Non c’è proprio unità di vedute nella coalizione di maggioranza, che rispecchia la tendenza degli italiani “brava gente” a polemizzare su tutto. Il collante è solo il potere, ma anche gli interessi di partito e soprattutto personali, non la visione politica. Persino sulla Costituzione, interpretata magistralmente e in maniera commovente da Roberto Benigni a Sanremo, non c’è accordo. Il Presidente del Senato sostiene che parlarne non è mai sbagliato, essendo l’icona che detta le regole di comportamento a tutti e i diritti di ognuno, dai politici ai più umili cittadini. Invece, Salvini diffida di chi la difende in un Festival, che non è, secondo lui, la sede adatta. Ma non ne suggerisce un’altra più opportuna.
Italiani brava gente che cambia idea
La Russa, però, non perde occasione per rinfacciare al premio Oscar di difenderla oggi, mentre ieri, quando sosteneva il referendum di Renzi, ne auspicava il cambiamento. In realtà, a Sanremo il suo, più che l’esaltazione della Costituzione, fu un omaggio al Capo dello Stato, che intervenne alla prima giornata del Festival proprio in occasione del 75° anniversario della Costituzione che entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Ecco perché Benigni ne fece il panegirico.
Neppure sui due minuti di Zelensky gli Italiani brava gente si sono trovati d’accordo
Quindi la Rai ci ha ripensato e, cancellato il video, ha relegato il messaggio del presidente ucraino alle due di notte e incaricato Amadeus di leggerlo. Perché turbare l’unanimità di giudizio di 15 milioni di italiani che vanno in visibilio solo per la gara di canzonette e il Grande Fratello? Chi si scandalizzava adduceva che al Festival non si parla di un argomento di guerra. Che, però, era stato accettato ai Golden Globe, al festival del cinema di Cannes e da altri eventi in molte parti del mondo. Zelensky era d’accordo con gli organizzatori del Mondiale di Calcio nel Qatar per trasmettere un messaggio allo Sport, ma la Fifa, non si sa perché, l’ha bloccato.
Adesso il presidente ucraino è in trattative con gli Oscar. Chissà se lo accetteranno. Povero Zelensky, fa di tutto perché il mondo intero si immedesimi nella tragedia che i cittadini ucraini stanno vivendo e far capire che il suo non è un paese in guerra, ma un paese aggredito proditoriamente, circostanza che può capitare a chiunque, anche a chi è contrario ai suoi messaggi, ma non ai missili che cadono ogni giorno, non solo sulle postazioni militari, ma sulla popolazione civile innocente.
Italiani brava gente contro Italiani brava gente…almeno a parole oggi
Molto più gravi sono state nei giorni scorsi le dichiarazioni, non proprio impreviste, di Berlusconi, che lancia strali contro Zelensky accusandolo – mentre il governo di cui fa parte sostiene l’Ucraina considerando Putin un aggressore – di essere responsabile della guerra per avere difeso territori che appartengono alla Russia. Questa posizione, che mette in crisi il governo Meloni, è accompagnata da insulti a Zelensky e dal consiglio alla Premier di non recarsi a Kiev. Di questa esternazione esplosiva sono state piene per diversi giorni le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo che ricordano anche l’amicizia di Berlusconi con Putin e le diverse esaltazioni che ha sempre fatto del capo del Cremlino, “L’Uomo della Provvidenza” sarebbe intervenuto in Ucraina “per sostituire Zelensky con persone perbene”. “Purtroppo gliel’hanno impedito”.
Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. Comincia così la favola di Fedro che nei giorni scorsi Berlusconi evocava, concludendo, però, che, contrariamente al giudizio del governo Meloni, è l’Ucraina a sporcare l’acqua della Russia. Infatti, è colpa di Zelensky se Putin è stato costretto a distruggergli il paese. Quindi, tutti coloro che, con la loro sciocca solidarietà, lo aiutano, non si rendono conto che stanno prolungando la guerra e il massacro di militari e civili. Se ci fosse ancora la capacità di intendere sarebbe una dichiarazione di sfiducia al governo che costringerebbe la Premier a dimettersi. Invece la Meloni, senza fare una piega, ribadisce che la coalizione è unita e coesa.
Quando gli Italiani brava gentesi mettono a dicutere anche nelle coalizioni
Per di più Tajani, che, oltre a essere ministro degli Esteri, è anche il capo della delegazione governativa di Forza Italia, ora che il padrone è anziano e ormai privo delle energie necessarie per prenderlo a calci nel sedere, trova finalmente il coraggio di esprimere una propria opinione. Rassicura la maggioranza che il suo partito, nonostante le strane esternazioni di leader Maximo, continuerà a sostenere gli aiuti a Kiev. Ma, siccome Berlusconi da qualche tempo ci ha abituato a ritrattare ciò che ha pubblicamente dichiarato qualche minuto prima, nessuno si è meravigliato – anzi se lo aspettavano – quando poco dopo il leader di Forza Italia lo conferma. Non c’è alcuna crisi. Era solo un pensiero personale e un consiglio alla Premier.
Italiani brava gente in cerca di potere
Tutto continua, come se quelle dichiarazioni non fossero mai state dette. Quindi, assistiamo, non senza rammarico e con forte emozione, alla patetica successione della leadership degli ex centristi e al triste oscuramento dell’uomo che, nel bene e nel male, condiziona da trent’anni la politica italiana. Ma anche se Forza Italia ritirasse la fiducia, il governo non cadrebbe perché il Gatto e la Volpe, pur fingendo di essere oppositori della destra – entrambi sono fuoriusciti dal PD – non vedono l’ora di dare il sostegno alla Meloni e riprendere qualche poltrona.
Si apre così una faida di potere che vedrà probabilmente prevalere la Moratti. La vedova è la sola ad avere un po’ di carisma, anche se ne ha perduto gran parte col flop alle regionali della Lombardia di domenica scorsa. Per di più l’età della leadership scenderebbe solo di pochi anni. La Moratti si era montata la testa e voleva sfidare la destra, ma non ha le qualità sufficienti per sostituirsi al vecchio leader o, peggio, ha scelto male il partito di supporto. Un altro flop nelle regionali lo ha realizzato Conte che, così, si è tolto dalla testa l’ambizione di rappresentare la sinistra e di prenderne la guida. Chissà se ha finalmente capito che l’avversario naturale del M5S non è il PD ma la destra, essendo il sistema elettorale maggioritario.
Cosa non si fa per una poltrona
Questa povera sinistra, bistrattata da tutti, in cerca di un leader che capisca che non si può essere schizzinosi nella scelta degli alleati – esemplare è la destra, che nonostante la visione talvolta opposta della politica, è sempre unita – se no si perde ignominiosamente e non si ha diritto di fare politica. Di competenza parlava già Confucio nel sesto secolo avanti Cristo, dall’altra parte del mondo. Sembra che la scelta del prossimo segretario nazionale sia orientata verso Bonaccini, che, se eletto, essendo già Governatore dell’Emilia Romagna, sarà a mezzo servizio, quindi peggio di Letta, che, almeno è parlamentare.
Per arraffare qualche voto alla povera gente, Fontana ha adottato il look da barbone senzatetto e, in effetti, ha superato il 50% d consensi, seminando gli avversari. Però, su una misera percentuale di votanti. Quindi, governerà con la delega del 41,6% dei lombardi. Forse è meglio non indire elezioni in febbraio, quando il freddo limita l’accesso alle urne a diverse categorie di cittadini. Infatti, nelle democrazie liberali si vota in primavera o in autunno.
Italiani brava gente sì, ma con l’occhio all’estero
Forse nel problema Russia-Ucraina è più giusto coinvolgere la gente del calcio, del cinema e delle canzoni piuttosto che gli stati e le istituzioni, che dovrebbero essere al di sopra delle parti e rimanere imparziali per poter mediare autorevolmente. Se, invece, siamo tutti dalla parte degli ucraini – giustamente, perché aggrediti – nessuno avrà titolo per mediare un onorevole accordo di pace perché non ritenuto obiettivo da Putin. Invece, si dovrebbe. trovare con urgenza un’intesa comune e far capire a tutti – soprattutto a Russia e Cina – che a nessuno in una società globalizzata conviene aggredire un altro paese.
Anziché essere contenta di possedere in gran parte il debito pubblico degli Stati Uniti, la Cina vuole, come la Russia, abbattere la sua supremazia mondiale. Se ci riuscissero, gli USA non sarebbero più in condizione di onorare i debiti né di pagare gli interessi. Neppure Putin si rende conto di avere più ascendente di Biden sull’Europa con la sua fornitura di materie prime. Perché aggredire l‘Ucraina e attirarsi il biasimo e la condanna di gran parte del mondo? A fare capire questi malintesi servirebbe l’imparzialità delle istituzioni europee e mondiali, oltre che l’istituzione di appositi Think tank dediti solamente a questo grave problema.
Italiani brava gente ammirati e Italiani brava gente un po’ “meno”
Durante la campagna elettorale del 25 settembre annunciavamo che la pacchia sarebbe finita per l’Europa, cioè che non avremmo più consentito che l’Italia fosse trattata come un paese di Serie B. D’ora in poi saremmo stati noi a decidere e dettare le condizioni. Invece, sembra che continuino a trattarci come sempre. Forse perché per essere trattati meglio, dovremmo adeguarci alle regole ed essere anche noi a trattare bene gli altri. Dobbiamo crescere un po’ e diventare davvero una nazione. Non basta vincere le elezioni. Al tempo di Draghi, per pochi mesi, ci hanno considerato meglio. Forse perché Draghi ci sapeva fare. Anzi, il banchiere stava per conquistare, senza arroganza né polemiche e senza neppure chiederla, la leadership dell’UE, forse per il suo prestigio e carisma, ma anche per il comportamento discreto.
Imitiamolo e procuriamoci anche noi quella leadership. Con Macron c’era un rapporto idilliaco. Invece, oggi siamo in continua e vivace polemica che non serve a migliorare il dialogo. Oggi il presidente francese invita a Parigi Scholz per accogliere assieme Zelensky con una cena privata all’Eliseo. La nostra Premier se n’è lamentata, denunciando, così, la posizione di inferiorità in cui viene considerata l’Italia. Era meglio sorvolare e ritenere meno prestigiosa una riunione senza di noi. Invece, la protesta ha consentito a Macron di precisare che tra la Francia e la Germania c’è una comunione d’intenti, considerando finita l’antica rivalità tra i due paesi, seppure nei secoli scorsi, persino nell’ultimo, fu causa di tante guerre. Se non invita più l’Italia è perché nonostante i ripetuti inviti in passato, dice Macron, la Premier non è mai venuta a Parigi. Chissà se è vero. Poi sono volati tutti a Bruxelles dove il presidente ucraino ha partecipato al Consiglio Europeo straordinario quale ospite d’onore, tanto per fare incazzare un po’ di più Putin e allontanando la possibilità di una tregua.
Questi leader europei si danno tante arie, ma stanno sbagliando politica nel confronti della Russia e anche della Cina
Ammettere l’Ucraina come 28° stato membro dell’Unione Europea sarebbe un errore madornale, una sfida a Putin. Non è così che si gestisce il futuro e la sicurezza dei cittadini. Il problema non è l’ingresso dell’Ucraina in Europa, che sarebbe grave quanto quello dell’Ungheria. È che sono paesi di cultura diversa. Che cosa succederebbe se, nonostante Kiev membro dell’UE, Putin continuasse a bombardare l’Ucraina? Entreremmo in guerra anche noi? Anziché lamentarsi del comportamento dell’Europa nei confronti dell’Italia, la Meloni dovrebbe invocare la chiusura delle università dove questi leader europei della mutua – Macron, Scholz, Michel, Von der Leyen e altri – hanno studiato politica. Quando li sentiamo parlare di vittoria di Zelensky, grazie agli aiuti in armi dell’Europa e degli USA, viene da ridere.
E se l’inventiva degli Italiani brava gente potesse servire? La Premier ha ragione
Che cosa si intende per vincere la guerra? L’Ucraina può resistere e respingere i russi per un certo periodo di tempo. Ma non è una soluzione. Il traguardo da raggiungere è un accordo di pace. L’Ucraina può vincere una partita di calcio, di rugby o pallavolo. È un grande paese, ma in confronto alla Russia e al suo armamento è un paesino come l’Italia e qualsiasi altro in Europa. Francesi e tedeschi si spupazzano Zelensky per mostrare ai loro concittadini – come li ha giustamente accusati la Meloni – quanto sono bravi, ma non per risolvere le sorti della guerra. Infatti, con le inutili gite a Kiev per quanto riguarda la pace non si è fatto nemmeno un passo. È già un po’ di tempo che le trattative sono stagnanti.
Papa Francesco almeno ci mette la faccia
Sono diversi mesi che non si fanno proposte, né ci sono pensatori che suggeriscano qualcosa di nuovo. Si spera – solo il Papa ha il diritto di contarci – nell’intervento dello Spirito Santo. Ma neppure l’Onnipotente, che probabilmente sarebbe disposto ad aiutarci, può fare qualcosa non essendoci alcuna strategia né contatti.
Tra gli Italiani brava gente servirebbe un Totò per risolvere la crisi
Questi diplomatici ricordano Totò che pregava il Santo protettore di fargli vincere la lotteria, senza nemmeno, però, comprare il biglietto. Intanto, così dediti – senza risultati – agli aiuti all’Ucraina e a nuove sanzioni alla Russia, non si fanno progressi in altri settori che necessitano di riforme urgenti, prima di tutte quelle della giustizia. Ma non per attenuare sempre le leggi, emulando il PCI che chiedeva alla DC di alleviare continuamente le pene. Ecco come l’Italia si è ridotta a paese più ambito dal turismo criminale. La magistratura giudicante è talvolta talmente clemente da rasentare il ridicolo. Poi la Premier si chiede perché alle riunioni ad alto livello in Europa l’Italia non è invitata a partecipare. Oltre che per le uscite di Berlusconi, anche per l’incertezza della pena nel settore giudiziario. Ma anziché stringere i freni, la tendenza sembra essere, come avveniva in passato, di allentarli. Forse sarebbero opportune riforme con leggi precise che evitassero il più possibile la discrezionalità e quindi la clemenza dei giudici.
Qualcosa non torna
Sono convinto che il galantuomo è disposto a sacrificare un po’ della propria privacy per il migliore funzionamento della giustizia. Nessuno che non abbia qualcosa da nascondere è d’accordo nel limitare le intercettazioni, né nel concedere altre agevolazioni in favore di corrotti e criminali. Tanto, per il semi-presidenzialismo, che non è la riforma prioritaria, Forza Italia voterà ugualmente. Mi ha particolarmente colpito la richiesta di estradizione dalla Spagna di un condannato a 15 anni per l’omicidio di un italiano. Una volta ottenuta, in attesa del processo, però, gli è stata concessa la libertà provvisoria. Condannato, poi, a 23 anni, da un’Assise italiana, non se n’è più trovata traccia. Chissà dove si è nascosto. Non era meglio lasciarlo in Spagna dove almeno i 15 anni li avrebbe trascorsi tutti in galera?
Ma noi italiani non siamo i soli
Clementi sono anche i giudici belgi con gli italiani. Forse perché, essendo ex europarlamentari, oltre che un esagerato stipendio, gli spetta pure un occhio di riguardo. Panzeri, pentito, è stato scarcerato e ha pattuito appena un anno di reclusione a condizione che racconti tutto e denunci chi era riuscito a coinvolgere nella corruzione. Il Parlamento Europeo ha tolto l’immunità ai sospettati dell’affare cosiddetto Qatargate, consentendo ai giudici di fare arrestare anche Andrea Cozzolino, 60 anni, napoletano. Era ricoverato in una clinica, dopo qualche giorno di carcere a Poggioreale, ora è agli arresti domiciliari. Anche Marc Tarabella, 59 anni, cittadino belga, ma di origine italiana, è finito in gattabuia a Bruxelles. Adesso, per cancellare la figuraccia il PD in Italia e i socialisti in Belgio, hanno espulso entrambi gli europarlamentari. I 70 deputati regionali siciliani, invece, non rubano, ma, nonostante quello che guadagnano, si aumentano lo stipendio di 900 euro al mese. È uno schiaffo alla miseria.
Italiani brava gente…forse….
Ma c’è un lato positivo in questa scrocconeria. É che nell’Italia di destra o di sinistra, di conservatori e progressisti, in cui si polemizza su tutto, i politici trovano subito l’unanimità almeno su un argomento. È miserabile, ma un passo avanti bisogna riconoscerglielo. Per dignità, non lo definiscono aumento, ma adeguamento al costo della vita. Pur non avendo adeguato le pensioni della povera gente, hanno portato i loro emolumenti da 11100 euro al mese a 12mila, oltre alle indennità e ai benefit. Forse è ancora presto per capire se la riduzione delle tasse alle partite Iva è servita a ridurre anche gli evasori e a potenziare l’aumento dei consumi. Ma, vista la magnanimità del governo alla categoria che conta il maggior numero di evasori, bisognava pensare ai pensionati, che costituiscono quella più esemplare che non avendo potere contrattuale, non sono protetti da nessuno.
Se rimpiangiamo De Amicis….
Però, sono gli elettori più numerosi e sarebbero anche grati, a differenza di chi paga solo il 15%, se finalmente questo governo si rendesse conto, che le pensioni non sono un reddito, ma la restituzione di contributi versati dal lavoratore nel corso di un’intera vita lavorativa. Quindi, meriterebbero una tassazione scontata. Anche perché per loro non c’è stato mai un adeguamento e in questo momento la vita è particolarmente rincarata e molti non arrivano alla fine del mese. Nessuna delle fonti autorizzate hanno fatto presente questa valutazione alla Corte Costituzionale. L’INPS è ingiustamente mantenuto soprattutto dai pensionati, cioè dalla gente più indigente del paese cui le tasse vengono. Trattenute alla fonte. Quindi la riforma più urgente è nella scuola elementare dove, in assenza di testi più moderni, si dovrebbe reinserire la lettura del libro Cuore di Edmondo De Amicis, che formava generazioni migliori non solo in politica.