Le dimissioni di Alessandra de Stefano dalla direzione di Raisport. Più che sufficiente la sua gestione. Non serviva forse battersi per (Ame)Lia Capizzi, per avere una coconduttrice, volendo gliela poteva pure far condurre, ma in Rai ci sono professionalità e volti tali per cui non serviva una campagna acquisti ad hoc, ovvero levare una bionda da Sky sport24.
A Raisport si poteva sperimentare
Alda Angrisani non ha mai condotto, neanche Paola Arcaro, ma si poteva sperimentare. Alessandra d’Angiò strepita un po’ troppo, come in qualche occasione.
Nessuno deve stare in video per diritto divino, la Rai va benissimo anche senza Paola Ferrari.
A Raisport Bulbarelli l’aveva fatta crescere
Tornando ad Alessandra de Stefano, 9 ai cerchi olimpici, 6 ai cerchi mondiali. Chissà se tornerà al suo ciclismo, ad ansimare sul traguardo, come quando il precedente direttore, Auro Bulbarelli, le suggeriva di respirare, di non innervosirsi.
La narrazione, la storiografia erano già belle 4 direzioni fa, forse, con Gabriele Romagnoli, bolognese, scrittore, ritornato a Milano. Chissà se de Stefano lascerà, per passare più tempo con il marito Philippe Brunel, de l’Equipe, altra importante firma del cycling.
A de Stefano rimprovero l’insistenza sulle prove dei giovani
Se hai Franco Bragagna, lo usi il più possibile, non solo per l’atletica e lo sci di fondo, lo mandi in diretta il più possibile. Pensate a Repubblica, guardate quanto scrive nello sport la regina Emanuela Audisio, soprattutto da pensionata, ricordiamo Gianni Mura, sino all’ultimo.
Franco Bragagna andava gettato anche sul calcio, perlomeno come opinionista, al netto del fatto che su Alex Schwazer e su Sandro Donati ha esagerato, come confermano gli sviluppi delle indagini.
Il vicedirettore vicario era Marco Franzelli, 63 anni, è la firma dello sport del tg1 da una vita e dunque adesso fa il traghettatore.
Il mio giudizio su Raisport
Ho sempre ritenuto il giornalismo Rai e il giornalismo sportivo italiano eccellente, dagli anni ’80, da quando avevo 9 anni e guardavo tutto lo sport possibile, le partite e i processi del lunedì. Non vedo quella differenza fra Sky e il resto, ora aggiungendoci anche Dazn, vedo grandi professionalità in Rai, come Stefano Bizzotto. Leggo, su Repubblica, che Ale de Stefano era sotto stress, faticava a controllare le contestazioni, le rivolte interne, faceva più fatica di quando sul traguardo inseguiva a piedi i corridori in bicicletta.
Al circolo dei mondiali la cosa più bella è stata la sua imitatrice, negli ultimi giorni, peccato abbia avuto poco spazio.
E’ anche vero che i direttori non vanno quasi mai in video, Gabriele Romagnoli nei suoi anni a Raisport aveva una strisciolina marginale alle olimpiadi di Rio 2016, con Gianmarco Gimbo Tamberi, e stop.
A ritroso, dunque, i nostri voti alle direzioni di Raisport
Il mantovano Auro Bulbarelli, ex ciclismo, 2018-2021, 7. Il romano Bruno Gentili, ex radio, traghettatore, 2018, 8 alla carriera, soprattutto come radio Rai.
Romagnoli, 2016-18, 8,5.
L’abruzzese Carlo Paris dal 2014, 6,5. Insufficienza a Mauro Mazza che decise di accantonare Franco Lauro.
Eugenio de Paoli, dal 2009, 8, per le olimpiadi.
Massimo de Luca dal 2006, insufficiente: forse voleva solo condurre la Domenica sportiva. Paolo Francia, nel 2003, 6.
Giovanni Bruno, dal 1999, 7,5 alla carriera; da pensionato è sempre in video su Skysport!
Fabrizio Maffei, dal 1997 al ’99 e dal 2003 al 2006, direzione serena, lui era molto didascalico, a 90° minuto, 7 per la sua resa in video.
Marino Bartoletti, dal ’94, il romagnolo è da 7 in video per la commozione facile, da 10 per Quelli che il calcio, sua invenzione.
Gianfranco de Laurentiis, dal ’92, 7,5 alla carriera, a Eurogol, quando commentava il mercoledì di coppa, con Giorgio Martino. In precedenza, Gilberto Evangelisti, di cui ricordo la romanità e che era stato in radio, al pool sportivo.
Niente male ma ora speriamo sia di nuovo femmina…
Dunque sono 32 stagioni di Raisport, staccata dai telegiornali, dai canali. Per me, eccellente. Peccato che i canali siano solo i 3 generalisti, dove lo sport va raramente, e Raisport. Erano due, ne è rimasto uno.
Speriamo nel nuovo direttore e che, magari, di nuovo, sia femmina.