A due anni dalla quarta indagine del commissario Aldani (qui la recensione: https://www.enordest.it/2021/07/25/il-ritorno-del-commissario-aldani/), come da tradizione, Michele Catozzi non manca all’appuntamento con i suoi fedeli e appassionati lettori. Dal 2015 ad oggi, uscita del primo romanzo, Acqua morta, infatti, gli anni dispari sanciscono la pubblicazione di un nuovo giallo ambientato a Venezia. Per i tipi di Tea: Laguna nera (2017), Marea tossica (2019) e Muro di nebbia (2021).
Il ritorno di Aldani
Leggendo le prime pagine (Prologo) si potrebbe pensare che questa volta Catozzi abbia voluto dare una svolta alla sua ambientazione. L’azione criminosa, nello specifico una sanguinosa rapina ai danni di un lussuoso hotel a cinque stelle, si svolge infatti in un sobborgo di Londra, nel luglio del 2013. Ma il primo capitolo ci riporta subito a Venezia, a fine giugno di un anno dopo, quando un barchino dal motore truccato, lanciato a folle velocità in laguna di fronte all’imbarcadero dell’isola della Certosa, si schianta contro un ostacolo e si rovescia. I due ragazzi a bordo vengono sbalzati in acqua senza gravi conseguenze, però si scoprirà che sono andati a sbattere contro un cadavere a cui l’elica ha asportato completamente il volto, rendendolo irriconoscibile.
Quell’estate viene funestata anche da alcune rapine molto violente ai danni di hotel di lusso sulle quali indaga Lena Morini, vicequestore, nuovo capo della sezione Antirapina della Squadra Mobile veneziana. Una donna ruvida e scostante con la quale Aldani deve confrontarsi suo malgrado, quando affiora il sospetto che l’omicidio e le rapine possano essere collegati.
Il Redentore fa da sfondo alle indagini di Aldani
Siamo a ridosso della Festa del Redentore che per tradizione si svolge la notte del terzo sabato di luglio in ricordo della liberazione di Venezia dalla peste che infuriò in città tra il 1575 e il 1577. Una festa molto sentita dai Veneziani, che attira anche una marea di turisti che affollano le rive del bacino e le acque di fronte a Piazza San Marco, l’Isola di San Giorgio e della Giudecca in attesa del famosissimo spettacolo pirotecnico.
Il clima teso, dovuto a una vera raffica di crimini cruenti proprio in quei giorni, non rende un buon servizio al turismo e i due investigatori vengono messi sotto pressione dal questore affinché risolvano rapidamente l’indagine trovando i colpevoli. Tensione che si aggiunge, in città, allo scandalo della retata del 4 giugno seguita all’indagine sugli appalti del sistema di dighe anti-acqua alta (MOSE) che portò all’arresto, tra gli altri, del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e di Giancarlo Galan, già presidente della Regione Veneto.
Catozzi gran conoscitore
Catozzi anche in questo nuovo romanzo si dimostra attento conoscitore della realtà lagunare che non è solo sfondo abbagliante di bellezza, storia e arte, anche se riesce sempre a restituire, nell’accurata ambientazione, le meraviglie e le vestigia lasciate dalla Serenissima. La Venezia contemporanea, con le sue contraddizioni e i suoi drammatici problemi, viene raccontata con precisione e competenza.
Prendiamo per esempio l’inserimento, proprio nelle prime pagine, di un fenomeno sociale come quello dei cosiddetti barchini, protagonisti del film Atlantide, di Yuri Ancarani girato a Sant’Erasmo (2021). L’autore mette sotto i riflettori il culto del barchino, il luogo in cui si svolge tutto il processo di trasformazione da adolescenti in adulti per i giovani maschi della laguna veneta con l’ossessione per renderlo sempre più veloce e potente, con esiti spesso tragici.
Venezia protagonista delle indagini del Commissario Aldani
Come nei libri precedenti, poi, Venezia è protagonista. La città vista con gli occhi di chi ci abita. Ma anche con quelli, spesso diffidenti e infastiditi, di chi non riesce a comprenderla, come, in questo caso, la collega “foresta” di Aldani, Lena Morini. La città raccontata attraverso le sue molte particolarità, come il “passo veneziano”, l’andatura veloce di chi è abituato a destreggiarsi schivando mandrie di turisti imbambolati e indisciplinati. Oppure attraverso la tradizione gastronomica legata alla Festa del Redentore. Bovoeti (lumachine), pasta e fagioli, anatra ripiena, sarde in saòr, bigoli in salsa (pasta con acciughe e cipolla). Tutti cibi buoni anche freddi, perché da consumare in barca.
Una città raccontata anche attraverso fenomeni economici come il business internazionale legato ai grandi alberghi di lusso, che già dagli anni Ottanta «sono finiti in mano a società di investimento straniere» e negli ultimi anni a «fondi internazionali e grandi gruppi finanziari russi e arabi che […] sono dotati di notevole liquidità […] pur non avendo la necessaria esperienza» (p. 183). Città che si estende alla Terraferma, naturalmente. Il ritrovamento di un cadavere in una malfamata pensione vicina alla stazione ferroviaria dà lo spunto per accennare al “sacco di Mestre”, «la speculazione edilizia che portò alla cementificazione di tante aree verdi della città» (p. 197). E la stazione viene descritta come una specie di zona franca del degrado dilagante tutt’intorno, «una sorta di Fort Apache circondata dai pellerossa» (p. 202).
Una trama avvincente per il Commissario Aldani
Per quanto riguarda il plot, come sempre Catozzi riesce a costruire una trama convincente e appassionante, ricca di azione e di colpi di scena. I suoi fedelissimi lettori ritroveranno personaggi familiari come l’ispettore Manin, il medico legale Basenti, l’agente Vitiello al timone del motoscafo Toni. E Bepi con il suo bar, oasi di pace a cui approdare per un caffè o un pranzo veloce. Immancabile Claudio Danieli, giornalista del Gazzettino. Sempre alla ricerca di indiscrezioni per i suoi articoli, che però questa volta darà elementi utili allo scioglimento del mistero. Come sempre nuove entries si aggiungono: Carolina Righi, bella assistente del medico legale, diversi membri della mala del Brenta e molti altri.
L’autore
Michele Catozzi è nato a Mestre nel 1960. Ha vissuto a lungo nel Veneto. Ha passato molti anni a Treviso, dove si è occupato di editoria e giornalismo. Ora vive a Pesaro con la compagna e tre figli fa l’informatico e scrive. Dopo aver scritto diversi racconti, pubblicati in antologie e riviste, con TEA ha pubblicato i romanzi gialli con protagonista il commissario Aldani. Acqua morta (2015), Laguna nera (2017), Marea tossica (2019), Muro di nebbia (2021) e Canale di fuga (2023). www.michelecatozzi.it
Michele Catozzi, Canale di fuga, Milano, Tea, 2023
Per un autore Annalisa Bruni incarna il recensore ideale, con testi scevri da luoghi comuni, attenti agli spoiler e che riescono a “vedere” dietro al velo del romanzo. Vale anche per il lettore, of course, ma diciamo che il mio punto di vista è leggermente parziale… 🙂
Grazie di cuore!