Che Berlusconi non ci sia più è una perdita per l’Italia, nonostante tutti i suoi difetti e quello che ha procurato al sistema con i suoi trent’anni di politica. Infatti, nonostante non ne condividessi spesso le idee, mi dispiace che se ne sia andato e so che lo rimpiangeremo. Non c’è dubbio che sia stato un grande imprenditore e un politico che lascia il segno nel paese. Però, lui non sapeva di essere così grande e si attorniava di mediocri perché non gradiva di essere oscurato da qualcuno. Infatti, nel 1994, quando vinse le elezioni a man bassa, non fece tornare il suo amico Craxi, autore della sua fortuna, dalla Tunisia dov’era latitante. Temeva che gli oscurasse il suo sogno di protagonismo.
Una grave perdita non solo umana ma anche politica
Non gli rimprovero il bunga bunga, le olgettine, la nipote di Mubarak e le tante altre marachelle, ma l’avere immesso in politica una schiera di mediocri e incapaci. Forse l’unico è Renzi, che, però, è esageratamente capace e, quindi, peggio. Tanto che non c’è stato in questi mesi di degenza un facente funzioni, un vice Berlusconi. Morendo lascia il nulla a parte il patrimonio. Come del resto i galantuomini della prima repubblica, come De Gasperi, Moro, Andreotti, Togliatti, Almirante, Nenni, Saragat, Craxi, La Malfa. Hanno portato con sé nella tomba la loro geniale leadership. Non hanno istruito e formato nessuno, come, invece, i Premi Nobel, i letterati, gli artisti, gli scienziati che pensano al progresso e si attorniano degli allievi migliori e non temono di essere superati, anzi sperano di esserlo, come Ligabue con Giotto.
L’errore più grande
La politica fa eccezione, pur essendo, a parere mio, una scienza e anche un’arte. La più importante, dato che dalla sua riuscita non dipende solo il bello, ma soprattutto il futuro delle generazioni. Il grande uomo di Arcore amava più di altri attorniarsi di chi lo adulava, dandogli sempre ragione. Tanto da consentirgli quegli spropositi innocenti ma disdicevoli. Consiglieri del livello che quell’uomo meritava e familiari più affettuosi gli avrebbero evitato molte esibizioni disdicevoli e altrettante brutte figure. Invece, i mediocri non osavano correggerlo e gli consentirono di strafare perché così, credevano, piacesse agli italiani. Che, infatti, ridevano quando descriveva la Merkel, genio della politica che i tedeschi e l’Europa rimpiangono, una “culona” poco affascinante. Tanto è vero che all’ultimo ricovero al San Raffaele, quando ormai il padrone era in fin di vita, i mediocri, che in sua assenza prendevano le decisioni, lo definirono un controllo di routine.
Lo rimpiangeremo
Ai saggi, seppure di opinione diversa, è dispiaciuta la sua dipartita. Perché lascia un partito senza successori e, come spiega Leopardi nella conversazione col venditore di almanacchi, il prossimo è sempre peggiore. Lascia soprattutto un’importante produzione culturale che già gli avversari politici, anche loro mediocri, lo obbligarono a trascurare e che, quindi, privi della sua genialità, gli altri finirono per occuparsi solo dei profitti trascurando – anzi mortificando e calpestando – la cultura. Se Berlusconi avesse continuato a gestire Mediaset avrebbe saputo integrare quelle trasmissioni trash che ancora oggi imperversano, ne caratterizzano i programmi e sono responsabili di quell’ignoranza di cui è stata invasa l’Italia che da quella devianza culturale ora in parte dipende.
Un perdita senza eredi della sua grandezza
Lascia capitali immensi e un partito politico – come affidare un ordigno a ragazzini incapaci – che in sua assenza si ritengono legittimi eredi, come le caccole che, avvolte nella carta stagnola credono di essere diventate cioccolatini. Temo – e spero di sbagliarmi – che comincino le lotte fratricide anche in famiglia, che comincino le rivelazioni, che scoppino gli scandali che il dovuto rispetto per lui tenevano soffocati. L’Italia è un paese litigioso. Quando il de cuius lascia un divano o un bene indivisibile si ricorre al tribunale e non si dissipa solo l’eredità in pese legali, ma si distrugge il legame affettivo che chi ci lascia crede di avere tramesso.
Che ne sarà di Forza Italia dopo la sua perdita?
Nel caso di Berlusconi, oltre che dei soldi il lascito riguarda l’Italia con un partito che, pur non essendo più in auge, è ancora un importante bilancino nella politica del governo cui conferiva, in un mondo di esaltati, la moderatezza che lo caratterizzava e che è giusto riconoscergli. Assisteremo all’assalto alla diligenza che peggiorerà l’Italia, seppure il padrone con la sua lungimiranza fece in modo che il partito finisse con lui. Ora ci sarà un fuggi fuggi da Forza Italia, mentre più di un pretendente cercherà di esserne il successore. Ma i piccini non possono succedere ai grandi. È una legge naturale che la Storia ci ha spiegato più volte, ma alla quale l’uomo non si rassegna a sottoporsi. Se no, non si continuerebbe a pugnalare Cesare per ereditarne l’impero.
Leggendo le tue attente riflessioni sul valore sociale, economico e politico del presidente Berlusconi che mi trovano perfettamente d’accordo, mi è venuto subito in mente la teoria di Giovan Battista Vico che non è l’uomo che fa la storia, in contrapposizione alle teorie di Hegel e di Goethe.
Mi chiedo quindi: è’ stato Lui, per oltre venti anni a fare la storia nel nostro paese o sono state le vicissitudini storiche a farne di Lui un grande protagonista,o forse entrambe le cose ?
Una cosa però mi lascia un po’ perplesso e rivolgo a Te la domanda:
perché i funerali di stato?
13 giugno 2023.
Ligabue era forse Cimabue? Sempre di buoi si tratta.
Cordiali saluti
Oliviero Pesce