Ho fatto l’alba e ora, verso le 4,15 di sabato mattina, vedo vincere Jannik Sinner, l’altoatesino che mi ricorda una canzone degli anni ’80, Sledgehammer. Martello, significa, la seconda parte di parola e Jannik martella che è un piacere, al servizio, con il dritto, il rovescio, tutto. Supera Alcaraz, che io speravo fosse messicano, non spagnolo. Rimonta in una maniera strepitosa, dopo avere perso il primo set al tiebreak, per 7-4, la coda, appunto. Sinner si esalta nel secondo parziale, sembrava destinato a uscire in due partite e invece domina la terza, mettendo pressione su Carlos, numero 2 al mondo. Insomma il nostro vale, potenziale, i migliorissimi, pazzesco.
Non sono un grande esperto ma Sinner mi ha emozionato
Non sono un grande esperto di tennis, se non quando ero bambino e impazzivo per la Davis. Tanti erano per Adriano Panatta, io per Corrado Barazzutti, imbeccato da mio papà. Preferivo il basso profilo, del friulano, a quella sbruffoneria del romano, Panatta era un po’ il Totti del tennis, anche senza Maurizio Costanzo come spin doctor.
Sinner è atesino, bianchissimo, molto più di mia moglie, cappellino, anche se non c’è il sole
E’ il primo italiano a disputare due finali in un torneo masters 1000, Miami è, di fatto, il quinto torneo al mondo, per blasone, per seeding, per tanto.
Sono stato a Miami un decennio fa, quasi, erano i primi tempi in cui avevo la videocamera, nel telefonino, sarebbe diventata la mia droga, buona. Non andai all’Nba, in quella settimana gli Heats non giocavano in casa, nè a quest’arena Hard rock, da 65mila spettatori.
Preferisco l’hockey su pista, alle racchette
Apprezzo classe 1935, nato a Verona e tifoso dell’Hellas. La apprezzo anche se è molto controllata, timida, rispetto agli strepitii dei Fabi Caressa e al bucare lo schermo degli Ivan Zazzaroni.
Sinner parla un buon inglese, è rosso, quasi, meglio, ha la maglia granata, mentre vince neanche sorride, è il tipico atesino, misurato, super, ha 21 anni e mezzo, può essere fra i top 10 per un decennio buono.
Un fuoriclasse, che ora sarà come minimo 9°. Questa sera di domenica disputerà alle 19 la finale contro il russo Medveded, che si è aggiudicato il derby russo di semifinale, viene da 4 finali di fila.
Sinner in Coppa Davis
Sinner dovrebbe giocare sempre anche in coppa Davis, per riportare l’insalatiera in Italia: qualche mese fa siamo arrivati in semifinale, non ho capito perchè lui non ci fosse. Berrettini è bravo, è stato finalista a Wimbledon, anche 6° al mondo, ora è 22°. Abbiamo Lorenzo Musetti 21° e l’altro Lorenzo, Sonego, 47°, Marco Cecchinato e Fabio Fognini comunque fra i migliori 100, insomma resistiamo, ai massimi livelli, manca giusto un acuto, al maschile, la vittoria in uno slam, prossimo obiettivo di Sinner.
Le donne sono in ribasso
Martina Trevisan è la migliore, 24°, l’anno scorso l’ho incontrata e intervistata in treno. Camila Giorgi è marchigiana di papà argentino, ha più successo come modella che sulla terra rossa o sul cemento, potenzialmente. Elisabetta Cocciaretto è 49^, Jasmine Paolini 71; Lucia Bronzetti 73. Sara Errani giusto entro le 100, a quasi 36 anni.
Insomma il tennis sta bene, piace, tira che è un piacere. Sinner si è raccontato su Sky, al direttore Federico Romano Ferri. Sulla rete la venexiana Roberta Noè lancia l’impresa di Jannik, il suo 6-7, 6-4, 6-2. Sky punta tanto sul tennis, ha Paolo Bertolucci commentatore, assieme a Paolo Lorenzi, rivelatosi tardi e ritirato da poco, fra le altre Luca Boschetto.
Il ct dell’Italia Filippo Volandri commenta l’altra semifinale, è inconsueto, è come se Roberto Mancini su Sky o Mediaset facesse la seconda voce delle partite di Champions o di Europa league.
Comunque, abbiamo anche un signor tennis, in Italia, dopo le donne sono tornati gli uomini. E’ come negli anni ’70, quando vincemmo l’unica Davis, nel ’76. In attesa di tornare in finale, godiamoci questa.
Sinner ha gambe, la personalità giusta per incutere timore all’avversario
Pietrangeli fu terzo al mondo tra fine anni ’50 e primi anni ’60; Panatta quarto nel ’76, Barazzutti 7° nel ’78. Fognini tre anni fa era 9, Bertolucci fu 12, Andreas Seppi 18, ha appena smesso.
Camporese, bolognese, e Gaudenzi, ravennate, furono 18, pure.
Adesso abbiamo una gran bella squadra, l’obiettivo è portare un giocatore alle Atp finals, per il terzo anno di fila, a Torino.