Via il Maresciallo Tito, Gabriele D’Annunzio, Giuseppe Volpi! Così con un piccolo tratto di penna regionale si cancellano nomi di strade, piazze, vicoli. È la proposta di legge di iniziativa consiliare della Regione Veneto a firma di Alberto Villanova, capogruppo Lista Zaia e consigliere comunale a Pieve di Soligo, odontoiatra. Per il filosofo Massimo Cacciari l’iniziativa è di una stupidità galattica. Si cancella Tito? Quello che ha sconfitto i nazisti a Belgrado? Oppure quello che ha ricevuto nel 1969 dal presidente Saragat l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce, la più alta delle nostra Repubblica? Ricordo che il presidente Napolitano nel 2007 ha già condannato le foibe e le pulizie etniche yugoslave.
Si cancella la storia con una iniziativa regionale? Visione ridicola, insiste Cacciari
Allora rincariamo la dose. Che fare della Sala Volpi alla Mostra del cinema del Lido di Venezia. Oppure della Coppa Volpi? Quella destinata alla miglior attrice e miglior attore del festival? A proposito, la prima rassegna cinematografica al mondo del 1936, prima di Cannes, Berlino, San Francisco, Locarno, Shanghai, la fondò proprio il veneziano Giuseppe Volpi. Il creatore di Porto Marghera, il presidente della Sade, la più importante società idroelettrica italiana del secolo scorso, il presidente delle Generali. Ok, fu ministro delle Finanze in epoca fascista (1925-28), governatore della Tripolitania. Ma anche Procuratore di San Marco per venti anni (1927-47) e presidente della Biennale (1930-43) e della Confindustria (1934-43).
Ricordato in Montenegro
Mussolini non si fidava di lui. Nel 1945, dopo aver tentato di fuggire in Svizzera venne torturato dai nazisti in via Rasella a Roma. Si difese, già gravemente ammalato, al grido: no gò mai fato del mal a nissun! In dialetto veneziano. Finanziò la lotta partigiana in Veneto e Friuli e una volta in Svizzera regalò la proprietà del Gazzettino alla Dc. C’è solo un monumento al mondo che lo ricorda ancora. Si trova ad Antibari in Montenegro, dove creò il nuovo porto e un fiorente commercio con l’Italia.
Quando si cancella la memoria con un tratto di penna del consiglio regionale Veneto appare un tantino esagerato e antistorico
Al processo del 1946 per crimini fascisti Volpi venne totalmente assolto. Nessuna condanna per arricchimenti illeciti. Morì l’anno successivo. Ora è sepolto nella chiesa dei Frari a Venezia per iniziativa del patriarca Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII.
Allora facciamo un po’ le pulci sui nomi
A Mestre esiste piazzale Cialdini, in pieno centro. Non sarà mica il generale piemontese del famigerato assedio di Gaeta del 1861, costata la vita a migliaia di abitanti? Oppure Enrico Cialdini è lo stesso dell’ eccidio di Pontelandolfo in provincia di Benevento? Un nome quindi da cancellare subito, come via Luigi Cadorna, sempre a Mestre. Fu il generale delle sanguinose e inutili “spallate” sul Carso e sull’Isonzo costate la vita a migliaia di ventenni italiani durante la Prima Guerra mondiale. Ricordato per la spietata disciplina verso i soldati semplici. Cadorna incolpò subito di vigliaccheria le truppe durante la disfatta di Caporetto. Lui stava in albergo a Udine. E che dire di intestare le piazze ai generali Rodolfo Graziani e Pietro Badoglio, i massacratori di africani con l’iprite in Etiopia e in Libia?
Da contraltare ci sono le diverse vie titolate in Italia a Stalin e a Lenin. Via Stalingrado resiste a Roma e a Bologna
Ho controllato nessuna via o piazza però è dedicata al presidente del consiglio Bettino Craxi, il secondo per durata repubblicana, morto nel 2000 nell’esilio di Hammamet in Tunisia.
Allora terminiamo in gloria. In tutte le piazze e vie italiane, si ricorda Giuseppe Garibaldi. Un totem. Ma era lo stesso che trasportava schiavi cinesi nel 1854 da Canton a Callao in Perù con la nave Carmen? Ecco un nuovo suggerimento per il consiglio regionale veneto.
Ovviamente Bolsonaro e Putin verranno depennati più avanti.