“Una giovane donna dall’aspetto solenne e pieno di dignità, espressione severa fronte aggrottata; sguardo a un tempo scuro e pieno di energia”. È la descrizione della Giustizia fatta da Aulo Gellio, nel II secolo d. C. Il giurista e scrittore latino ne tratteggia gli aspetti salienti: Giustizia è vergine poiché incorruttibile, volitiva poiché non conosce cedimenti, austera poiché non lascia spazio a preghiere o lusinghe, temibile poiché nemica implacabile con chi sceglie di non rispettarla. Nell’arte è sublimata da un’iconografia che la raffigura come donna bellissima e coronata, con la bilancia e la spada. A volte bendata perché imparziale, anche se tutto vede ed è al di sopra di ogni cosa. Spesso viene raffigurata come Allegoria di una città, Roma e Venezia ne sono una tangibile testimonianza.
La Giustizia nel cuore di Venezia
Nel cuore della città lagunare abbiamo trovato il luogo perfetto per ospitare una mostra davvero straordinaria e originale che ci aiuta a scoprire il volto della Giustizia rivisitando le opere dei grandi maestri: IMAGO IUSTITIAE. Capolavori attraverso i secoli, Museo Correr. Promossa dal Comune di Venezia, ideata e organizzata dal Centro Europeo per il Turismo e la Cultura di Roma in sinergia con la Fondazione Musei Civici di Venezia e il patrocinio del Comando Interregionale dell’Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza.
L’inaugurazione
Inaugurazione il 9 giugno con i saluti istituzionali alla presenza della curatrice Marina Mattei, il Generale di Corpo D’Armata Carmine Lopez e il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha sottolineato anche l’importanza dell’apertura serale in alcuni giorni della settimana. Dopo la presentazione a pubblico e stampa nello scintillio del Salone da ballo, visita all’esposizione.
Il percorso
Il percorso diviso in sei sezioni si apre su un autentico gioiello del Museo Correr, la sala della Biblioteca Pisani, con le pareti interamente rivestite da librerie in radica di olmo tra edizioni storiche e volumi di valore inestimabile. Un viaggio nel sapere e nell’immagine dagli albori fino all’età moderna: reperti archeologici, miniature, monete e medaglie, opere su carta legno e tavola sulle quali la Giustizia troneggia come una dea. Grandi tele di maestri come Guercino, Andrea del Sarto, Sansovino, Guido Reni.
Nel percorso espositivo sono presenti opere che rappresentano l’allegoria della Giustizia come virtù e altre che hanno per soggetto episodi noti come il Giudizio di Salomone o il Giudizio Universale.
L’immagine in tutti i suoi aspetti
IMAGO IUSTITIAE ha il merito di indagare su tutti gli aspetti legati al significato di giustizia partendo da tempi remoti quando ordine e armonia delle parti erano emanazione di divinità Superiori.
Le prime testimonianze risalgono agli inizi del secondo millennio a. C. nell’antica città sumera di Nippur. Dettare leggi era un atto sia politico che religioso, gli dèi concedevano al sovrano la prerogativa di legiferare.
La Giustizia nell’antichità
Ministero della Giustizia, presso la Suprema Corte di Cassazione di Roma, Inv n. 2417
Anche nell’antica Roma persiste il concetto di potere umano e divino, l’imperatore promulga le leggi ma è anche giudice per volere di una divinità femminile quasi sempre rappresentata seduta, con una corona o un alto copricapo elemento di regalità. Altri attributi fondamentali: la bilancia il più antico dei simboli, lo scettro derivato dal bastone del re pastore, la lancia. Spesso stringe il globo come facevano gli imperatori. Leggiamo in altre documentazioni: in trono ha spada e bilancia, spesso come le vergini ha un seno scoperto e, nel caso di Venezia, i Leoni di Cibele.
La Giustizia del Vasari
Al Museo Correr un viaggio affascinante che dai reperti archeologici porta sino all’età contemporanea attraverso autentici capolavori come l’olio su tavola dipinto da Giorgio Vasari durante il suo soggiorno in laguna nel 1541 e custodito alle Gallerie dell’Accademia. La Giustizia di Vasari volge la schiena allo spettatore, forse un’allusione all’imparzialità. Una modernità prospettica davvero sorprendente, solo questo pezzo vale una visita, non a caso è il logo della mostra e copertina del bellissimo catalogo (Gangemi Editore).
Il Guercino
Il Guercino la ritrae poderosa, seduta su un blocco marmoreo e attorniata dai classici elementi che la caratterizzano: spada, bilancia a bracci uguali e corona. Ma chi è la figura incendiaria sulla destra della grande tela? È la Pace, impegnata ad appiccare il fuoco a una catasta di armi, emblema della guerra e della bellicosità.
Stupisce il volto estatico di San Sebastiano di Andrea del Sarto
Potrebbe essere un ritratto dell’artista stesso, forse un voto per ottenere la protezione dalla peste che nel 1523 infuriava a Firenze. Probabilmente il suo ultimo lavoro, perché il grande maestro del Rinascimento morirà proprio di peste a soli 44 anni. Giorgio Vasari lo aveva definito “pittore senza errori” per la capacità di realizzare figure di somma perfezione.
Il percorso del Museo Correr ci porta verso un materiale che da 5000 anni è sinonimo di bellezza, il vetro
La Fondazione Berengo di Murano ha concesso tre opere di artisti contemporanei di particolare suggestione in dialogo con gli antichi capolavori.
Una sezione è dedicata agli oggetti finemente decorati come vasi, coppe e tazze. Si tratta di preziosi reperti recuperati dalla Guardia di Finanza che da sempre svolge un lavoro di salvaguardia fondamentale nell’ambito dei beni culturali. Un’azione di contrasto alla criminalità e al traffico illecito a tutti i livelli. È dimostrato infatti che grazie agli intrecci di affari anche a livello internazionale, le opere d’arte e di interesse archeologico vengono spesso utilizzate per sottrarre ingenti risorse economiche al nostro Paese, ovvero per ripulire consistenti somme di provenienza illecita.
Significato e interpretazione di Giustizia
L’esposizione indaga anche su interpretazione e significato di giustizia. “Le leggi sono le condizioni colle quali uomini indipendenti ed isolati si unirono in società, stanchi di vivere in continuo stato di guerra, e di godere una libertà resa inutile dall’incertezza di conservarla” scriveva Cesare Beccaria nel suo volumetto “Dei delitti e delle pene”. Bestseller ante litteram, ebbe un successo straordinario con versioni in molte lingue, ristampe, falsificazioni, manipolazioni. Insomma, fake news da Settecento illuminato.
La più bella definizione sull’opera è del monaco camaldolese Claudio Fromond: “è piena di riflessioni belle e giuste, onde piacerà a pochi”.
IMAGO IUSTITIAE
Capolavori attraverso i secoli
10 giugno – 3 settembre 2023
Venezia – Museo Correr Piazza San Marco 52
Dott.ssa Elisabetta tra i resoconti di mostre che ci propone ogni settimana, questa mi sembra una delle più interessanti. Infatti è stato scelto un tema, classico, ed è stato declinato nel corso dei secoli e con l’uso di supporti diversi. L’immagine della Giustizia è l’immagine di una divinità celebrata da ogni civiltà e da ogni epoca, la lettura di questo percorso ci fa percepire il ruolo di questo valore nel tempo. Da come leggo, accanto alle grandi opere di artisti simbolo come Guercino, Andrea del Sarto, Sansovino, Guido Reni, troviamo medaglie, monete, pagine con miniature, piccoli disegni, ma anche vasellame ellenico di autori forse sconosciuti che hanno saputo illustrare l’idea di Giustizia che le generazioni precedenti hanno idealizzato. Mi fa piacere che tra le fonti ci sia anche la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, collocata nel Castello Sforzesco, qui è possibile trovare le immagini e le litografie dei più importanti personaggi del passato, musicisti e cantanti compresi. Mi complimento con la Guardia di Finanza per aver recuperato dei tesori della nostra civiltà che stavano per essere esportati illegalmente, mi permetto di ricordare l’analogo lavoro dei Carabinieri del Tpc, Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale che ugualmente hanno riportato in Italia dei tesori. Il fatto che la Giustizia sia immortalata sempre come una donna credo perchè sia un valore bello, importante e amabile, La giustizia è desiderabile come una bella donna.