Il 23 marzo 2023 è iniziata una nuova era per la A4 Venezia-Trieste con il definitivo decollo della Società Autostrade Alto Adriatico che, di fatto, da questa data, è divenuta il soggetto controllore delle tratte in gestione ad Autovie Venete. Il subentro vero e proprio della nuova concessionaria è previsto per i primi di giugno. Una lunga vicenda iniziata dopo la scadenza della concessione alla SpA avvenuta il 31 marzo 2017 cui ha fatto seguito, al fine di evitare la possibile (a dire il vero allora alquanto probabile) gara europea, l’individuazione di un percorso con un duplice obiettivo: mantenere la concessione sotto il controllo delle due Regioni interessate (Friuli-Venezia Giulia e Veneto) e consentire che le risorse potessero continuare ad essere investite per lo sviluppo del territorio e per garantire la prosecuzione dei posti di lavoro di tutto il personale dipendente di Autovie Venete.
L’affidamento per l’Autostrada Venezia-Trieste
Una modalità di affidamento mai sperimentata prima e che quindi ha richiesto un complesso processo approvativo che ha coinvolto stakeholder nazionali ed europei. Il primo passaggio fondamentale è stato quello di individuare, anche con l’avallo della Commissione Europea, la cornice giuridica entro cui inquadrare la nuova modalità di affidamento: lo strumento è stato individuato nell’Accordo di Cooperazione tra soggetti pubblici. Non erano in molti a scommettere su questa soluzione avanzata dal Governo Renzi e, più specificatamente, dal ministro Delrio, proprio alla luce delle prevedibili difficoltà in sede europea. Tant’è che ad un certo punto pareva che potesse tramontare, ma la pervicacia con cui Governo e Regioni l’hanno portata avanti ha fatto sì che si arrivasse a superare tutti gli ostacoli per poter raggiungere l’obiettivo di evitare che ci potesse essere una sorta di “espropriazione” nei confronti del territorio da possibili aziende straniere.
Non solo Venezia-Trieste
Così non sarà e ora, forte di una concessione trentennale, sarà dunque la newco Società Autostrade Alto Adriatico, composta per il 91% dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal 9% dalla Regione Veneto, a garantire la gestione non solo della Venezia–Trieste ma anche della Portogruaro-Conegliano, della Villesse-Gorizia e della Palmanova-Udine Sud. E per garantire la realizzazione delle opere contenute nel piano finanziario della società, costituita nel 2018 con Amministratore unico l’avvocato Anna Di Pasquale (cui probabilmente da fine giugno subentrerà un Consiglio di amministrazione nominato dalle due regioni), il 23 marzo è stato firmato l’accordo con la Banca Europea degli Investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti al fine di garantire alla nuova SpA un finanziamento complessivo di 750 milioni di euro. L’accordo prevede anche l’intervento di SACE con una copertura assicurativa nell’ambito dell’operatività di rilievo strategico per l’economia italiana sotto il profilo dell’attivazione di processi produttivi e occupazionali.
Le ricadute
Tutto questo comporterà importanti ricadute positive, sia economiche che sociali, sul territorio e sulle comunità locali e i lavori che verranno finanziati prevedono la messa in sicurezza dell’infrastruttura, la decongestione del traffico e il mantenimento dei livelli occupazionali. A queste si aggiungono i benefici derivanti dall’ammodernamento di una tratta fondamentale e strategica che fa parte del Corridoio V Lisbona-Kiev della rete TEN-T e che rappresenta uno snodo cruciale nel collegamento dell’Europa orientale con quella occidentale.
Primo: terza corsia per l’Autostrada Venezia-Trieste
Tra gli interventi è previsto il tanto atteso completamento della terza corsia Venezia – Trieste a sostegno di un’infrastruttura strategica per la rete di logistica nazionale. E che rappresenta uno snodo cruciale nel collegamento dell’Europa orientale con quella occidentale. Quella della terza corsia, d’altro canto, è una questione aperta che va avanti dal 2003. Quando fu approvato il progetto predisposto da Autovie Venete anche se poi l’iter effettivo è partito dopo l’istituzione del Commissario per l’emergenza. Avvenuta da parte del Governo Berlusconi nel 2008.
Pur tuttavia i tempi sono stati decisamente più lunghi del previsto. Se si pensa che la conclusione dei lavori era inizialmente prevista per il 2017, e di certo non è stato facile portarne avanti la realizzazione. Opera peraltro finanziata in proprio da Autovie Venete (con un unico contributo governativo di 160 milioni) ed eseguita con autostrada aperta. E tutte le difficoltà conseguenti alla intensa mole di traffico, soprattutto pesante, che quotidianamente percorre tale tratta.
Fedriga
“L’operazione sottoscritta è funzionale alla prosecuzione dei lavori di ammodernamento di un’infrastruttura strategica. Non solo per il Friuli Venezia Giulia e il Veneto bensì per l’intero Paese. Nella prospettiva di una sempre maggiore integrazione logistica con le principali direttrici continentali. Finalizzata ad incrementare la capacità di assorbimento dei volumi di traffico e a rafforzare i livelli di sicurezza stradale”. Così si è espresso il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga dopo la firma dell’accordo di finanziamento. Con un forte sospiro di sollievo perchè, effettivamente, ora l’orizzonte davanti è decisamente più sereno.
Di Pasquale: la donna che ha gestito l’operazione Autostrada Venezia-Trieste
“E’ la data di inizio di una nuova fase del percorso, quella più operativa. Infatti, dopo il subentro ed il passaggio di testimone, la società, i suoi soci e l’ente concedente, con l’aiuto dei finanziatori, dovranno essere pronti a gestire ed attuare questo innovativo sistema di gestione autostradale. Con la necessaria flessibilità determinata dal complesso momento storico che stiamo vivendo”. Gli ha fatto ecco l’avvocato Di Pasquale cui va dato decisamente il merito di essere riuscita a gestire tutta l’operazione a partire dal 2018 con assoluta determinazione e professionalità. Soprattutto facendo fronte a intoppi, cavilli e ostacoli non solo provenienti dagli ambienti romani ma anche sul versante regionale.
Non è un mistero, d’altro canto, che di “resistenze” ve ne siano state. Pur “sottotraccia”, ancorchè la nuova società rappresenti ora un soggetto di forte e inevitabile interesse politico. Tant’è vero che già sono iniziate le grandi manovre per la futura presidenza. Delle quali si avrà maggior chiarezza dopo le elezioni regionali del 2 e 3 aprile prossimi.