Con il 56% degli edifici residenziali oggi esistenti nel nostro Paese che appartiene alle classi energetiche “F” o “G” (le ultime due della scala di merito, per intenderci), l’Italia si trova ancora ben lungi dal pensare anche solo lontanamente di poter raggiungere gli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, fissati al 2030 dall’Unione Europea. Quello di cui avremmo assoluto bisogno, oltre a un salto di paradigma mentale verso l’approccio al cambiamento climatico e, soprattutto, a un cambio di visione prospettica sia delle molteplici cause di tutto ciò sia delle possibili soluzioni da mettere in atto, è di fare un significativo balzo in avanti supportato dalle nuove tecnologie, che porterebbe certamente grossi benefici, non solo dal punto di vista della conservazione e cura dell’ambiente ma anche, come sembra che sia del tutto oscuro ai più, alla qualità della vita.
Riconvertire gli edifici
Riconvertire gli edifici italiani, se e quando questo sia possibile ed economicamente sostenibile, dotandoli di tecnologie efficienti e all’avanguardia, consentirebbe di ridurre i consumi energetici fino al 25% all’anno e quelli idrici fino al 5%. Una mossa che porterebbe forti e sensibili benefici sul piano ambientale, dal momento che si andrebbero a tagliare tra il 20% e il 30% le emissioni di CO2 prodotte dal settore edilizio, ma anche benefici dal punto di vista economico.
Mettendo in atto un piano globale di trasformazione e miglioramento dell’efficientamento energetico anche dei soli edifici residenziali, si potrebbe tagliare oltre il 20% delle spese per i consumi energetici delle famiglie italiane, per un risparmio netto pro capite nell’ordine di qualche centinaio di Euro all’anno. Non dimentichiamoci del fatto che in Italia, la filiera estesa dell’Edificio Intelligente coinvolge 35 settori e 180 sottosettori economici. Una rete del valore complessa e articolata, costituita da 350mila aziende che operano nell’ambito delle tecnologie, dei prodotti, dei software e dei servizi di supporto, attive in maniera pressoché uniforme sull’intero territorio nazionale.
Gli edifici e la ricaduta sull’economia
Già oggi, le attività economiche collegate alla dimensione smart building danno lavoro a 626mila persone, generando un fatturato di 130 miliardi di euro e 39 miliardi di valore aggiunto.
E dal momento che il parco edilizio residenziale italiano è responsabile del 28% dei consumi energetici nazionali e del 18% delle emissioni di CO2 del nostro Paese, investire nel suo rinnovamento secondo criteri di sostenibilità di medio-lungo periodo appare sempre di più come una priorità strategica.
I dati
Ma c’è di più. L’investimento nella filiera ha un effetto moltiplicatore sull’economia: per ogni 100 euro di investimento diretto si attivano ulteriori 187 euro nella filiera collegata e la creazione di 100 posti di lavoro ne genera altri 178.
Sono i primi dati che emergono dalla mappatura con cui, per la prima volta in Italia, la Community Smart Building di The European House – Ambrosetti ha censito un settore che nei prossimi anni potrebbe avere un impatto economico e occupazionale importante.
La riconversione degli edifici come traino per la decarbonizzazione
«La filiera dell’Edificio Intelligente è capillare e diffusa su tutto il territorio nazionale, con il 31% delle aziende operanti nel Nord Ovest, il 21,7% nel Nord Est, il 23,7% al Centro e il 23,6% al Sud e nelle Isole. Mostra rilevanti ricadute a livello economico e occupazionale e potrà avere un ruolo trainante nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che l’Europa e l’Italia hanno fissato al 2030 e al 2050», afferma Lorenzo Tavazzi, partner di The European House Ambrosetti.
Questa trasformazione, tra l’altro, potrebbe essere messa in atto utilizzando strumenti e tecnologie delle quali abbiamo già totale conoscenza, senza peraltro tenere conto del fatto che in molti casi, si tratta di tecnologie e strumenti del tutto “Made in Italy”. Nel 2021, infatti, i dati ufficiali rivelano che l’Italia è risultata essere il terzo Paese in Europa per quota di brevetti depositati nelle tecnologie di aumento della tollerabilità del cambiamento climatico legate agli edifici, dietro a Francia e Germania.
Innovazione degli edifici come sfida delle sostenibilità
L’innovazione è una via obbligata per affrontare le sfide della sostenibilità e l’integrazione tra le varie tecnologie è la strada da seguire per offrire alle persone la massimizzazione del benessere e della sicurezza. Se gli edifici fossero dotati di tecnologie efficienti, oltre alla già citata riduzione percentuale dei consumi energetici annui, apporterebbero benefici in termini di sicurezza, comfort e benessere delle persone. Studi attendibili che, pur provenendo da più fonti giungono a risultati molto simili, ci rivelano che con gli Edifici Intelligenti si possono ottenere risparmi per circa 14 miliardi di Euro, il 22% delle spese per i consumi energetici nel corso di un anno
Investire nella riconversione e nel rinnovamento degli edifici rappresenta un’importante opportunità per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di efficientamento energetico previsti a livello europeo e la costante attenzione manifestata dal Sen. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy e di varie altre figure istituzionali, oltre che dei vertici delle principali realtà di settore, testimonia la grande attenzione e il fermento sollevati dal tema.
Il benessere
Alla rilevanza strategica e industriale per il Paese, si affianca quella relativa al benessere dei singoli e delle comunità, al cui servizio e al cui riconoscimento di centralità deve sempre restare la tecnologia. Ma quello che sicuramente serve e che ancora non c’è, è una struttura di governo di tutte queste iniziative, che sia istituzionale e integrata, composta da ministeri e agenzie nazionali, per inserire queste opportunità nel corpus legislativo, nella prestazione energetica degli edifici e nei nuovi APE, per essere più avanti dell’Unione, come avvenne per la legge 10/91 e non, per l’ennesima volta, al traino o, peggio ancora, in contrasto con le linee dettate dall’Unione Europea.
Qualcuno deve ancora comprendere bene il principio europeo di Energy efficiency first (l’efficienza energetica prima di tutto) in tutte le sue implicazioni per un nuovo sistema energetico, che si occupi soprattutto del contenuto (le persone) e solo per l’indispensabile anche degli involucri (gli edifici). Il mondo produttivo e la filiera sono pronti, il mercato spesso avanza le istituzioni e stimola l’innovazione. Gli Smart Building (Edifici Intelligenti) sono le componenti essenziali e irrinunciabili nella realizzazione di una città smart e sostenibile.