I 93 milioni di euro che l’Europa ha sottratto a Venezia possono essere recuperati se si cambia il progetto, vale a dire se si abbandona l’idea di spenderli per il Bosco dello Sport e si decide di utilizzarli per la rigenerazione urbana, la residenza, il controllo dei flussi turistici e altre iniziative utili alla cittadinanza? Questo hanno chiesto ieri i consiglieri comunali del Pd, partendo da Alessandro Baglioni e Monica Sambo, durante la seconda riunione dell’VIII commissione (congiunta a tutte le altre) per analizzare la variazione al Bilancio di previsione per gli esercizi finanziari 2023-2025.
Zuin risponde alle critiche sul bosco dello sport
Le polemiche, insomma, non accennano a placarsi e l’assessore al Bilancio, Michele Zuin, ha risposto, secco, che l’Amministrazione Brugnaro continuerà ad insistere per finanziare il Bosco dello Sport: «Finché c’è una speranza di recuperare quei soldi, anche sotto altre forme, per noi nulla è perduto. Non so quindi se i 93 milioni me li daranno con fondi europei o statali, ma se arrivano li utilizzeremo per il Bosco dello Sport, non per lo stadio ma per il palazzetto e per il resto. Questo è certo». Monica Sambo ha insistito nel chiedere lumi: «Noi vogliamo sapere se per ottenere i fondi Pnrr europei si possono ancora presentare, seppur tardivamente, altri progetti diversi dal Bosco dello Sport, o se sono persi definitivamente. Perché se, come temiamo, quei soldi sono ormai bruciati, nel momento in cui dovessero arrivare sotto forma di fondi statali, saranno comunque 93 milioni di euro in meno per Venezia».
Le opposizioni
Per le opposizioni, insomma, questi ipotetici finanziamenti da Roma verrebbero tolti ad altre voci come ad esempio la Legge Speciale, mentre se arrivassero dall’Europa attraverso il Pnrr sarebbero in aggiunta. Paolo Ticozzi, altro consigliere del Pd, riguardo alle risposte dell’assessore Zuin, ha parlato infatti di «gioco delle tre carte». Marco Gasparinetti di Terra e Acqua 2020 ha, però, spezzato una lancia a favore dell’Amministrazione veneziana: essendo funzionario della Commissione europea, ha sostenuto che il decreto del Governo che ha consentito al Comune di presentare la richiesta di finanziamento per il Bosco dello Sport, a suo avviso non era in linea con i criteri europei e quindi Ca’ Farsetti sarebbe caduta in una “trappola” non per sua responsabilità.