Il nostro zizzagare settimanale torna dopo la sosta pasquale e si trasforma anche un po’ in “vannizagnoli.it show” in barba a chi non ama i videoracconti o che sa soltanto criticare. E poi show, quel che va in onda su youtube, dal pomeriggio all’alba, tra gozzovigliare notturno e presentazioni di libri, fra battaglie contro chi vorrebbe impedire di riprendere, fra privacy e marchi commerciali. Ma al di là questo, recuperiamo temi e analisi della settimana.
1)Iniziamo da un tema serio, la guerra in Ucraina. Perchè sono fuori dalle competizioni internazionali le nazionali russe? Che differenza c’è fra il basket e i tennisti, fra Medvedev vincitore a Miami e tutti i club e le nazionali estromessi oltre un anno fa da ogni competizione? Onestamente, non capisco. Le formazioni russe sono fuori dall’Eurolega, dalla Champions di volley, da quasi tutte le manifestazioni internazionali ma il circuito Atp è simile, nel tennis.
2)Nella ginnastica artistica, l’Italia vince per la prima volta nella storia la medaglia d’oro ai campionati europei nel concorso a squadre. Ad Antalya, Turchia, Marco Lodadio (di Frascati, Roma), Yumin Abbadini (Bergamo), Lorenzo Casati (nato in Vietnam, adottato da una famiglia anconetana) e Matteo Levantesi (Fermo) stampano 249, 526 punti davanti a Turchia e Gran Bretagna. Gli azzurri erano stati quarti ai mondiali dell’anno scorso. Vanno in finale di specialità Abbadini, sesto al cavallo con maniglie (14.266), Lodadio settimo agli anelli (14.633), Levantesi terzo alle parallele (14.733) e Carlo Macchini (altro marchigiano, assente nella gara a squadre) alla sbarra (14.233).
3)Nuoto. C’è una nuova stella dello sport mondiale, a 16 anni Summer McIntosh stampa il record dei 400 misti, a Toronto, cancellando la magiara Katinka Hosszu, che apprezzammo a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, al premio Fair play Menarini. Aveva migliorato il primato dei 400, sempre nelle selezioni per i mondiali di Fukouka, Giappone.
4)Ciclismo, il fenomeno Slovenia. Tadej Pogacar si aggiudica il Fiandre, la seconda classica di primavera per difficoltà, dopo forse la Parigi-Roubaix. A 24 anni, vanta un 3° posto alla Vuelta, il 2° al Tour e il 4° alla Sanremo. Vince due Lombardia, una Liegi-Bastogne-Liegi. Un personaggio sobrio, di una nazione straordinaria, se consideriamo i meno di due milioni di abitanti.
5)Imitiamo il rugby, il terzo tempo è d’obbligo per tutti i tifosi di tutte le squadre, di tutti gli sport. Chi non lo fa, almeno per un’ora, non abbia più accesso nell’impianto sportivo.
6)Basket. La frode e l’illecito sportivo di Varese, una bomba per una squadra arrivata alle final 8 di coppa Italia, retrocede, resta un solo posto per l’A2. Non so cos’abbiano fatto ma è un peccato, era la regina d’Europa degli anni ’70, ha un consorzio splendido, di sponsor e sostenitori, come Pesaro. Sorridono Reggio Emilia e Scafati, Napoli e Verona, che adesso è dietro da sola, penultima, in classifica.
Sempre nella pallacanestro: “scimmia” urlato al giocatore di Brindisi, il caso di Scafati, appunto. Un tifoso campano ha urlato così a un atleta di colore del club pugliese, nel finale di partita, vinta dalla squadra salernitana. Non dovrebbe peraltro incidere sulla classifica di Scafati. Il patron Aniello Longobardi non parla più, sino al termine della stagione. Vietino davvero anche i cori offensivi: alla prima parolaccia, partita sospesa e si va a cercare chi pronuncia la parolaccia e viene denunciato e daspo per un anno.
7) Volley. Julia Ituma, nigeriana, futura azzurra, si suicida a Istanbul, dopo un’ora di telefonata. A 19 anni. L’impulso, forse una notizia negativa, chissà se familiare o amorosa, si getta dalla finestra all’alba, nell’hotel. Novara aveva appena perso la semifinale di Champions, magari la pallavolo non c’entra. Spesso i drammi sono frutto di solitudine, lei era in una squadra, era un talento, fra l’altro la presidentessa di Novara è una suora, tante sorelle seguono l’Igor, se aveva dei problemi psicologici, se aveva drammi da affrontare quell’ambiente è il migliore per intercettarli, per parlarne. Era nelle nazionali giovanili. La fragilità degli adolescenti, degli sportivi.
8) Ed eccoci. La Uefa conferma presidente l’avvocato sloveno Alexander Ceferin, non aveva rivali, come candidatura, come l’elvetico di Calabria Gianni Infantino. Sono davvero i migliori dirigenti mondiali? Gabriele Gravina è vicepresidente Uefa, non converrebbe dare le vicepresidenze a piccole nazioni? E’ assolutamente giusto che la Fifa estenda a livello internazionale tutte le squalifiche, anche dei dirigenti. Fabio Paratici può fare ricorso ma è giusto che si fermi due anni, come da decisione della giustizia sportiva italiana. Ricordo Luciano Moggi dirigente in Albania, al di là della curiosità, gli stop devono essere assoluti, soprattutto oggi che il mercato anche dei dirigenti è globale. Le plusvalenze esagerate sono una cosa serissima.
9) L’arte del calcio di rigore, l’argentino Nico Gonzales, nazionale, ma non campione del mondo, è uno specialista, guarda e spiazza il portiere, in coppa Italia, a Cremona, in semifinale. Le decine di modi con cui si può battere dal dischetto. Lukaku con la maglia dell’Inter non sbaglia mai, anche contro il Benfica ha lasciato il segno appena entrato.
10) La morte del procuratore Carlo Porceddu, a 85 anni, a Cagliari. era stato vice e capo dell’ufficio indagini della Figc. Indagò su una serie A del Vicenza che saltò a tavolino, a fine anni ’80, e anche sulla Triestina che avrebbe dovuto salire al posto dei berici. All’epoca non c’erano grandi intercettazioni e le indagini erano decisamente più complicate, mi pare avesse già collaborato alle indagini sul Totonero.
11) L’addio a Bobo Gori, a 77 anni. Quattro scudetti con squadre diverse, ma il cuore in Sardegna: c’era – con Riva, Nenè, Albertosi, Cera e gli altri – nella squadra dello scudetto più storico del calcio italiano moderno, il Cagliari del 1970.
12) L’elogio del sarrismo, prima di questo weekend era a +5 sulla terza, la Roma, e a +7 sulla quinta, l’Inter. Sarebbe un punto anche dietro alla Juve, per i risultati acquisiti sul campo, però è un gran campionato per la Lazio, peccato per la doppia uscita in Europa: il 2-0 a Monza è fragoroso, con 17 partite senza subire gol, è la differenza fra un gigantesco Maurizio Sarri e l’antigioco di Allegri.
13) A 36 anni, Antonio Candreva resta un grande sottovalutato dal calcio italiano, va al di là di quel tiro cross che sorprende Onana e avvicina la Salernitana alla seconda salvezza in serie A. Romano, si rivelò a 18 anni, nella Ternana, in serie B. Poi Udinese e Livorno, Juventus e Parma, Cesena, addirittura, due stagioni e mezza che lo proiettarono alla Lazio. All’Inter arrivò a 29 anni, per un quadriennio. Il biennio alla Sampdoria, adesso Salerno. Con l’Italia meritava più del mondiale di Brasile 2014, con due gare su tre da titolare, e di Euro 16 con due gare su 5 disputate.
14) La prima serie B nella storia della Feralpi. E’ la squadra di Salò, qualcuno con ironia ha detto che per l’oro è l’anno giusto. Altri li attaccano solo per il nome legato a ricordi non proprio belli nella storia degli italiani. Non c’entrano niente, ma viviamo tempi in cui certi ricordi anziché essere superati sembrano assurdamente ancora tra di noi. “Ci danno dei fascisti”, raccontavano in video tifosi, a vannizagnoli.it E il Brescia probabilmente torna in serie C dopo 40 anni. Meritava il Lumezzane, 20 anni fa, la serie B.
15) Quando i tifosi vengono prima dei giornalisti. La Reggiana resta capolista, nel girone B di serie C, adesso però non sarebbe più promossa perchè in caso di arrivo in parità i confronti diretti sono a favore dell’Entella. Intanto gli ultras mi intimidiscono e impediscono di fare riprese, a me che filmo tanto, anche solo da lontano. Sento parolacce, toni alti, ma appunto mi devo allontanare e un ultras mi aveva già preso il telefono. Le tv e i reporter brillano per assenza, il fotografo non fotografa. I tifosi ottengono dalla società di parlare ai giocatori e li offendono. I tifosi devono fare i tifosi, i dirigenti i dirigenti. Ma a Reggio è diverso. Nicola Simonelli, segretario sportivo e dirigente onnipresente, anche con la Figc, ha scelto di farsi guidare dai tifosi. Per il centenario aspettava il loro passaggio, i loro bengala. Non gli interessavano le riprese di un giornalista.
Il Piacenza è stato multato e ha visto il capitano squalificato per essere rimasto troppo sotto la curva, in contestazione, ma a Reggio nessuno ha mosso un dito né dentro né fuori dello stadio.