L’Antico Ospedale Santa Maria dei Battutidi San Vito al Tagliamento, oggi luogo con ambienti attentamente recuperati e adibito principalmente ad esposizioni o convegni, offre un fascino particolare, con la sua primitiva cappella affrescata (affreschi di scuola friulana, fine XIV sec.) al piano terra, i suoi tre piani e il cortile interno, dove il tempo sembra essersi fermato. La sede espositiva ospita fino al 18 giugno 2023, “Dream on earth”, mostra personale di Walter Davanzo, artista di Treviso che dà vita a nuovi mondi, tra ricordo, sogno e visione.
Eugenio Manzato racconta Davanzo
Il titolo dell’esposizione – “Dream on earth” – fa riferimento ai dolori e alle costrizioni del periodo pandemico, ma anche al desiderio condiviso di libertà, unione con la natura e ricongiunzione con i propri affetti.
«Walter Davanzo – scrive Eugenio Manzato, già Direttore dei Musei Civici di Treviso – testimonia il terribile primo anno di Covid 19 attraverso un intenso ciclo pittorico scandito per immagini, quasi capitoli di un visionario romanzo: prigioniero nella sua prodigiosa casa-studio, articolata come un sorprendente labirinto, ha dipinto forsennatamente per i lunghi mesi della pandemia dando forma a paure ed angosce, ma anche a riflessioni e fantasie, laddove drammaticamente efficace si è rivelato il suo personale e inconfondibile stile pittorico primitivo ed espressionista». La sua narrazione per immagini si dipana in una sorta di laica via crucis, ispirata – talora deliberatamente, talvolta inconsciamente – a opere di grandi artisti del passato, dalla figura ieratica di San Sebastiano, che rimanda alla pittura rinascimentale di Antonello e Mantegna, alla leonardesca “Gioconda”, con il volto celato in parte dalla mascherina, fino all’“Amor sacro e Amor profano” di Tiziano. E poi molteplici variazioni del “Déjeuner sur l’herbe”, tema caro alla pittura francese impressionista, evocato nelle declinazioni di Monet e Renoir.
Davanzo e la realtà contemporanea
Attraverso la citazione di alcuni capolavori della storia dell’arte, Davanzo racconta la società contemporanea, la paura e la speranza, il desiderio di aria campestre e libertà, testimoniato anche da immagini di bambini, privati della bicicletta o intenti a rimirare un uccellino in gabbia. Fra le figure tragiche, si affaccia inoltre il volto sereno di Carmelo Zotti, artista di Trieste che Walter Davanzo tiene in conto di maestro, riferimento per l’arte e campione di umanità.
I simboli
Di opera in opera, si osserva, inoltre, l’emersione di alcuni elementi ricorrenti (simboli iniziatici e misteriosi, la croce, la casa-prigione, le orecchie da Topolino che alludono agli sconfinati territori dell’arte e della poesia), parte di una grammatica personale, costruita in anni di studio e ricerca. Il percorso espositivo comprende una trentina di opere, tutte inedite, realizzate dal 2020 ad oggi. Tele artigianali e di scena con imprimitura a gesso, lavorate dall’artista con colori ottenuti da pigmenti puri, unitamente a resine naturali, che donano al lavoro una finitura lucida.
Cinzia Lampariello
«Nell’economia della mostra – conclude Cinzia Lampariello Ranzi, co-fondatrice di Agostino Art Gallery di Milano – particolare importanza assumono le opere dedicate a San Sebastiano, anche in relazione alla sede espositiva, in passato luogo di soccorso e accoglienza per malati e pellegrini. Nell’iconografia più diffusa del Santo, rappresentato come un giovane imberbe trafitto dalle frecce, Walter Davanzo concentra l’idea del dolore, che si è vissuto durante la pandemia e che in parte si vive ancora. Ma San Sebastiano era invocato anche come protettore contro la peste, foriero di un messaggio di speranza.
La nostra Galleria lavora da circa un anno con Walter Davanzo, apprezzandone la qualità pittorica e la profondità di indagine. Siamo dunque onorati di essere parte di questo importante progetto. Dopo la mostra di San Vito al Tagliamento, vorremmo portare avanti insieme un progetto teatrale. Volto a realizzare una scenografia pittorica per un’opera lirica, in collaborazione con un teatro di tradizione e un’accademia di belle arti italiana».
Chi è Walter Davanzo
Walter Davanzo è pittore, fotografo, designer, art director. Nato a Treviso nel 1952, si è dedicato fin dagli anni giovanili alla fotografia e alla pittura, iniziando l’attività espositiva nel 1970 nella propria città. Dopo la maturità scientifica, si iscrive al DAMS di Bologna con indirizzo Pittura. Viaggia a lungo in Europa e in Africa. Studiando le opere di Bacon, Munch, Manguin, Varlin, Matisse, Van Dogen e de Vlaminck. E rafforzando il suo interesse per i segni primitivi e il grafismo infantile. Tra le mostre, si segnala, in particolare la personale del 2008 a Madrid, presso l’Istituto Italiano di Cultura. Collabora come art director all’Asolo Art Film Festival, Happiness, Replay, i-SENS, Rude Riders, Dhea, Meeting, Opificio Bikers, Technogel.
I lavori
Progetta linee di abbigliamento (T-Shirt in omaggio a Rocky Balboa e alla Pantera Rosa, su permesso rispettivamente di MGM e Metro Goldwyn Mayer), vetrine, ristoranti. Camere d’artista per luxury hotel, stand fieristici e collezioni d’arredo, tra cui una linea di mobili in nido d’ape per il Salone del Mobile di Milano, in collaborazione con Ti-Vu Plast e Colortech. Le sue opere di trovano in musei e collezioni private. La documentazione dell’attività presso l’ASAC della Biennale di Venezia e presso Ludwig Forum für Internationale Kunst Kunst Bibliothek, Aachen. Ha realizzato un ritratto per Renzo Rosso, fondatore e azionista di Diesel. L’artista è presente nel volume “Pittura nel Veneto. Il Novecento. Dizionario degli artisti” (Mondadori Electa, 2009). Vive e lavora a Treviso.
Molto interessante con un approfondimento che cala il lettore nel mondo dell’artista.