Il livello sportivo di una nazione non si calcola soltanto con i trofei, ma con le presenze ai massimi livelli, dunque l’Italia cerca il top, ovvero 4 finaliste in 3 coppe, 4 finaliste su 6, per un dominio assoluto; anche se si può pensare scaramanticamente alla sola l’Europa league, in caso di finale tutta italiana.
Il top anche se non si arriva alla finale
I tifosi festeggiano generalmente solo le coppe, gli scudetti, non tanto i traguardi intermedi, una finale persa lascia generalmente una delusione superiore a una eliminazione al primo turno o alle uscite immediate, nei turni preliminari.
In realtà il calcio italiano vive una grande stagione, anche se l’Inter dovesse perdere la finale della Champion’s e pure se la Juve e la Roma perdessero persino ai rigori rimettendoci la finalissima. La Fiorentina non è più favorita, deve imporsi con un gol di scarto nei 100’, recupero compreso, e poi segnare un’altra rete e non subirne o giocarsela dal dischetto. Già, il dischetto, storicamente non è animo dei club italiani, in Europa. Va meglio quando tocca alla Nazionale.
Stiamo ritrovandoci a essere il top in Europa
Il calcio italiano ha già fatto tanto a portare 5 semifinaliste in 3 coppe, ovvero su 12 squadre. Il derby milanese ha catturato il mondo, non è solo questione di ranking ma l’auspicio è che le squadre del nostro paese puntino sempre forte sull’Europa, a prescindere.
Peccato per il due derby in Champions, perché la vera magia sarebbe stato provare ad avere due italiane in finale, com’è successo più volte alla Spagna e 20 anni dopo il Milan-Juventus con successo rossonero ai rigori.
Altro tema, i nomi delle competizioni
Bastava lasciare coppa dei Campioni (come la chiama ancora Francesco Repice, su radio Rai), pure se vi sono iscritte anche squadre quarte classificate nel campionato nazionale, bastava lasciare 3 trofei sempre, non sospendere la coppa delle Coppe, era comunque affascinante qualificare la vincitrice della coccarda nazionale al secondo trofeo europeo e poi avere la Uefa, equivalente dell’Europa league.
In Conference, appunto, si potrebbe mandare la vincitrice della coppa nazionale.
Ancora, come fa il basket, per i Paesi principali sarebbe bello mandare in Europa anche un’ottava formazione, magari averne 2 in Conference.
C’è voglia di Europa a tutti i livelli per essere al top
La Lazio punta tanto sulla qualificazione in Champions, in Europa league prima e in Conference dopo non ha dato realmente il massimo.
Capitolo supercoppa europea, c’è voglia di triangolare, ovvero la vincitrice di Conference dovrebbe poter partecipare, come mai è avvenuto, sarebbe stato bello vedere la Roma contendere il trofeo al Real Madrid e all’Eintracht Frankfurt, Germania, poi eliminata in Champions dal Napoli, negli ottavi di finale.
C’è voglia di Europa anche a livelli inferiori, il torneo angloitaliano è l’unico trofeo nella storia della Cremonese, 30 anni fa il successo a Wembley, con Gigi Simoni in panchina, il torneo era riservato alle neopromosse di serie A.
Vi sblocco un ricordo
Anni prima c’era la Mitropa cup, che fu anche quarto e importante trofeo europeo, ai tempi di coppa dei Campioni e delle Coppe, coppe delle Fiere e, appunto, Mitropa.
Sarebbe bello vedere una competizione europea con le matricole della serie A, quest’anno Cremonese, Lecce e Monza, che magari l’avrebbe vinto, e poi una competizione con le migliori della serie B non promosse in questo momento diciamo Sud tirol e Cagliari, Parma e Venezia e Palermo.
Per non parlare della serie C, fra chi non sale, dunque Cesena, Entella, valorizzare i piazzamenti di regular season, ovvero le seconde e le terze non promosse o anche tutte se l’unica promozione in serie B va a squadre dalla classifica inferiore