E’ la Tipoteca Italiana di Cornuda, collegata alla casa editrice Antiga di Crocetta del Montello, la vincitrice del premio 2023 assegnato dalla Giuria dell’American Printing History Association (APHA), con sede a New York. Il riconoscimento è condiviso con l’International Printing Museum di Carson (California).
È la prima volta in assoluto che il premio viene conferito a un’istituzione italiana
In 38 anni di vita del premio, Tipoteca Italiana è la quinta realtà europea a riceverlo. In passato era stato assegnato: nel 1989 alla St Bride di Londra (1989); nel 2000 al Gutenberg Museum di Mainz: mel 2002 al Plantin-Moretus di Anversa; nel 2009 alla stamperia inglese The Whittington Press.
Antiga premiato dai più prestigiosi
L’American Printing History Association (APHA) è una prestigiosa associazione che conta più di 500 soci (privati e istituzioni). Incoraggia lo studio della storia della stampa e delle arti e mestieri ad essa collegati: dalla calligrafia alla fusione di caratteri, all’illustrazione e editoria. Fin dalla fondazione l’APHA ha istituito un premio annuale da assegnare “per un significativo contributo allo studio, alla catalogazione, alla conservazione o alla diffusione della storia della stampa, in qualsiasi area specifica o in termini generali”.
Gli uomini di Antiga
Silvio, Mario e Carlo Antiga, uniti nel ricordo di Franco e fondatori di Grafiche Antiga, hanno fortemente voluto dare vita nel 1955 al progetto culturale della Tipoteca Italiana, affiancato da una Fondazione. Naturale che il premio internazionale sia stato accolto con orgoglio e come il riconoscimento a un’istituzione culturale che, se pure periferica rispetto alle città, ha attratto nei vent’anni di apertura del Museo a Cornuda più di 200 mila visitatori, tra studenti e appassionati di design, tipografia e stampa. Un riconoscimento che spinge a proseguire con più impegno e convinzione nel preservare il patrimonio della tipografia italiana raccolto in Tipoteca.
Al lavoro anche con studenti, studiosi e appassionati
Per molti anni i fratelli Antiga hanno girato l’Italia raccogliendo, acquistando, salvando dalla distruzione il patrimonio delle vecchie tipografie costrette a chiudere. Hanno raccolto materiale, macchine, caratteri antichi, spesso anche il patrimonio cartaceo destinato al macero: dai manifesti ai cataloghi, dalle raccolte di stampe a veri e propri pezzi introvabili, come la rassegna di spartiti musicali di una famosa casa editrice. Tutto materiale destinato a sparire e che solo la passione dei fratelli Antiga ha permesso di recuperare e di mettere oggi a disposizione di studenti, studiosi, appassionati.
Un viaggio nel futuro
Una visita al Museo della Tipoteca è come un viaggio nel passato e nel futuro assieme: la grandezza di un’arte così fondamentale per la cultura dell’uomo, la fatica di un lavoro rimasto per secoli quasi immutato. Poi il confronto col presente tecnologico ma sempre al servizio della stessa idea: comunicare, far conoscere, stampare per diffondere la cultura. Dai caratteri mobili al piombo alla stampa a freddo. Nessuno come gli Antiga in Italia hanno provato, riuscendoci, a preservare questa parte così importante della nostra storia.
La storia di Antiga
La Tipoteca Italiana è nata nel 1995 come fondazione privata voluta da una famiglia di tipografi, i fratelli Antiga. Il tutto si sviluppa in Veneto, a circa 30 miglia a Nord di Venezia, al margine delle colline prima delle Prealpi. Ricordano gli Antiga: “Siamo vicini al paese natale di Antonio Canova, alla Villa Barbaro di Andrea Palladio, a pochi chilometri da Asolo, celebrata da Pietro Bembo negli Asolani in un libro pubblicato da Aldo Manuzio nel 1505. Ma siamo anche in un territorio ricco di imprenditorialità e di cultura: a Treviso, nel capoluogo della nostra provincia, si trova uno museo con una straordinaria raccolta di manifesti: il Museo Nazionale Collezione Salce”.
Un punto di riferimento
Grazie a Tipoteca, Cornuda è diventata una mèta per viaggi di istruzione, consultazione, collezionismo: in vent’anni sono arrivati oltre 200 mila visitatori, una media di diecimila l’anno e il numero è in crescita negli ultimi tempi, specie tra gli studenti. Basta venire una mattina in Tipoteca per vedere bambini e ragazzi alle prese con vecchi caratteri di stampa, manifesti d’epoca, macchine che rappresentano un tempo ben preciso. E’ possibile vedere un manifesto del periodo della dominazione austriaca e uno del nuovo Regno d’Italia, un libro diventato famoso nel tempo, lo spartito musicale di un grande autore, il biglietto da visita di un noto scrittore. Da qualche tempo i visitatori arrivano anche dalle università del Nordest e dalle scuole artistiche di Milano, Roma, Firenze. Nel Grand Tour del design non manca mai la Tipoteca. Molte le richieste anche dagli atenei esteri.
Il museo
Mettere assieme il materiale per il museo ha richiesto ai fratelli Antiga una decina di anni di ricerca e raccolta e di giri per tutta l’Italia. Nessun dubbio al momento di scegliere il nome per il museo: Tipoteca, per far capire subito che era un museo del carattere di stampa, appunto “Tipo”, un luogo dedicato ai tipografi e agli stampatori, dove si riconoscesse il valore storico della tipografia e della stampa nella diffusione e nello scambio culturale tra le persone, con un occhio di riguardo anche al mestiere. Dicono gli Antiga: “Il segno grafico è ciò che ci lega alla tradizione della scrittura a mano e, ancor più, ci tiene collegati ai font del presente”.
Le parole di Antiga
“Come istituzione culturale, c’è stata la presa di consapevolezza di quale fosse il nostro pubblico, nell’occasione di una mostra dedicata alla scrittura dei Veneti antichi, organizzata da un museo archeologico del territorio. Abbiamo capito che l’arrivo dei computer aveva permesso la Democratizzazione” della tipografia: i caratteri non erano più i ferri del mestiere dei tipografi, ma erano disponibili a tutti su qualsiasi tastiera e visibili sugli schermi. La tipografia era una materia che, pur sconosciuta, era usata da tutti, e non più in mano a pochi specialisti, formatisi in scuole dove si apprendeva il mestiere della composizione e stampa. Ecco allora che Tipoteca non parlava più esclusivamente a tipografi, fonditori, disegnatori di caratteri, bibliofili, ma doveva interagire con la neonata comunità di digitali”.
Gli strumenti di Antiga
“Certo, gli strumenti nel Museo erano quelli di sempre: casse di piombo, caratteri di legno, Monotype, torchi e platine… ma era un mondo fisicamente lontano dalla tipografia di oggi… Eppure, la capacità dell’uomo di leggere e scrivere non nasce con la diffusione dei primi PC o il linguaggio PostScript. Esisteva da millenni, erano atti coltivati prima da un numero ristretto di intellettuali, e poi sono diventati la conquista di milioni di persone, grazie alla scolarizzazione e alla conoscenza. Viene spontaneo chiedersi come sarà il museo della stampa del futuro?”.
Perché la stampa ci sarà sempre, fino a quando ci sarà l’uomo. Cambia solo il modo di stampare.