Cierre edizioni ha da poco ripubblicato Menica e le altre. Racconti partigiani, della giornalista e scrittrice Tina Merlin, libro che vide la luce nel 1957 con il titolo Menica. Fa parte della collana “Percorsi della memoria” ed è stato sostenuto dall’Associazione “Tina Merlin”. Oltre agli otto racconti originali, in un’appendice sono stati aggiunti tre brevi racconti che uscirono sempre nel 1957 sulla rivista “Pioniere” di Rodari, con le vivaci illustrazioni, anche a colori, che li accompagnavano. In queste storie, scritte con stile asciutto e del tutto privo di retorica, la lotta partigiana viene narrata attraverso piccoli episodi di resistenza messi in atto dalla popolazione, soprattutto da tante donne.
Il contributo delle tante donne alla resistenza italiana
Giovani e vecchie, adolescenti e anche bambine comprendono l’importanza di dare il proprio contributo per liberare l’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista. Con coraggio, rischiando la vita, semplici contadine vissute da sempre in sperduti paesini di montagna si improvvisano staffette per portare messaggi e provviste ai partigiani, offrono loro rifugio durante i rastrellamenti. Sopportano le più crudeli torture senza mai dare informazioni al nemico e pagano con la vita il loro silenzio.
Le tante donne della resistenza
Menica, Teresa, Jole, Tilde, Carolina, Leda, Mimma, Vincenza, combattono come sanno e possono. Alcune corrono veloci sulle biciclette superando posti di blocco e insidie, affrontando a muso duro i soldati tedeschi con apparente sicurezza, anche se si sentono morire dalla paura. Altre percorrono sentieri di montagna per raggiungere i nascondigli dei partigiani, diventano insostituibili strumenti di comunicazione e di rifornimento. E anche quando una di loro si innamorerà di un ufficiale nazista, pur con mille dubbi, la ragione prevarrà sui sentimenti e sulla tentazione di tradire i compaesani impegnati nella Resistenza.
La resistenza rosa raccontata da Tina Merlin
Tina Merlin con questa breve raccolta volle narrare la lotta partigiana non mettendo in scena azioni militari, agguati, scontri a fuoco, ma mostrando la quotidianità di un popolo che decise di opporsi a un’intollerabile oppressione e si fece protagonista per dare un futuro all’Italia, un futuro libero da soprusi, intolleranza, violenza gratuita, razzismo.
Riferendosi a questo libro Tina Merlin ebbe infatti a dire: «Forse non si possono definire nemmeno racconti, forse si devono chiamare bozzetti di vita partigiana. E lo stile è più giornalistico che letterario e forse neanche uno dei due. I fatti narrati anche se hanno preso lo spunto da cose veramente accadute nella mia provincia, e in parte vissute da me stessa, rispecchiano solo alcuni aspetti di vita quotidiana, che non sono i più tragici o i più gloriosi. Il motivo è che ho voluto io parlare di piccole cose, apposta, perché tante di quelle piccole cose hanno fatto la grande cosa: la Resistenza. E ho voluto parlare delle donne, perché da lì noi siamo partite, con coscienza, per camminare avanti».
Un sacrificio ripagato?
Guardando l’Italia di oggi viene da domandarsi se tanto sacrificio, tanto coraggio siano stati ripagati, se il cammino fatto da allora sia stato quello che queste donne sognavano, se si sia andati nella direzione giusta o se la strada sia andata smarrita rendendo necessaria un’inversione di marcia. I protagonisti delle storie narrate da Tina Merlin ci ricordano che la democrazia e la libertà l’Italia se l’è guadagnata attraverso il sacrificio di tante persone che hanno combattuto e sono morte credendo fermamente che era possibile cambiare le cose, che non tutto era perduto. Dovremmo sempre ricordarcelo e agire di conseguenza.
Per tale ragione è stato importante pubblicare nuovamente questo libro, per l’alto valore di testimonianza e di monito che racchiude. Lo mette in evidenza Adriana Lotto, presidente dell’Associazione “Tina Merlin”, che firma l’introduzione: «Tina Merlin fu […] mossa dalla volontà di “riscoprire” i perché e i come di un agire collettivo, allorché dette corpo a fatti e uomini “minori” della resistenza […] non disdegnò di far trapelare una certa qual vena malinconica, tratto sì caratteriale, ma anche cifra con cui guardava non alla Resistenza, ma al dopo. Quasi a dire, eravamo nei dintorni del ‘56, che anche la Resistenza come tutte le porte che si aprono, poteva tornare a chiudersi. Occorreva allora mettere un piede sulla soglia e ritrovare nello ieri il senso dell’agire nell’oggi.».
L’autrice
Tina Merlin è nata a Trichiana (Belluno) il 19 agosto 1926. Durante la guerra di liberazione è stata staffetta partigiana. Ha iniziato la sua attività letteraria scrivendo racconti pubblicati sulla rivista «Noi donne». Dal 1951 al 1967 è stata corrispondente locale del quotidiano «l’Unità». Ha esordito come scrittrice con Menica (1957), raccolta di racconti partigiani. Seguito da vicino le vicende del Vajont. Ha tentato di pubblicare un libro sulla vicenda, Sulla Pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont, che tuttavia trovò un editore solo nel 1983. Oggi è il best seller del catalogo di Cierre edizioni. È morta il 22 dicembre 1991.
Tina Merlin, Menica e le altre. Racconti partigiani, Verona, Cierre edizioni, 2023.
Grazie per la bella recensione, che coglie appieno il significato della riproposta di quei testi.
Grazie a voi per l’impegno antifascista!
Ottima recensione, hai colto in pieno il senso di quei racconti e della vita di Tina Merlin
Grazie per l’apprezzamento! Ho letto il libro con profondo interesse.
Ottima recensione, hai colto appieno il significato di questi racconti. E della vita di Tina Merlin