Un biennio decisamente da dimenticare il 2020-22 per le aziende agricole sul fronte dei costi di produzione. E’ quanto emerge dall’analisi dei costi effettuata da Condifesa TVB, a cadenza biennale, coordinata dal tecnico Oddino Bin. Ad avere la “peggio” chi ha voluto realizzare impianti viticoli che hanno dovuto subire maggiori costi oscillanti tra il 50 e il70 % a causa dell’aumento dei materiali come i pali di sostegno in ferro, tiranti in filo d’acciaio e le barbatelle di vite passate da 1 euro a oltre 2,5 euro l’una.
Il presidente Condifesa TVB e la situazione delle aziende agricole
Il presidente di Condifesa TVB Valerio Nadal ha illustrato la situazione: “Abbiamo dovuto sostenere costi elevatissimi soprattutto per quanto riguarda la corrente elettrica e il trasporto. Siamo riusciti ugualmente e con molti sforzi a contenere i prezzi per non incidere sui consumatori. Il mondo agricolo ha subito una vera e propria “aggressione” negli acquisti di materie prime”.
Costi aumentati anche per chi produce uva
Non è andata meglio a chi produce uva che ha subito costi aumentati del 60 per cento dovuti al costo del gasolio usato in agricoltura (da 80 centesimi al litro a 1,5 euro), dei concimi e dei fitofarmaci. Molte industrie hanno dovuto rivolgersi per l’acquisto di acciaio e concimi agli Usa e Germania con conseguente impennata dei costi a causa del conflitto tra Russia e Ucraina fornitori in precedenza di metalli ed energia.
Aziende agricole in difficoltà per gli aumenti
L’urea, concime azotato impiegato largamente nella coltura del mais, che arrivava dall’Ucraina è passata da 40 euro a 120 al quintale. Sui seminativi si registrano quindi incrementi complessivi sui costi superiori al 50% per il mais e del 10-15% per la soia. Non dimentichiamo che in seguito al conflitto Russo-Ucraino ed in particolare alle ripercussioni sul mercato del gas è stata fortemente penalizzata l’industria chimica che fa un uso elevatissimo di energia per la produzione di azotati.