Praticamente un miracolo. Ho trovato le due porte della chiesa di San Luca, sestiere di San Marco, aperte! Non succedeva da tempo, era sempre chiusa. Mi dicono che grazie ad una volontaria ucraina la chiesa è accessibile almeno una volta al mese. Infatti è piena di icone ortodosse. Riesco così dopo anni di tentativi ad ammirare “La vergine in Gloria appare a San Luca Evangelista” di Paolo Veronese e un capolavoro di Palma il Giovane. In chiesa, felicemente sorprese, trovo anche le sorelle Franca e Isabella Panfido, la prima esponente del Fai e la seconda, giornalista e storica dell’arte. Praticamente un regalo insperato. Un museo invisibile che si apre agli occhi di chi ama l’arte.
Quel museo invisibile delle chiese chiuse
La situazione delle chiese chiuse veneziane è abbastanza critica per mancanza di sacerdoti, per il costo della sorveglianza, per il problema di Chorus, l’associazione per le chiese del Patriarcato di Venezia di reperire fondi. Così sono diversi i Tiziano, i Veronese, i Tiepolo, i Tintoretto, i Palma il Giovane, i Vivarini e via di seguito, inaccessibili al pubblico e agli amanti dell’arte veneta. Una specie di enorme museo diffuso cittadino chiuso a chiave. Le chiese e le opere d’arte sono patrimonio dello Stato, salvo eccezioni, a garantire la loro apertura è compito della Curia.
Un museo invisibile vicino a Rialto
Ma ci sono eccezioni. Pochi sanno che la chiesa di S.Aponal, originaria del XI secolo, a due passi da Rialto, appartiene al comune di Venezia che la utilizza come deposito e archivio. Ho avuto la fortuna di visitarla solo perché alcuni operai erano intenti alla manutenzione. Uno spettacolo all’interno, nonostante sia stata spogliata di altari e opere d’arte. Sorge spontanea una domanda: ma un monumento del genere non può essere utilizzato diversamente? Non dico di fare una birreria o un ritrovo per gli spritz, ma organizzare musica, spettacoli, mostre in pieno centro a Rialto perché no? S.Aponal ha avuto un passato critico. Sconsacrata da Napoleone, utilizzata come officina, venne riaperta al culto negli anni Cinquanta e poi di nuovo chiusa. Secondo la tradizione possedeva i resti del profeta Giona e una spina della Croce. Certo è che il nome S.Apollinare in Classe (ovvero S.Aponal) la collega direttamente al dominio bizantino e a Ravenna. Un vero peccato.
La scoperta di San Barolomeo
Rimanendo a Rialto, è praticamente impossibile accedere alla chiesa di San Bartolomeo o Bortolomio. Un po’ strana perché senza facciata, ma fornita di tre porte, sempre chiuse. Una scritta reca la data di fondazione, anno domini 840. Anche qui affreschi del Morlaiter e dipinti di Sebastiano del Piombo e Palma il Giovane, interdetti da decenni al pubblico. Oltre al magnifico organo. Sorprende per la sua estensione. Trovandosi al centro del centro di Venezia, proprio ai piedi del Ponte di Rialto, non è possibile pensare ad una riapertura culturale, con una installazione di musica sacra o semplice luogo di meditazione? Fuori dalle porte, migliaia di turisti al giorno transitano davanti, perfettamente ignari del patrimonio custodito all’interno. Qualcuno bivacca sui gradini della chiesa.
Un museo invisibile a San Lio
Facciamo pochi metri e ci troviamo a S.Lio. Le guide dicono che è aperta per le sante messe, ma è quasi sempre chiusa, così ci perdiamo un Tiziano Vecellio (sì, sì un Tiziano, “Apostolo Giacomo in cammino” del 1550. Oltre al soffitto di Giovan Battista Tiepolo e al magnifico organo Callido). Altri pochi metri più il là, chiesa chiusa della Fava, ovvero Santa Maria della Fava. È fisso un orario di apertura e delle messe. Ma dopo svariati tentativi ho desistito. Non la visito da oltre un decennio. È un patrimonio opera di Giorgio Massari con tele del Tiepolo e del Piazzetta. Sconsolato mi reco a San Marziale, sestiere di Cannaregio. Anche qui sta scritto: orario messe il sabato e la domenica. Sarò stato sfortunato. Non posso ammirare un altro Tiziano (“Angelo Raffaele e Tobia” del 1530), un Tintoretto (“San Marziale in Gloria tra i santi Pietro e Paolo), il soffitto di Sebastiano Ricci.
Se avete fatto il conto, abbiamo già un museo invisibile che farebbe invidia a Parigi e a Madrid
Dimenticavo, la chiesa vicariale di San Tomà nel sestiere di San Polo. Ho chiesto diverse volte al parroco dei Frari, che ne è responsabile, la possibilità di visitarla. Un desiderio antico. Originaria del X secolo fu ristrutturata nientemeno che dal Longhena. Mi si risponde che le chiavi sono a disposizione dei Catecumenali per i loro battesimi e liturgie. Una sera vedo luci accese e porta aperta. Che sia la volta buona? Una gentile signora mi risponde che è una cerimonia privata e non si può entrare. Oh Signur!
Un elenco lungo ma noi siamo disponibili
L’elenco delle chiese inaccessibili è ancora lungo. Sono quasi una quarantina delle 174 chiese veneziane. Se qualche magnate-benefattore dell’umanità, vuol farsi avanti. Siamo disposizione anche come guide volontarie.