralmente stregata dalla mostra allestita nella sala espositiva al piano terra che rimarrà aperta sino al 1° ottobre: “Soccol. Riflessioni notturne” a cura di Chiara Squarcina.
Promossa dal Comune e dalla Fondazione Musei Civici Veneziani, è composta da un ciclo di dieci opere inedite del maestro veneziano Giovanni Soccol, pittore, architetto e scenografo.
Palazzo Fortuny è l’ambiente perfetto per accogliere le sue enormi tele sospese tra effetti di luminosità e contrasti chiaroscurali materici. Potenti e misteriose trasmettono la sensazione di entrare nel cuore della notte attraverso la bellezza dei Palazzi sul Canal Grande. La tematica del ciclo di dipinti nasce dalla visione di un’architettura veneziana che sorge dall’acqua. Soccol ha la capacità di rappresentare un’immagine che si dissolve nei riflessi lagunari. All’improvviso la realtà svanisce per lasciare spazio al sogno.
Parole magiche
“Una luce notturna raccorda e unisce tra di loro gli elementi, conferendo alle architetture un’atmosfera metafisica, non nuova nella ricerca dell’artista veneziano in quanto costituisce il fil rouge che sottende la sua ricerca degli ultimi decenni”, scrive Chiara Squarcina nell’analisi dell’opera del maestro.
Quando Fortuny si illumina nella notte
Questa luce notturna ha infatti la prerogativa di illuminare. L’opera vive di luce propria, non sembra un dipinto ma un’apparizione che circonda lo spettatore grazie anche alle tele di grande dimensione, 200 cm di altezza per 150 di larghezza, una vera potenza. Sono tutte dipinte a tecnica mista: base a tempera magra, corpi ad emulsione acqua in olio, velature oleo-resinose, il tutto preparato direttamente nell’atelier seguendo una ricerca sulle metodologie storiche tradizionali. A questo proposito Giovanni Soccol ha tenuto una relazione sulle tecniche di pittura tra Ottocento e Novecento proprio a Palazzo Fortuny nel corso di un convegno organizzato da Ca’ Foscari nel 2019.
Soccol e la scelta di Palazzo Fortuny
Per la mostra “Riflessioni Notturne” ha scelto dieci architetture-simbolo affacciate sul Canal Grande che hanno suscitato in lui un interesse particolare, un dialogo formale e spirituale allo stesso tempo. L’effetto è stupefacente. In queste pagine troverete le foto ufficiali messe a disposizione per la stampa (Ca’ d’Oro, Ca’ Rezzonico, San Marcuola, compresi due capolavori come San Simeon Piccolo e Fontego dei Turchi, datate tra il 2018 e il 2022). Ho aggiunto qualche scatto personale sperando di trasmettere al lettore l’emozione che suscitano queste grandi tele che diffondono luce come un faro: la Dogana de Mar, la Basilica della Salute.
Una seconda sezione della mostra documenta la fase preliminare dell’artista prima di affrontare i dipinti: appunti, schizzi, analisi dei rapporti geometrici e cromatici, valori spaziali. Un momento essenziale che caratterizza l’operatività di un grande architetto e scenografo.
Chi è Giovanni Soccol
Giovanni Soccol è nato a Venezia nel 1938, inizia a dipingere giovanissimo frequentando gli atelier dei massimi artisti come Guido Cadorin. Si laurea in architettura con Carlo Scarpa e dal 1969 insegna Arredo Scenico all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da quella data ha inizio un lungo sodalizio con Mario Deluigi, al quale succederà nel 1974 alla cattedra di Scenografia. Oltre alla pittura si dedica all’architettura di interni e alla scenografia per il teatro e il cinema vivendo tra Venezia, Roma e Parigi. La sua pittura sviluppa una percezione impalpabile del mondo fatta di micro-segni, punti colorati e cromie vibranti. Nella sua infinita produzione trovano spazio cicli tematici con motivi simbolici: Petroliere, Battige, Maree, Teatri e Labirinti d’invenzione, tutte immagini di grande potenza onirica.
Un consiglio
Dopo aver visitato l’esposizione, suggeriamo di salire al primo piano del palazzo per ammirare le sue meraviglie. Dopo il restauro è tornato pienamente visibile un ciclo parietale di ben 140 metri quadrati con cui Mariano Fortuny, grazie all’artificio del trompe-l’oeil, aveva dato vita a un illusorio giardino d’inverno incantato, con figure allegoriche, satiri e animali esotici tutti inseriti in una loggia corinzia alla Veronese, arricchiti da ghirlande, drappi e motivi vegetali. Ottima strategia per continuare a sognare.
5 maggio – 1° ottobre 2023
Museo Fortuny – Piano terra
Venezia – San Marco 3958 – Campo San Beneto
Dott.ssa Elisabetta, la Sua Venezia ha una capacità culturale di riproporsi sempre più bella e interessante. Oltre ai palazzi che da soli meritano una visita e una attenta riflessione, come l’edificio Fortuny, al loro interno si allestiscono mostre e conoscenze che vanno oltre alla bellezza propria dei luoghi. La mostra delle opere di Giovanni Soccol dal titolo Riflessioni Notturne ha la capacità di esaltare elementi già presenti nella cultura veneziana. Le foto sono molto belle e rendono completamente, insieme al testo dell’articolo, il valore di questo artista e del luogo prezioso che lo ospita.
Applausi a Elisabetta! Sai valorizzare opere e contenitori!
Gentile Elisabetta perfettamente d’accordo sulle riflessioni fatte sul nostro Giovanni molto meno sul restauro e rallentamento del palazzo
Gentile Elisabetta perfettamente d’accordo sulle riflessioni fatte sul nostro Giovanni molto meno sul restauro e rallentamento del palazzo Ne parleremo magari incontrando per strada