“Siate audaci, siate diversi, siate poco pratici” suggeriva il grande Cecil Beaton. Un invito ad uscire dall’ordinario e dai luoghi comuni per tutelare l’integrità dell’immaginazione. Seppe farlo benissimo aprendo la nuova era del reportage, rivoluzionando lo stile del ritratto, mutando il volto del Ventesimo secolo. L’era digitale sembra impallidire davanti all’onda d’urto più deflagrante della storia: il Novecento. Sinonimo di mutamenti epocali, dall’arte alla tecnologia alla moda. Tutto cambia. A Venezia c’è un luogo sul Canal Grande trasformato in una macchina del tempo. Stiamo per entrare nell’epoca d’oro della fotografia grazie ad una mostra magnificamente allestita a Palazzo Grassi: “CHRONORAMA. Tesori fotografici del 20o secolo” a cura di Matthieu Humery, consulente per la fotografia presso la Pinault Collection.
Il digitale sul Canal Grande
L’era digitale produce milioni di immagini nello spazio di un minuto che vengono visionate e condivise all’istante ma non regge al confronto con le alchimie di questo evento espositivo. Si tratta della prima mondiale dedicata ai capolavori fotografici provenienti dai leggendari archivi di Condé Nast acquisiti recentemente dalla Pinault Collection.
Più di quattrocento opere realizzate tra il 1910 e il 1976, un mosaico di momenti storici, attimi di vita quotidiana, personaggi celebri, grandi artisti, stelle del cinema, fotoreportage. Gli autori sono entrati nel mito anticipando e sovvertendo concetti estetici e culturali; tra loro troviamo Edward Steichen, Cecil Beaton, Diane Arbus, David Bailey, Irving Penn, Bert Stern, Helmut Newton.
Osservando queste icone in carta patinata è facile scoprire che lo scatto va oltre la semplice immagine di moda, sono vere e proprie opere d’arte. Cosa ci colpisce di più? Tutto.
Volti di artisti immortalati
Pura vibrazione il volto di Marlene Dietrich fotografata da Cecil Beaton. Mick Jagger immortalato da David Bailey ipnotizza quanto lo sguardo di Marlon Brando e di Veruschka. Esce letteralmente dalla cornice una splendente Josephine Baker. Sembrano pervasi da un alone glamour persino Stravinskij, il Generale Charles de Gaulle e Winston Churchill.
La drammatica realtà della guerra squarcia le pareti con l’immagine di Cecil Beaton pubblicata su Vogue nel 1940: Paternoster Row, London after bombing.
“È una mostra sull’archeologia del XX secolo, ha suggerito il curatore Matthieu Humery, le fotografie sono opere d’arte e sono le prime in assoluto ad esserlo”.
Al vernissage dello scorso marzo ha partecipato anche il direttore di Vogue USA Anna Wintour.
Sul Canal Grande la storia che scorre
Féraud and leather shoes by François Villon, 1967,
Vogue © Condé Nast
1921, Vanity Fair © Condé Nast
playing with two models, 1963, Vogue © Condé
Nast
Si tratta di materiale eccezionale raccolto insieme grazie ad un lavoro lungo e molto impegnativo. Sulle pareti di Palazzo Grassi la narrazione visiva di cambiamenti epocali, dall’Art Déco alla liberazione sessuale fine anni Sessanta, sino agli albori degli anni Ottanta.
Una selezione di opere realizzate da oltre centocinquanta artisti internazionali che hanno determinato l’estetica fotografica del tempo pubblicando sulle riviste del celebre magnate dell’editoria Condé Nast. Il suo nome è legato a Vogue, Vanity Fair, Glamour, House & Garden, GQ. Ecco cosa scrisse ai lettori di Vogue dopo l’acquisizione nel 1908. “Ogni mese proporremo articoli di attualità su moda, società, musica, arte, letteratura e teatro in due splendidi numeri quindicinali”.
Come è organizzata la mostra
Chronorama è divisa per decenni, le fotografie scorrono sotto gli occhi dell’osservatore come un treno che staziona in varie fermate della storia. I pannelli illustrano questi settant’anni di avvenimenti con una definizione che caratterizza ogni passaggio epocale. Incipit il 1910: “tutto cambia”. Il mondo scosso dalla Grande Guerra e dall’avvento dell’arte moderna con Picasso, Matisse, Duchamp. Le illustrazioni appartengono a questa fase creativa, tra le copertine di Vogue possiamo trovare anche un’incantevole donna che rema su una gondola della disegnatrice americana Helen Dryden.
1920: “moderna iridescenza”, gli anni ruggenti nei quali Condé Nast diventerà il primo editore internazionale di riviste al mondo. 1930: “Un sogno cosmopolita” sono gli anni segnati dalla crisi del ’29 e l’inizio del secondo conflitto mondiale. 1940: “Una vittoria oscura” la guerra con i suoi orrori è protagonista nei reportage dei fotografi di Vogue, Lee Miller sarà tra le prime corrispondenti ad entrare nei campi di sterminio di Buchenwald e Dachau. 1950: “Idealismo e realismo” senza dubbio l’anno d’oro della moda. 1960: “Deviazioni estreme” sotto questo titolo scorre il fiume della rivoluzione sociale, politica, culturale, i movimenti pacifisti, i diritti civili, il femminismo.
Il viaggio si chiude con il 1970: “Glamour e grinta” un decennio di sovversione, edonismo, distopie e fascino scintillante.
Un viaggio nella bellezza e nei grandi mutamenti sociali, alcune fotografie presenti alla mostra sono diventate icone culturali e fonte di ispirazione
Eric N. Mack, “Sarong”, 2023, Courtesy of the artist, Paula Cooper Gallery, New York and Galleria Franco Noero, Torino. Installation view, Chronorama Redux at Palazzo Grassi, 2023. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi
Tarrah Kranjak, “RePose”, Courtesy the artist. Installation view, Chronorama Redux at Palazzo Grassi, 2023. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi
Giulia Andreani, “Fabulation”, 2023, © Giulia Andreani; Courtesy of the artist and Galerie Max Hetzler Berlin, Paris, London. Installation view, Chronorama Redux at Palazzo Grassi, 2023. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi
Daniel Spivakov, (from left to right) “Narcissus. Three Seconds Before You Realize You’re Full of Shit”, “Jacob Winning God”, “Achilles Coming to Terms with His Mortality”, 2022-23, Courtesy of the artist and Stallmann Galleries. Installation view, Chronorama Redux at Palazzo Grassi, 2023. Ph. Marco Cappelletti © Palazzo Grassi
Il nucleo di immagini storiche è posto in dialogo con “Chronorama Redux” evento realizzato con il sostegno di SAINT LAURENT. Propone uno sguardo contemporaneo attraverso i lavori di quattro artisti: Tarrah Krajnak, Eric N. Mack, Giulia Andreani e Daniel Spivakov. Le opere sono allestite in spazi espositivi diversi di Palazzo Grassi come interludi che irrompono nel percorso cronologico della mostra principale. Rinnovare lo sguardo, esplorare il rapporto con il tempo e le immagini, trasmettere testimonianze del passato: questo il messaggio della Pinault Collection, che si incarna nell’inedito progetto attorno agli archivi leggendari di Condé Nast.
CHRONORAMA. Tesori Fotografici del 20° secolo
12/03/2023 – 7/01/2024
Palazzo Grassi
Campo San Samuele 3231, Venezia
Tutti i mercoledì gratuito per i residenti nella Città metropolitana di Venezia e gli studenti degli atenei veneziani.
Dott.ssa Elisabetta grazie per averci segnalato questa mostra sui tesori fotografici del XX secolo organizzata a Palazzo Grassi. Probabilmente la Pinault Collection avrà realizzato un percorso come quello che vidi molti anni fa con le foto dell’Archivio Alinari. Questa mostra trasmette i mutamenti del costume, tecnologici e culturali che si sono registrati nel secolo breve. La foto, a mio avviso, meglio del cinema, ha il primato di poter trasmettere un documento, qualunque esso sia. Poi tra le foto d’autore io preferisco quelle in b/n, specialmente quelle a metà del secolo. Questi grandi fotografi avevano la capacità di agire anche sul negativo, in laboratorio e ci hanno trasmesso delle pagine straordinarie della nostra storiografia. Grazie alla foto d’autore e d’epoca possiamo ragionare sui mutamenti utilizzando le fonti iconografiche come un capitolo di Storia scritto da un illustre studioso. La stessa forza comunicativa non mi arriva dalla foto a colori e ancora meno dal digitale, ma forse sarà una mia impressione.
Brava! Unica!