“È così che prendono vita le donne dei miei dipinti. Arrivano dai sogni. Si materializzano dai miei pensieri. Le scovo tra le pagine di novelle e di tragedie. Oppure le incontro a teatro, nelle arie di un’opera o negli atti di una commedia. Ma queste figure incarnano anche frammenti della mia vita. Rispecchiano le mie paure, parlano delle mie ambizioni. Sono tutte, nessuna esclusa, parte di me”. Con queste parole una donna si racconta. È bella con lunghi capelli ramati, somiglia molto alle protagoniste dei suoi quadri, è il ritratto di un cambiamento epocale perché decide di intraprendere una professione considerata prettamente maschile: vuole dipingere e lo fa con straordinario talento diventando una delle più celebri artiste della Belle Époque. La sua vita viene raccontata in un libro che ci cattura sin dal primo istante: “Juana Romani” di Clara Zennaro, (Storie di artiste straordinarie-Selfpublishing).La copertina misteriosa e sensuale rappresenta un particolare del dipinto “Joven oriental” custodito al Museo Nazionale di Belle Arti a Buenos Aires.
Clara e Juana e la data simbolica
La scrittrice ha scelto giustamente l’8 marzo per far uscire il suo nuovo romanzo, una data simbolica, che sottolinea l’importanza delle figure femminili nella storia dell’arte. Un auspicio di vera uguaglianza in ogni settore della vita e che si inserisce nel centenario della morte di Juana Romani, avvenuta il 13 giugno 1923.
Il mese di marzo è certamente un periodo di cambiamenti e rinascita
Le giornate mondiali più significative si celebrano in marzo, dalla Natura alla Poesia, dall’Acqua alla Meteorologia, persino Venezia, come vuole la tradizione, compie gli anni il 25 di questo mese. Esiste anche la giornata internazionale della Felicità alla quale tutti avremmo diritto. Tuttavia, anche se è auspicabile festeggiare, non chiamatela mai “festa” quella dell’8 marzo, ma: Giornata Internazionale della Donna.
Juana è perfetta per festeggiare
Mi chiedevo come celebrarla, così ho scoperto questo libro che considero l’avventura migliore perché Clara Zennaro costruisce la vicenda con una narrazione che sembra quasi cinematografica, i personaggi sono vivi, quasi scolpiti, si muovono in un contesto simile a un racconto fantastico ma invece sono tutti reali.
Chi era veramente Juana Romani?
Potremmo definirla come pittrice talentuosa e bellissima, ma è stata molto di più: icona della Belle Époque, innovatrice, libera da ogni imposizione in un periodo in cui l’arte era prettamente appannaggio maschile. Anche nella illuminata Parigi erano poche le donne che potevano permettersi una formazione artistica, a loro era consentito solo spogliarsi e lavorare come modelle. Eppure questa ragazza originaria di Velletri, catapultata a Parigi, dove inizia a posare nelle Accademie, riesce a conquistare il mondo imponendo la sua personalità. A soli 21 anni è ammessa al Salon des artistes français del 1888 incantando con i suoi ritratti. Sono figure femminili ispirate al mondo della letteratura, della storia, dell’allegoria, dell’opera. Eroine che incarnano grande forza e determinazione.
La vita
Juana nasce a Velletri nel 1867, il suo vero nome è Carolina Carlesimo. Dopo che il padre decide di darsi al brigantaggio, la madre sarta e analfabeta trova lavoro presso i Romani, una delle famiglie più ricche della città. Intreccia una relazione con Temistocle Romani e decide di fuggire in Francia con la bimba. Parigi diventerà la città d’elezione di Carolina che appena quindicenne inizia a lavorare come modellaall’Académie Colarossi, uno dei nuovi istituti privati che offrono agli studenti un’alternativa alla scuola ufficialed’arte. È molto richiesta, i modelli di origine italiana, ciociara e velletrana erano apprezzati e popolari nell’ambiente parigino.
Ben presto capisce di possedere un vero talento per il disegno. Nelle ore di pausa utilizza i carboncini consumati e i fogli degli allievi della scuola. Posa per grandi artisti e nello stesso tempo si impone nell’ambiente grazie alla sua creatività. Diventa allieva e musa di Ferdinand Roybet, il loro atelier a due passi dagli Champs-Élysées sarà un cenacolo culturale, punto d’incontro della società artistica parigina. Dal 1988 al 1904 Juana è presente alle grandi esposizioni di Parigi e alla Biennale di Venezia.
Juana e le sue donne
Sembrano nascere dai sogni le sue creazioni, fluttuano in colori dalle sfumature calde e corpose, dipinge direttamente con il pennello seguendo l’esempio di grandi artisti della tradizione veneta, come Giorgione e Tintoretto. Sono donne seducenti, intriganti, lontane dal focolare domestico, consapevoli della propria bellezza, padrone di loro stesse. Incarnano la nuova figura femminile emergente in quegli anni: la femme fatale. Eppure, questo mondo meraviglioso si spezzerà prematuramente. Non sono certo le turbolenze delle avanguardie artistiche a fermare Juana Romani, ma un silenzio che arriva dal profondo dell’anima.
Clara esplora il profondo
L’autrice ci racconta tutto questo, una storia tra Ottocento e Novecento così vicina alla nostra sensibilità, un mondo in subbuglio dove una donna anticonformista sfida le regole imposte dalla sua epoca. Pur rispettando la tradizione i dipinti di Juana Romani sono esteticamente rivoluzionari al pari dei movimenti artistici che trovano in quel momento a Parigi un terreno fertile e costruttivo. Coraggio, determinazione, emancipazione femminile, queste le peculiarità essenziali del carattere di Juana.
Chi è l’autrice
L’autrice Clara Zennaro vive a Venezia e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti. Una formazione professionale che influisce sulle sue scelte letterarie con la predilezione per tematiche legate all’arte, sviluppate in modo suggestivo e con una competenza approfondita della materia. Il suo primo romanzo “La governante di madame de Lempicka” rivela il percorso scelto: la storia di donne che hanno avuto un peso determinante in questo mondo, proprio come Tamara e Juana.
Il numero di pittrici e scultrici della storia è nettamente inferiore a quello dei colleghi uomini, racconta Clara, così decide di aprire un blog che si chiama “storie di artiste straordinarie” con l’intento di approfondire e divulgare l’opera di artiste dimenticate. Ne ha parlato anche nel suo TEDx talk. Grazie alla pagina Facebook collegata al progetto ha creato una community che conta oggi più di 10.000 follower appassionati d’arte con cui condividere idee e proposte.
Condividiamo anche noi in queste pagine l’affascinante viaggio nel tempo che ci ha regalato con il nuovo romanzo, salutandoci con le parole di Juana Romani. Ecco come definisce le sue opere: “Sono il mio contributo al necessario cambiamento della visione dell’universo femminile che presto dovrà avvenire. Affido a queste donne i miei messaggi”.
Complimenti a te per come hai delineato la figura in profondità e a Clara Zennaro.
Elisabetta è stata davvero brava a comprendere e ad evidenziare ogni aspetto del mio lavoro.
Dott.ssa Elisabetta che bella idea celebrare la festa delle Donne, con un libro. Non conoscevo, come avviene frequentemente, la pittrice Juana Romani – Carolina Carlesimo. La sua famiglia certamente non l’ha aiutata, né materialmente, né attraverso la cultura. Sicuramente le conoscenze culturali e l’esistenza di altre città, oltre Velletri, come Parigi, saranno giunte dalla famiglia Romani. Però lasciare un ambiente conosciuto, con una bambina, per cercare un’esistenza migliore in uno stato straniero ha qualcosa di eroico. Evidentemente Lei credeva molto nel suo talento ed è riuscita ad imporsi, alla fine del XIX secolo in un contesto destinato quasi esclusivamente agli uomini. Brava la scrittrice Clara Zennaro a trovare questa storia. Leggo dalla copertina che si tratta di un romanzo, mi auguro che il racconto biografico sia rimasto integro e che questo libro serva a far conoscere un’altra Carneade (almeno per me) a vantaggio di Carolina Juana, delle Donne e dell’arte italiana.
Grazie Marco Palmolella per le tue parole. Ho cercato di non discostarmi dalla biografia di questa grande pittrice, per offrire un’immagine della sua persona il più verosimile possibile.
Audace e innovativa, la pittrice di cui ci hai parlato, Elisabetta. Come sempre riesci a disvelarci mondi e persone che meritano luce e condivisione.
Ciò che è ormai assodato per molte donne, cioè spostarsi nel mondo con facilità, non lo era secoli addietro. Per questo la mia mmirazione sconfinata va a queste donne che hanno osato, precorrendo i tempi.
Sono d’accordo con te!