Davide Di Rocco, patron e chef del “Ristorante Di Rocco” non poteva trovare altro posto migliore. Il suo locale si trova nel borgo storico di Noale, in provincia di Venezia, all’angolo di Via Ca’ Matta, dinanzi alle mura del Castello di Noale e a un paesaggio verde e rilassante. All’interno del suo ristorante, sobrio ed elegante, ha tolto le tende per far vedere il bel paesaggio esterno; anche fuori c’è la possibilità di rilassarsi e mangiare un ottimo piatto.
Chi è Davide Di Rocco
In questo microcosmo lavora lo chef Davide, 38 anni compiuti, una straordinaria volontà di continuare a crescere professionalmente puntando a valorizzare sempre più la cucina del territorio. Vive con Giulia e due figli: Emma di 13 anni e Ginevra di 6. Ha un lungo attivo curriculum in cucina alle sue spalle.
La storia di Davide Di Rocco
Davide, nativo a Robbio un piccolo paese in provincia di Pavia, da bambino viveva nel territorio delle risaie. Papà Rosario e mamma Fina lo facevano crescere insieme al fratello Marco, sei anni più giovane (ora Marco fa il conduttore di barche a Rapallo). Davide, da bambino, pensava di fare il pilota di aereo, poi la cucina lo ha attirato ed era incuriosito dai manicaretti della nonna.
Davide ha passato l’infanzia e studiato nelle scuole delle colline piemontesi di Varallo Sesia, tra il Sacro Monte e il Convitto.
A 14 anni già frequentava Villa Crespi e poi si è lanciato nelle cucine degli hotel del Lago d’Orta, iniziando prima a fare lo stagionale per poi avere un contratto fisso.
Le esperienze di Davide Di Rocco
Ha poi lavorato ad Abetone, piccolo paese sperduto nelle terre di Toscana: qui ha capito il suo lavoro per sempre: fare lo chef di cucina, mettersi la “touque blanche” (il grande cappello del cuoco). Dal 2002 ha girato, come tutti i cuochi ambiziosi, in vari hotel e ristoranti famosi e di lusso, acquisendo sempre più esperienza e recependo le varie tradizioni territoriali: in Svizzera a Saint Moritz al Post House e al Palace.
“Mi ha aperto il mondo Paolo Platini del Borromeo di Stresa. Poi sono andato a Venezia, al Bauer , dal 2009 al 2012. Ho lavorato da Cracco a Milano dove sono rimasto un anno come capopartita. E poi sono stato al Breda, al Genius e al Relais Villa Bella a San Bonifacio”.
La sua attività ha continuato anche fuori dall’Italia, in Belgio. Di seguito Davide ha lavorato al il Fuel di Padova. E infine si è fermato a Noale, nel borgo vecchio, dove ha acquisito il suo ristorante che è attivo dal 2020, nella ricerca continua di una cucina del territorio che Davide intende sempre più di valorizzare. Nel suo ci lavorano cinque persone, tre in cucina e due in sala. La direttrice di sala è Anna Favaron.
Vale la pena di provarlo. E di ritornarci. Per i lettori di https://www.enordest.it ci propone la sua specialità
Crostatina vegetariana e fonduta all’erborinato
Ingredienti (Per 4 persone) 400 gr di pasta brisè, 150 ml di latte , 60 gr di tuorlo d’uovo, 80 gr di parmigiano, sale e Pepe qb, verdure di stagione, 100 ml latte, 200 gr di erborinato
Preparazione
Stendiamo tra due fogli di carta da forno la brisè e mettiamo in frigo; una volta fredda coppiamo la pasta della dimensione giusta dello stampo e cuociamo in forno a 165° per una durata che varia in base al stampo utilizzato. Usiamo uno stampino da 8 cm di diametro e calcoliamo 6/7 minuti.
Prepariamo l’appareil mescolando il latte, tuorlo e parmigiano con sale e pepe.
In base alla stagione nella quale sviluppiamo questa ricetta, i nostri orti o i migliori fruttivendoli di fiducia disporranno di una vasta varietà di ortaggi, noi scegliamo quali in base al gusto e che siano più adatti per questa ricetta.
Una volta selezionate le verdure sbizzariamoci con molteplici tipi di cotture dando così un’emozione a ogni morso.
Per la salsa all’ erborinato scaldiamo il latte e aggiungiamo al formaggio, frulliamo e infine filtriamo il tutto.
Esecuzione del piatto
Mettiamo l’appareil nelle tartellette e cuociamo a 165° per 8 minuti circa. Prepariamo e condiamo le verdure, dopo di che le posizioniamo sulle basi di brisè. Mettiamo al centro dei 4 piatti la salsa calda all’erborinato e posizioniamo sopra il formaggio le nostre torte salate, ultimiamo con un filo di olio a crudo e del sale in fiocchi.
Il vino in abbinamento
Proponiamo una durella : “Io Cloe”, vendemmia 2019, della cantina Tonello. E’ un vino dorato, leggero, con velature verdi. Buono come abbinamento per la sua freschezza, leggerezza e la mineralità giusta. In bocca la freschezza e la vena acida rendono questa durella molto piacevole.