“Oggi è difficile fare il sindaco, comporta una quantità di problemi che devi affrontare: dall’ambiente alla sicurezza, dalla mobilità ai servizi, per citare solo alcuni. La macchina amministrativa è complessa, il personale è sempre di meno, sostituirlo non significa anche sostituirne l’esperienza in un sistema complesso. Ma un sindaco può sognare e segnare il futuro e il destino di una città, deve stare molto attento a muovere i passi. Quanto all’abuso d’ufficio, sono sindaco da pochi giorni e non ho esperienza diretta. Ma ho visto che i sindaci di qualsiasi parte politica hanno chiesto una riforma della legge. Una riforma: vogliono che la legge venga modificata, non che venga abolita cancellando così anche il reato”. Giacomo Possamai, 33 anni, è il più giovane sindaco nella storia di Vicenza. A capo del Centrosinistra ha vinto le elezioni al ballottaggio sull’uscente Francesco Rucco del Centrodestra.
Chi è Giacomo Possamai
Laureato in legge, specializzato in Comunicazione, Possamai è da prestissimo in politica: segretario nazionale dei giovani dem, consigliere comunale a Vicenza, consigliere regionale in Veneto per il Pd, con un record di preferenze, oltre 11 mila, secondo soltanto al leghista Roberto Marcato. Ha anche partecipato alla campagna elettorale di Barack Obama negli Usa nell’autunno 2012, aveva un ruolo di comunicazione nel Comitato elettorale di Philadelphia.
Nessuna paura
Famiglia numerosa, sono sei fratelli, tifoso sfegatato del Lanerossi Vicenza, con qualche delusione per il campionato appena concluso con la mancata promozione in serie B. Gli piace dire che è nato poche settimane dopo la caduta del Muro di Berlino.
Ha presentato la nuova giunta comunale di Vicenza, quattro donne e cinque uomini, età media 41 anni. “Ma l’età non è un problema, nemmeno un vantaggio. Ho la fortuna di essere giovane ma anche di essere un appassionato della politica da tanti anni. Tutto questo infonde energia, voglia di fare. Occorre circondarsi di persone di esperienza e capacità, non avere paura di chi è più bravo”.
Possamai, è stato uno dei pochi sindaci eletti dal Centrosinistra in Italia: le pesa?
“Anzi! E’ una grande soddisfazione vincere in un momento così difficile, ha un valore doppio. E’ stata una campagna elettorale collettiva, fatta casa per casa, con tutti i candidati. Siamo andati ovunque, abbiamo portato a tutti la nostra idea di amministrazione. Credo sia stata questa la scelta vincente. Chi dice che abbiamo vinto perché non abbiamo voluto la presenza in città di nessun leader sbaglia. Semplicemente abbiamo fatto una scelta che era quella di non far diventare le elezioni di Vicenza una sfida nazionale, cosa che invece hanno fatto gli altri. Ruocco ha chiamato i suoi pezzi da novanta, Salvini è venuto proprio per dire che Vicenza era la prova del fuoco. Alla distanza la nostra scelta è risultata vincente. Ma, ripeto, sbaglia chi sostiene che siamo stati favoriti dal fatto che né la segretaria né altri esponenti del Pd siano venuti in piazza a Vicenza”.
In giunta c’è anche qualcuno che ha destato polemiche e non solo nell’opposizione?
“Ma non si tratta di un acquisto dell’ultim’ora o di comodità come purtroppo se ne vedono in politica. Matteo Tosetto era già uscito dieci mesi fa dalla giunta Ruocco dopo aver lasciato Forza Italia prendendo le distanze nel momento in cui si andava a elezioni anticipate perché era stato abbandonato il Governo Draghi. Tosetto è sempre stato un moderato e ha fatto un ottimo lavoro nel sociale. Aveva guadagnato una stima che gli era stata riconosciuta anche da noi opposizione in Consiglio comunale. Perché non utilizzare questa competenza e sensibilità a favore della città? Tra l’altro, può riprendere, il lavoro iniziato e portarlo a termine. Credo che un’amministrazione non debba mai gettare via per partito prese le cose buone che ha fatto la precedente. E’ anche questo un modo di rispetto per la città”.
In un Veneto a trazione Centrodestra, ci sono tre grandi città governate dal Centrosinistra: Verona, Vicenza, Padova. Tre capoluoghi di province trainanti per l’economia…
“E’ vero, anche se sono tre sindaci con posizioni diverse e origini differenti rappresentano una linea dritta che unisce queste tre città. Sicuramente è un bel messaggio che nei tre capoluoghi ci siano tre giunte riconducibili al Centrosinistra, vuol dire che nei centri urbani c’è un elettorato attento al tasso di innovazione, al sociale, all’ambiente e in grado di dare risposte positive attraverso le amministrazioni elette. Ma è anche una cosa che ci deve far riflettere e pone molte domande: il centrosinistra può chiudersi solo nelle città? Cosa accade nel Veneto profondo che è molto più grande della realtà urbana? Siamo in grado di ascoltarne la voce e la lezione? Certo tre sindaci in sintonia a Verona, Vicenza e Padova possono produrre proposte comuni su ambiente e altri settori importanti. Ma non bisogna arroccarsi nella città. Credo che anche su questo sia possibile una collaborazione con Tommasi e Giordani”.
Possamai, a proposito di Giordani e di Padova, lei come si comporterà con l’iscrizione all’anagrafe di figli di coppie omogenitoriali?
“Proprio per un fattore di tempo, non sono ancora stato chiamati a rispondere su una vicenda del genere. Farei la stessa scelta di Giordani, di Sala, ma anche del trevigiano Mario Conte. Il fatto è che non puoi far pagare ai bambini le scelte. Quello che sta accadendo a Padova dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che è quanto mai urgente che il Parlamento legiferi in materia e tenga conto dei cambiamenti della società”.
Possamai, come pensa di governare Vicenza?
“Vicenza è una città meravigliosa con tantissime potenzialità inespresse o espresse in maniera limitata: sul piano culturale e su quello monumentale può sicuramente essere più attiva. Ha problemi forti di inquinamento da risolvere. E’ una città con una grandissima sfida complicata: l’attraversamento della Tav. Ma ha molti elementi già collocati nel futuro, a incominciare dall’università in costante crescita. Credo che dovremo mettere assieme i vari aspetti legandoli: i monumenti e la storia, l’università e il piano ambientale, il processo di transizione… I grandi progetti e la cura per le piccole cose. Una città bella e curata e che sappia inserirsi nel futuro. Il grande e il piccolo possono e devono marciare assieme”.
Qualcuno ha storto il naso perché lei ha “arruolato” Madame?
“Semplicemente ho letto dei commenti di Madame sulla città di Vicenza e sui vicentini e mi sono limitato a dire che sarei stato contento di collaborare con lei per la città. E’ un’artista nota, popolare, anticonformista, è una grande ricchezza per questa città e potremo fare cose importanti assieme”.
Possamai, per fare il sindaco si è dimesso dal Consiglio regionale e da capogruppo del Pd. Come vede il futuro della Regione?
“Penso che la Regione sia alla fine di un’epoca, quella di Luca Zaia, si va verso i 15 anni. Ma è tempo che il Centrosinistra si attrezzi. Questa è una regione che negli ultimi anni ha perso tanti treni, proprio sulla competitività, sulla capacità di intercettare il futuro. La vicina Emilia Romagna ha fatto molto meglio di noi nel cavalcare le opportunità. Penso che anche nel Veneto sia il momento di cambiare”.
Possamia, e il Lanerossi Vicenza come lo vede?
“Spero davvero con tutto il cuore che l’anno prossimo sarà quello della promozione in serie B, l’anno della ripartenza. C’è una proprietà di grande livello che credo voglia investire. Noi come Comune faremo di tutto per dare una mano, a partire dalla risistemazione dello stadio Menti. Vado a vedere le partite dei biancorossi da quando avevo sei anni, dopo la promozione in serie A e il mio calciatore preferito era un attaccante, Pasquale Luiso, lo chiamavano ‘il toro di Sora’ perché aveva coraggio e segnava spesso, era l’uomo della Coppa delle Coppe. Sono certo che quest’anno incomincia la risalita”.