La notizia bella è che tra pochi mesi l’isoletta abbandonata dal 1961, San Giacomo in Paludo, diventerà un centro culturale. Quella brutta: è che rimangono in laguna altre quattro abbandonate storiche isolette. S.Giorgio in Alga, Santo Spirito, Madonna del Monte e S.Angelo delle Polveri, destinate all’estinzione. Sono tutte realtà ricche di storie millenarie. Basta ammirare la stampa cinquecentesca di Jacopo de Barbari. Oggi sono semidistrutte.
Il caso di San Giacomo in Paludo
San Giacomo in Paludo deve la sua rinascita alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, torinese, che già nel 2016 aveva rilevato l’isola di circa un ettaro, direttamente dal Demanio.
Pochi giorni fa l’amministrazione comunale, con l’ok della Soprintendenza, ha approvato il progetto urbanistico per sede espositiva e alloggio per artisti. L’anno scorso, aprile 2022, San Giacomo in Paludo, era salita agli onori della cronaca, per una performance della Biennale, affidata all’artista brasiliana Jota Mombaça. Lo spettacolo “In the tired watering” era stato un successo mondiale.
San Giacomo in Paludo, per secoli convento francescano, era stato trasformato in polveriera militare da Napoleone nel 1811, praticamente distruggendo gli edifici sacri medievali.
Nel 1975 l’isola abbandonata ebbe un nuovo momento di celebrità grazie allo spettacolo teatrale “Apocalyssis cum figuris” di Jerzy Grotowsky.
Costantino Re Rebaudengo ha investito diversi milioni di euro per il recupero dell’isola, ubicata tra Murano e Burano e che di sicuro verrà collegata in futuro dai mezzi pubblici.
Le quattro abbandonate
Alla felicità per la risorta San Giacomo in Paludo, ci sono quattro isolette che gridano ancora vendetta dato lo stato di totale abbandono e deperimento. Sono San Giorgio in Alga, isola del primo patriarca di Venezia, Lorenzo Giustiniani, poi santo. Quindi Madonna del Monte, a poche centinaia di metri da Mazzorbo, Sant’Angelo delle Polveri, poco distante da Fusina, laguna sud. E infine Santo Spirito, nel canale di Poveglia.
Tra le quattro abbandonate Poveglia è la più combattuta
A proposito di Poveglia, dopo l’ultimo mega raduno di volontari, per sollecitare il recupero dell’isola estesa per quasi otto ettari, si attendono le nuove decisioni del Demanio, dopo la mancata asta del 2014. Luigi Brugnaro, poi eletto sindaco di Venezia, se l’era aggiudicata per 513 mila euro e un progetto di recupero di 40 milioni di euro per i dodici edifici storici da restaurare, compreso il campanile cinquecentesco di San Vitale che un tempo fungeva da faro per il porto di Malamocco. Brugnaro dopo un ricorso al TAR e le contestazioni della organizzazione ambientalista “Poveglia per tutti”, rinunciò.
Complicazioni con il TAR anche per l’isola delle Grazie, poco distante dalla Giudecca
Nel 2016 la società Giesse di Giovanna Stefanel si aggiudicò l’isola già convento nel XIII secolo che ospitava il fortunato mercato serenissimo dei pellegrini per la Terrasanta. Nel 2018 il TAR annullò l’assegnazione, poi definitivamente restituita all’imprenditrice veneta l’anno successivo. Da concludere gli onerosi restauri. Attesa e preoccupazione per il Forte e isola di Sant’Andrea, opera cinquecentesca del Sanmicheli. Sono in corso le pratiche all’Agenzia del Demanio per una possibile alienazione del bene. Sarebbe un peccato chiuderlo ai privati visto che è un patrimonio rinascimentale universale.
Berlusconi fece un pensierino su quelle quattro abbandonate
Ora che è mancato, posso ricordare un aneddoto lagunare di Silvio Berlusconi. Nel 1980 venne in laguna accompagnato dai ragazzini, allora, Marina e Piersilvio. Aveva preso contatto con l’arch. Franco Bortoluzzi, a quel tempo dirigente di Urbanistica e vicino all’ambiente socialista. (Bortoluzzi, tanti anni dopo sarà il primo promotore dell’Expo).
“Deve venire a Venezia un imprenditore milanese, quello che ha creato Milano 2. Si chiama Silvio…Silvio Berlusconi. È un quarantenne simpatico e dinamico ed é interessato alle isolette della laguna e forse a qualche palazzo in Canal Grande – ci informa l’architetto – vuole che lo portiamo in giro con un motoscafo”.
Berlusconi era molto attratto dalle quattro abbandonate, poi facendo al volo qualche conto, comprese che era una operazione troppo complessa
Demanio militare, allora proprietario, burocrazia, licenze edilizie, problemi di collegamenti lagunari, anche se alcune isole erano vicine all’aeroporto. Berlusconi appare seriamente interessato al palazzo, ex convento di San Gregorio, a fianco della Madonna della Salute, all’inizio del Canal Grande. Vuole acquistare l’edificio storico dove il Canaletto fece molte vedute commissionate direttamente per la clientela inglese dall’amico console Smith. Ma erano tempi di sequestri e attentati delle Brigate Rosse e il palazzo era troppo vulnerabile per ingressi e rive in Canal Grande. Niente da fare, dissero le guardie di sicurezza.
Buona scelta
Berlusconi optò allora per Ca’ Dario, la meraviglia rinascimentale, poco distante da San Gregorio. Bortoluzzi disse subito all’imprenditore milanese: porta un po’ sfiga. I cinque proprietari precedenti sono morti in modo violento proprio dentro il palazzo.
Come non detto! Rispose il Cavaliere, toccandosi gli attributi.